PERSONAGGI
Giulia e Donna Costanza, leonesse di Sicilia: storia di un'amicizia nel segno dei Florio
Era seduta alle sue spalle, silenziosa, in un banco. Donna Costanza Afan de Rivera Costaguti osservava il suo esame di terza media, Giulia aveva 13 anni
Donna Costanza Afan de Rivera Costaguti e Giulia
Era seduta alle sue spalle, silenziosa, in un banco. Osservava il suo esame di terza media, Giulia aveva 13 anni, una prova incredibile a detta dei professori, tutte le materie collegate con un tema di fondo i "Florio". Insieme alla mappa concettuale aveva allegato la sua copia del ritratto di Boldini e il ritratto di Ignazio Florio con i 4 pizzi all’Arenella.
Giulia non sapeva che ad ascoltarla c’era l’ultima discendente della famiglia, la Marchesa Costanza Afan de Rivera Costaguti. Lei è una ragazza speciale, ha iniziato a tenere in mano a due anni matite e pennelli e, senza problemi, dice “sono una ragazza con la sindrome di Asperge”, un disturbo che abbiamo avuto modo di conoscere con la famosa ecologista svedese Greta Thunberg.
Per la sua mamma è un dono del cielo, ma è soprattutto un’appassionata d’arte ed un’artista che sogna da adulta, "senza grilli per la testa", di diventare architetto.
In seconda media realizzò dei fumetti su D’Annunzio e la Marchesa Casati, poi esposti in un liceo, che raccontavano "la storia di una donna libera della prima metà del Novecento". Un editore notò il lavoro e gli affidò la realizzazione di 12 ritratti di donne famose, tra cui Franca Florio. Da qui la sua passione per la grande famiglia. I ritratti diventarono un calendario dalla cui vendita fu realizzata un’aula per bambini autistici con il patrocinio del Comune di Palermo e della Inner Whell.
La notizia di questa ragazza arrivò a Donna Costanza che, incuriosita, volle assistere a un esame di terza media avente come oggetto la sua famiglia. Al termine della prova si conobbero, con grande sorpresa della ragazza che ignorava la sua presenza.
Si rincontrarono dopo cinque mesi per un altro progetto in cui Giulia collaborava alla realizzazione di una biblioteca scolastica intitolata alla grande Signora di Palermo e, in quella occasione, le regalò il disegno con lo stemma dei Florio.
La ragazza la ricorda fisicamente come una donna minuta e fragile ma dietro cui si nascondeva un autentica leonessa, l’ultima della famiglia Florio e la chiama "la mia grande amica". Mi racconta la fine dei Florio, voluta dal governo centrale ed iniziata con la revoca dell’esclusiva sulla tratta Palermo-Genova, poi culminata con la morte di Crispi e la conseguente mancanza degli appoggi necessari per la loro imprenditoria, ma ribadisce con determinazione che i Florio onorarono tutti i loro debiti.
Sono sicuramente i ricordi di Donna Costanza. Come in uno specchio si riflettono una matura signora, una leonessa, con una giovane della stessa razza, infrangendo barriere generazionali e sociali con la creazione di un rapporto speciale.
Mentre leggo i suoi messaggi cerco di capire chi è Giulia chiedendole cosa la indigna e cosa la rende felice. Mi dice: «La cosa che più mi indigna è la falsità della gente mentre quello che mi fa più felice è studiare perché mi rende libera».
Aggiunge che la "sua amica" le diceva di non perdere tempo con gli ignoranti in quanto, anche se si è dalla parte della ragione, non saranno in grado di capire. Donna Costanza le dava consigli e le raccontava storie bellissime della sua famiglia, alcune personali e inedite.
Quando le chiedo cosa pensa della sua sindrome, mi liquida con semplicità che «non esiste essere diversi, i problemi sono fatti per essere affrontati, esiste esseri speciali, dimostrando che la diversità non esiste».
La sua amica da un mese non c’e più. Giulia ha più volte tentato in precedenza di contattarla ma lei non rispondeva più ai suoi messaggi, non le aveva detto di essere molto malata.
Giulia è speciale, si relaziona come un’adulta ed è compita, rispettosa e riservata. Le ho chiesto se ha mai pensato di ritrarre la Marchesa, mi ha risposto di sì. Donna Costanza le aveva fatto vedere un suo ritratto, realizzato da un pittore giapponese, ma a Giulia non era piaciuto per il suo sguardo freddo mentre, dice, la “sua amica” era dolcissima.
Con la franchezza che la contraddistingue glielo aveva detto e la Marchesa le aveva risposto: «Hai ragione Giulia, non piace neanche a me».
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