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Ha cambiato vita più di una volta: oggi vive in Polonia e a Palermo non torna più

"Strappato" contro il suo volere dalla Sicilia, Giuseppe adesso vive in Polonia e qui non torna quasi più, anche se ha trovato il modo di tenere vivi i ricordi

Sara Abello
Giornalista
  • 28 dicembre 2024

Giuseppe Di Gaudio

Ha il nome più diffuso di Palermo ed è nel quartiere Cruillas che è nato l’1 gennaio del 1982 Giuseppe Di Gaudio.

“Strappato” contro il suo volere dall’isola, adesso vive in Polonia e qui non torna quasi più, anche se ha trovato il modo di tenere vivi i ricordi...a tavola.

Chi è questo quarantenne dalla vita un po’ movimentata, fatta di tanti trasferimenti e lavori con e per le sue donne? Non ha un harem tranquilli, ma una compagna e ben cinque figlie, tutte femmine.

Come vi accennavo, Giuseppe nasce a Cruillas e vi resta fino all’età di quindici anni, trascorsi tutti con la «normalità di quei tempi», come racconta lui stesso.

Inizia a lavorare molto presto con occupazioni estive nel periodo della scuola, piacevoli i ricordi di quando con un cugino paterno faceva il marinaio sugli yacht, tra Addaura e Acqua Santa, un po’ meno forse quando si occupava di consegne a domicilio.
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Interrompe purtroppo presto gli studi, subito dopo le medie, ed è a quel punto che i genitori lo mandano a lavorare in provincia di Bergamo con uno zio.

Una parentesi, quella lombarda, durata ad intermittenza per circa diciassette anni, durante i quali ha lavorato come manovale nei cantieri edili.

Non una fase particolamente felice, soprattutto all’inizio, perché da ragazzino si è sentito allontanato da casa senza che potesse esser lui a scegliere: «Ero un ragazzo un po’ arrabbiato col mondo, mandato via dalla mia città che non avrei mai voluto lasciare, almeno in quel periodo», come ricorda Giuseppe.

All’epoca i genitori lo raggiungevano un paio di volte l’anno e prima che il lavoro gli permettesse di poter prendere in affitto un appartamentino è stato ospite dello zio e poi della sorella.

Sì perché ancora oggi, a Bergamo, ci sono ben sei sorelle di Giuseppe, con le quali il tempo e i chilometri hanno creato delle distanze inevitabili, senza per questo però scalfire l’affetto fraterno.

In quasi due decadi a Bergamo di cose ne sono successe.

Giuseppe si è infatti sposato con una ragazza conosciuta lì e sono nate le prime due figlie, Irene ed Esmeralda, oggi due adolescenti di quindici e quattordici anni. È il 2011 quando decide, sempre per lavoro e per dare il meglio alle sue donne, di trasferirsi in Germania.

Nei cinque anni che vi ha trascorso non pochi sono stati i problemi per Giuseppe, primo fra tutti la fine del suo matrimonio, che lo ha spinto a lasciare quella terra dove ancora oggi vivono le sue due figlie maggiori. Da lì il trasferimento in una terra forse ancora più fredda: la Polonia.

Anche lì continua a lavorare come muratore, un’occupazione che però gli dà una paga troppo bassa per pensare di realizzare il sogno che accarezzava da tempo di fondare un suo locale di cucina italiana...ambito molto diverso da quello in cui si era mosso fino ad allora.

Intanto resta in Polonia per un anno, anche grazie ad un nuovo amore, Jagoda, oggi sua compagna e madre di altre tre belle bimbe: Stella e Sofia, nate in Italia otto e sei anni fa, e Amelia, venuta al mondo tre anni fa in Polonia.

Decide allora di partire per Londra, dove si trattiene per un altro anno, lavorando come driver e poi in ambito ristorativo, fino a che non fa ritorno in Italia e ricomincia con la sua occupazione in ambito edile. L’inizio del 2020 poi sembra portare una bella novità lavorativa nella sua vita, rappresentata dal “posto fisso” in ospedale.

Peccato che appena due mesi dopo scoppierà l’indimenticabile bomba del Covid e che proprio Bergamo sia stato lo scenario di una tragedia impossibile da dimenticare.

Un vero shock per Giuseppe, contagiato più volte e rimasto per mesi in quarantena. Il ricordo di ciò che ha visto e vissuto in prima persona, unito ai problemi derivati anche dalla burocrazia che non gli ha riconosciuto alcun tipo di supporto in quel periodo, lo hanno spinto a licenziarsi una volta rientrato.

Ognuno dei "momenti di rottura" nella vita di Giuseppe, così come avviene anche per altri che spesso non se ne rendono conto, ha rappresentato un’opportunità di crescere in meglio e così, in quella fase incredibile per tutto il mondo, decide di rimettersi in gioco e parte insieme alla moglie e alle due figlie per la Polonia, dove poco dopo verrà al mondo la più piccola delle Di Gaudio. Tre anni fa, tornato quindi nella sua nuova casa, riprende il lavoro in alcune cucine italiane soprattutto come pizzaiolo, e oggi si definisce un "felice ristoratore".

Dopo la parentesi a Piła dove circa un anno fa è nato il suo primo ristorante, da alcuni mesi vivono a Zlotow, un caratteristico paesino di neanche ventimila abitanti che però apprezzano molto la sua cucina.

È nato così da pochissimo un ristorantino con pizzeria in cui Giuseppe, oltre a prestare il proprio nome all’insegna, è proprietario, chef e pizzaiolo, con l’aiuto della sua compagna Jagoda, insieme a lui anima del locale.

Con le figlie maggiori in Germania, le sorelle a Bergamo dove non torna da quando è mancata la madre, e la vita in Polonia, Palermo è ancora più distante per Giuseppe, che qui è venuto alcuni mesi fa, dopo ben 15 anni, per appena tre giorni.

Del resto in Sicilia ci sono ormai solo gli zii e i cugini, e le distanze sbiadiscono insieme ai ricordi anche i rapporti, è questo il risvolto negativo di questa medaglia della rinascita altrove. La Polonia è la sua casa ormai, la base della sua nuova vita con l'amore delle figlie e della compagna che gli sono al fianco.

Per questo, se glielo chiedete, Giuseppe vi dirà che dopo gli anni di rabbia per esser stato allontanato contro il suo volere da Palermo, adesso la sua vita è da tutt’altra parte, dove c’è il cuore e i sorrisi delle sue ragazze, per cui quella scelta che tanto ha discusso con i genitori si è forse rivelata la migliore per lui, cancellando ogni asperità del passato.
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