AMBIENTE
Il futuro dell'agricoltura in Sicilia si chiama Canapa: un progetto europeo per la sua produzione
L'Isola potrebbe diventare pioniera nella coltivazione della canapa industriale, le cui proprietà e gli impieghi custodiscono innumerevoli vantaggi. Ecco di cosa si tratta
I semi della Canapa Sativa L.
È arrivato, infatti, il benestare della commissione Attività produttive dell'Ars alla legge del M5S per la promozione di tale coltivazione attraverso l'utilizzazione dei fondi Psr.
Il disegno di legge, che mira a dare nuova linfa all'intera filiera produttiva e all'attività di ricerca sui semi e sulle varietà più idonee alla coltivazione in Sicilia, va ora incardinato in aula.
La messa in opera della catena produttiva, e della filiera soprattutto, offrirebbe alla Sicilia la possibilità di creare un vantaggio competitivo rispetto al resto d’Europa, ponendo l’Isola nel ruolo favorevole di centro europeo nella trasformazione della canapa industriale.
Tra le proprietà e gli impieghi della canapa industriale i vantaggi sono innumerevoli e diversificati.
La pianta, capace perfino di migliorare i terreni in cui viene impiantata (è stata dimostrata la sua capacità di bonificare e rigenerare i terreni contaminati per presenza di stabilimenti industriali, chimici, estrazioni minerarie o altro), si colloca tra le prime coltivazioni biologiche ed ecosostenibili che richiedono scarso consumo di acqua.
Gli impieghi della canapa, d’altro canto, spaziano dal campo cosmetico a quello alimentare, da quello edile (soprattutto per la parte fibrosa e legnosa, vitale per la bioedilizia) a quello tessile e farmaceutico, solo per fare qualche esempio.
Per le sue condizioni pedoclimatiche, adatte alla coltivazione della canapa industriale per la produzione di semi e di infiorescenze, la Sicilia, dunque, potrebbe diventare apripista, e capofila, addirittura a livello europeo.
Intanto è già partito ad inizio 2021 SEMinCANTA, acronimo che sta per "dal SEMe di CANapa alla TAvola", un innovativo progetto di filiera (a seguito della vittoria di un bando da parte della Stazione Consorziale Sprimentale di Graincoltura per la Sicilia, ente strumentale della Regione) il cui obiettivo è quello di sviluppare delle linee guida da seguire, dalla coltivazione in campo fino alla trasformazione del seme per scopi alimentari e industriali.
Il progetto, promosso dal Molino Crisafulli (con sede a Caltagirone, nel Catanese) e l'azienda Sammartino, è già attivo nell'area GAL KALAT (Progetto di cooperazione finanziato dal GAL Kalat Scarl con risorse FEASR-PSR Sicilia 2014/2020-Sottomisura 19.2-PAL Calatino 2020-Azione SI.4).
La semina di cinque ettari in estensivo, con la Futura 75 (la varietà testimone), oltre alla Codimono (una varietà italiana) e alla Monoica (ungherese), è stato il primo passo per valutare l’adattamento di questi semi al clima siciliano.
Inoltre, un ettaro e mezzo sarà coltivato presso la Stazione di Granicoltura di Caltagirone.
Al momento il team di lavoro del Molino Crisafulli ha impiegato solo varietà certificate, partendo dal seme, che verranno trasformate in olii, farine e paste, ottimizzando le rese e la qualità.
La coltivazione e trasformazione del fiore esulano da questo progetto; i risultati ottenuti saranno divulgati e messi a disposizione di tutti, grazie a linee guida che consentiranno di ottimizzare le tecniche agronomiche e migliorare il prodotto finale ed i prodotti intermedi per fini industriali.
«Il soggetto detentore dell’innovazione è la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia - ci ha detto Giuseppe Li Volti, presidente delloa Stazione - che in collaborazione con il CREA-CI di Acireale andranno a collaudare l’innovazione proposta.
L’azienda agricola Sammartino gestirà la corretta evoluzione in campo del collaudo della ricerca, supportata a livello tecnico scientifico degli enti di ricerca. Il molino Crisafulli, capofila del progetto, si occuperà dello stoccaggio e della trasformazione del seme in olio, farine e altri derivati per approfondimenti qualitativi e quantitativi con lo scopo ultimo di utilizzare i derivati della canapa come ingrediente in cibi funzionali realizzati con materie prime del luogo.
L’innovazione di progetto interesserà diversi settori, a partire dagli agricoltori, con il collaudo di tecniche colturali e si sposterà sul trasformatore, seguendo e disciplinando ogni fase dalla pulitura allo stoccaggio e prima trasformazione del seme in olio, farine e altri prodotti».
L'obiettivo è chiaro: «Aumentare la redditività delle aziende agricole, cardine di una futura filiera della canapa in Sicilia, e garantire sicurezza alimentare e qualità al consumatore finale ed alle industrie di trasformazione alimentari, farmaceutiche o cosmetiche».
«Questo è un primo momento di investimento - ha concluso Li Volti - se tutto procederà per il meglio e secondo le aspettative, con la definizione di linee guida generali si potrà pensare all'ampliamento della produzione».
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