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Il suo nickname è Jaromil: l'hacker che spopola (anche in Sicilia) con la sua Net-Art

Jaromil è anche il padre di una importante fondazione europea no-profit: Dyne.org che accogliere all'interno svariate collaborazioni, a cui si ricollegano forme non convenzionali artistiche e performative

  • 15 dicembre 2021

Denis Roio, nickname Jaromil presso l'archivio storico comunale di Palermo (foto di Marcello Faletra)

A novembre si è svolto un evento davvero originale presso l’Archivio Storico Comunale di Palermo: “Il volto dei dati/ Data portraits”, una mostra di Net-Art che propone al pubblico contenuti inediti ed innovativi, contribuendo a espandere
l’immaginario Cyberpunk globale.

Il progetto che è stato esposto si basa su delle stampe legate al software sviluppato dall’ex U.R.S.S. per preservare i dati in caso di guerra elettronica e bombardamenti elettro-magnetici (E.M.P.), riadattato dall’artista per poter essere fruibile coi comuni scanner d’immagini.

Attraverso questa collezione vengono poste implicitamente delle domande fondamentali: pensiamo che i dati che ciascuno ripone sui supporti digitali durino nel tempo tanto quanto quelli messi sulla carta? Ad oggi si hanno libri (come quelli conservati presso l’Archivio dove si è svolta l’esibizione) che risalgono persino a 900 anni fa, ma, effettivamente, non esistono prove che i formati elettronici in voga negli ultimi decenni siano ancora utilizzabili tra altrettanti anni!
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In fine: qual è il valore reale della nostra memoria e, nei fatti, dove la riponiamo? Siamo totalmente sicuri che ritroveremo un domani quello che abbiamo “salvato” in digitale? O finiremo addirittura per esser ricattati economicamente per consultare in futuro i nostri più personali ricordi?

Questo è il lavoro che viene proposto in quest’occasione da Jaromil, “nickname” di Denis Roio: coder (programmatore informatico) incredibilmente creativo nonché attivista di fama internazionale, impegnato socialmente, esperto soprattutto nell’ambito dei rapporti tra algoritmi e sovranità già relatore sulla tematica in alcuni “TED talks”: un argomento di estrema attualità, specialmente in quest’epoca di “sesto potere” e in una società iper-tecnologizzata, sino al patologico, come la
nostra.

Jaromil è anche il padre d’una importante fondazione europea no-profit: Dyne.org che, funzionando similmente ad una label d’auto-produzione musicale, nasce come un’"astronave” telematica per operare in più ambiti ed accogliere all’interno svariate collaborazioni, a cui si ricollegano forme non convenzionali artistiche e performative, il patrocinio di progetti del calibro del Museo dell’Informatica Funzionate di Palazzolo Acreide (Siracusa), nonchè la produzione di Software Libero ed Open Source tra cui spicca Dyne:bolic (distribuzione Linux concepita per computer obsoleti riciclati ed ambienti poveri, emarginati dal Digital Divide).

Il suo percorso, iniziato con una ricerca sperimentale già nei primi anni 2000, è indubbiamente notevole e d’avanguardia riuscendo sia a rivoluzionare che a conciliare in maniera inedita arte e tecnologia, trasmettendo, grazie ad un’originalissima sintesi, un messaggio caratterizzato sempre per esser al contempo positivo, profondo e dal volto umano. Il tutto viene espresso minimalisticamente (con lavori sul bianco e nero) e concettualmente (volendo stimolare una riflessione inaudita sui nuovi media).

Sbarcato in Sicilia per la prima volta a 24 anni, nel 2001 a Catania, in occasione di un evento itinerante svoltosi presso il C.S.O.A. Auro grazie alla partecipazione del Freaknet Medialab: l’Hackmeeting, un celebre happening internazionale ed
intergenerazionale.

Qui, grazie ad amicizie nate on-line ed approfondite dal vivo, scopre la storica rivista “I Siciliani” (oggi: “Le Siciliane”) e l’universo hacker locale legato al giornalismo investigativo e di supporto all’anti-mafia. La regione, miniera di risorse normalmente non percepite dai più, si rivela affascinante come terreno fertile ed occasione per conoscere comunità “dal basso” che, da subito, lo “adotteranno” contribuendo a rinnovare persino il suo senso dell’umorismo.

Dopo aver frequentato nel tempo principalmente le zone orientali della trinacria, arriva a Palermo grazie al contributo di Gaetano La Rosa che, avendogli organizzato nel 2019 un workshop presso Magneti Cowork, apprezzerà sin da subito i Data Portraits e ne curerà la recente mostra. Inizialmente prevista per un piccolo periodo, riscuote successo riuscendo ad attrarre anche l’interesse dell’Accademia di Belle Arti cittadina, è stata poi prorogata ulteriormente, continuando così a suggestionare tanti visitatori e fungere da scenario per un fantastico live set musicale.
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