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In Cattedrale a Palermo una cappella è per lei: il mistero della "sacra lettera" di Maria

Sin dal suo inizio la Chiesa Cattolica ha avuto difficoltà su come relazionarsi con questo culto. Una leggenda improbabile che cela però dei significati profondi

Daniele Ferrara
Esperto di storia antica
  • 7 maggio 2023

La cappella della Madonna della Lettera nella Cattedrale di Palermo

La Madonna della Lettera, culto peculiare della Nobilissima Città di Messina, ha sede anche in Palermo, odierna capitale siciliana.

Il culto della Madonna della Lettera è decisamente controverso: sin dal suo inizio la Chiesa Cattolica ha avuto difficoltà su come relazionarcisi, considerato che tante comunità avevano ricevute le lettere di Pietro e di Paolo, ma nessuna al mondo (a parte, sembra, Firenze) ne aveva mai ricevuta una di Maria madre di Gesù in persona.

Nondimeno, la Madonna della Lettera fu eletta a patrona ufficiale di Messina, soppiantando la più antica (e sentita) patrona ch’era l’Assunta.

La leggenda della Sacra Lettera è improbabile, il testo pervenutoci è certamente falso e tutt’al più potrebbe tentare di riprodurre un originale più antico, ma già l’invio stesso del “chirographum” da parte della “Maria storica” risulta alquanto strano storicamente; al contempo bollare il tutto come menzogna sarebbe un’imprudenza.
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Certamente il culto mamertino cela significati spirituali più profondi e intangibili la cui ipotesi meriterebbe un’apposita trattazione. Già più volte la Madonna della Lettera aveva accarezzato Palermo, allorché il governo messinese, nel tentativo di portare dalla propria parte la capitale siciliana monarchica aveva addirittura donate reliquie d’essa, contraccambiate con quelle di Santa Rosalia.

La Madonna della Lettera "si stabilì" a Palermo nel 1730, anche se già era cara ad alcuni palermitani.

Era trascorso mezzo secolo dall’assordante sconfitta di Messina nella sua guerra quinquennale per separarsi dai dominî asburgici e affermarsi come repubblica marinara; quel culto mariano, che un tempo portava proprio la bandiera della potenza messinese nel mondo, non costituiva più l’egida della propaganda mamertina, ma era ancόra il simbolo del prestigio della Città in ogni terra.

Se Messina non era più libera e non mirava all’indipendenza, era comunque intenzionata a far valere internazionalmente il suo ruolo di capitale del Regno di Sicilia. Ovunque s’inneggia alla Lettera di Maria ai Messinesi, s’inneggia inevitabilmente all’elezione dei Messinesi a tal condizione privilegiata, poiché all’apparenza tale culto non ha un altro significato.

A Palermo nondimeno s’era sviluppata una certa devozione per questa Madonna messinese e la dedica d’un importante monumento sancì la sua nomina a compatrona di Palermo da parte del suo Senato, in uno scambio che portò anche a Messina il solenne festeggiamento di Santa Rosalia.

Nella Cattedrale di Palermo fu realizzata un’intera cappella dedicata alla Madonna della Lettera, sostituendo addirittura quella dedicata a San Mamiliano, Vescovo di Palermo (460 d.C. circa).

In alto, inequivocabile, si legge scritto "Messanensibus Salutem", e cioè: “Salute ai Messinesi”. Chi entra nel Duomo può incontrarla immediatamente, sùbito a sinistra dell’ingresso settentrionale della Cattedrale, cioè nella navata destra.

La posizione d’onore riservata a questo culto si evince soprattutto dal non essere accostata ad altre cappelle se non a quelle delle Tombe Reali, una delle quali accoglie le spoglie dell’imperatore Enrico VI, che amò Messina e la proclamò città libera, dando inizio ai suoi secoli di repubblica marinara.

L’altare è dominato dall’elegante pala del messinese Antonio Filocamo raffigurante la "Madonna con Bambino" che il pittore con estrema abilità è riuscito a fare assomigliare a un’icona bizantina, dono del Senato di Messina a Palermo.

Sotto il dipinto si trova scritto il testo tradizionale della Sacra Lettera (incluso il famoso Vos et ipsam civitatem benedicimus della Stele del Porto di Messina).

La presenza della Madonna straniera oggi è controbilanciata dai due recenti dipinti laterali su tela, ambedue di Aronne del Vecchio, raffiguranti San Mamiliano (quasi come risarcimento) e il Beato Giacomo Cusmano fondatore dei Bocconisti.

Quest’ultimo, nemmeno a farlo a posta, fu amico del messinese Annibale Maria di Francia fondatore dei Rogazionisti, oggi santo della Chiesa Cattolica.

Un'altra curiosità va rilevata, già che parliamo di punti di contatto: entrambe le cattedrali, di Messina e di Palermo, sono dedicate alla Vergine Assunta.

Troppo impegnate nel corso della storia ad affermare ciascuna la propria idea di Sicilia, inconciliabile con l’altra, hanno ambedue le città hanno fallito, sino a oggi, l’opportunità d’essere potenti gemelle uguali; ma chissà cosa riserva il futuro.

Sia questa cappella un simbolo che ci unisce, una pace, dal momento in cui Palermo decise d’ascoltare la sua tradizionale nemica Messina.
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