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Il futuro "green" dell’edilizia è nell'arancia: il progetto di un giovane ingegnere catanese

Matteo Vitale, dottorando in Ingegneria civile e Architettura a Catania, ha scoperto nuove forme di impiego nell'edilizia del "pastazzo", lo scarto degli agrumi

  • 5 novembre 2020

L'ingegnere Matteo Vitale

Il futuro dell’edilizia ecosostenibile passa anche dalla Sicilia grazie al progetto dell’ingegnere catanese Matteo Vitale, dottorando in Ingegneria civile e Architettura dell’Università di Catania.

Suo è infatti il brevetto relativo a innovativi pannelli autoportanti realizzati con gli scarti delle arance, progetto realizzato con la guida del professore Santi Maria Cascone, ordinario di Architettura tecnica al Dicar (Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura), dove il giovane ingegnere sta ultimando il suo dottorato di ricerca.

«Il passo più importante è stato fatto - ci ha detto Vitale - abbiamo depositato il brevetto di questo materiale che permetterà la realizzazione di pannelli ecosostenibili nell’edilizia, il mio campo di studi degli ultimi anni. Adesso fondamentale sarà trovare una strada per la commercializzazione industriale.

La bio sostenibilità è il futuro in ogni settore, ci sono studi che puntano al riciclo dei copertoni delle gomme ad esempio, e all’inizio del mio dottorato - continua Vitale - mi sono chiesto quale elemento riconducibile alla mia terra potesse trovare impiego in questo filone. Subito ho pensato agli agrumi e in particolare all’arancia, essendo la Sicilia il primo produttore in Italia e il secondo in Europa, dopo la Spagna».
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E proprio in Spagna, a Madrid in particolare, l’ingegnere catanese è andato per approfondire la sua ricerca e ampliare le sue conoscenze.

«Il progetto non è concluso ovviamente, va ampliato e approfondito con le altre prospettive e professionalità che operano nello stesso settore, per questo ho studiato diversi mesi a Madrid. Nel futuro, insieme al professore Cascone che continua ad affiancarmi in questo progetto, attendiamo che vada avanti l’iter che seguono i brevetti registrati per andare avanti. Spero in una start up, come tante oggi ce ne sono, che possa mettere a frutto questa mia idea».

Matteo Vitale ha tutta la voglia, e la determinazione, di attuare in Sicilia la sua idea.

La fonte miracolosa che permettere costruzioni ad impatto zero sulla natura sarebbe il così detto “pastazzo”, ovvero il sottoprodotto dell’industria di trasformazione alimentare che deriva da limoni e arance sottoposti alla spremitura.

È composto da bucce, semi e polpa che mantengono delle proprietà approfondite dalla scienza tanto da essere già impiegato per la concimazione organica dei terreni, nell’alimentazione del bestiame e nell’estrazione della pectina, l’addensante naturalmente presente nella frutta e impiegato nella produzione di marmellate.

Non vi è dubbio che il pastazzo, definito banalmente “scarto”, sia una importantissima risorsa: tra gli altri utilizzi anche quello come biomassa nella produzione di energia elettrica.

L’ultima scoperta di Matteo Vitale aggiunge una nuova declinazione al suo utilizzo: dagli scarti delle arance, infatti, si potrà ottenere un materiale naturale con buone prestazioni termiche e acustiche, con l’impiego di risorse a km zero, e con possibilità di impiego nel campo della progettazione.

Che il riciclo sia il campo su cui la scienza sta puntando da anni è risaputo ma la particolarità di questo progetto risiede tanto nelle proprietà intrinseche del pastazzo che, tra le altre cose, è un materiale “autolegante”, e quindi non richiederebbe nemmeno l’utilizzo di collanti chimici per il suo impiego, quanto nel fatto che basterebbe vendere questo scarto come prodotto “semilavorato” alle aziende, che lo avrebbe già pronto per la trasformazione destinata all’edilizia.

Insomma, in attesa che il progetto trovi finanziamenti e attuazione, si può ben dire che l’arancia è la nuova “gallina dalle uova d’oro” della Sicilia.
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