STORIE
Gioielli, miti e segreti: chi è la Signora delle Monete che "ferma" il tempo a Siracusa
Nasce una specie di magica empatia in quella visita, testimoniata dagli innumerevoli messaggi, lettere, articoli che i visitatori (di ogni parte del mondo) le lasciano
Rosalba Riccioli, la custode del Medagliere del Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" di Siracusa
È Rosalba, la Custode del Medagliere del Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" di Siracusa, un allestimento eccezionale, dove sono conservati gioielli e le monete più belle della Numismatica Antica, "le Siracusane". Questa è una storia diversa, parla di eccellenza e passione.
Il nostro incontro è stato singolare, qualche giorno dopo aver pubblicato un articolo sul Demareteion, mi arrivò un messaggio privato: nessuna scritta, solo la foto di questa splendida moneta. Incuriosita, presi contatto con l’autrice del misterioso messaggio, ed è così che ho conosciuto "la Signora delle Monete".
Compito di un custode è sorvegliare e tutelare, tante pagine di storia e letteratura raccontano di loro. Alcuni sono esseri fantastici o mitologici, con fattezze mostruose tali da scoraggiare chiunque voglia accedere senza averne il permesso; oppure anziani canuti che dedicano la loro vita a custodire luoghi e oggetti così potenti e pericolosi, da non poter essere patrimonio di tutti.
Dipendente da 23 anni del Museo, da 11 si occupa di questi particolari reperti. Rispetto a chi svolge la sua stessa attività, si distingue: non è una semplice sorvegliante, si comporta come se fosse depositaria delle memorie di questi oggetti. Custodisce un tesoro che non è occultato e inaccessibile, basta suonare al caveau del Museo e Rosalba è pronta ad accogliervi, con grazia, chiedendovi solo un po' del vostro tempo.
L’incanto delle monete antiche è nel linguaggio simbolico attraverso cui ci parlano, raccontano di eventi, tiranni, imperatori, divinità, sono la grandezza e l’identità di un luogo e di un popolo. Insieme ai gioielli sono superbi manufatti, opere d’incisori e orafi che hanno racchiuso in questi piccoli oggetti, raffinatezza e maestria.
Ma al contrario dei grandi monumenti, sculture o dipinti non suscitano a prima vista ammirazione, hanno bisogno di qualcuno che sappia raccontarli. Ed è questo che fa Rosalba quando descrivendoli, riesce ad affascinare gli ospiti a tal punto, che un fugace e annoiato passaggio (atto dovuto non al tanto Museo, ma al prezzo del biglietto) si trasforma invece in un tempo sospeso dove gli ospiti sono risucchiati alle radici del mito e della storia.
Nasce una specie di magica empatia in quella visita, testimoniata dagli innumerevoli messaggi, lettere, articoli che i visitatori (di ogni parte del mondo) le lasciano. I termini ricorrenti sono: gratitudine, apprezzamento, riconoscenza, affetto, c’è persino chi vorrebbe proporre petizioni pubbliche, e onorificenze.
Eppure Rosalba quando ha iniziato 11 anni fa non sapeva nulla di monete e gioielli. Ragioniera, non aveva fatto studi classici e non aveva particolare interesse per questi reperti. Poi qualcosa è successo, questi oggetti forse pregni dell’energia delle persone che li avevano posseduti e indossati, hanno incominciato a instaurare un canale di comunicazione con la loro Custode.
Comprenderli ha richiesto, ogni sera dopo il lavoro, tanto studio da autodidatta. Ha dovuto cimentarsi con rudimenti di lingue sconosciute, eventi storici che forse non conosceva, tecniche di realizzazione, miti e riti della religione antica. Racconta che quello che studiava la notte, la mattina dopo lo osservava nelle teche con la lente d’ingrandimento.
Onore alla conoscenza, ma il sapere chiede condivisione e divulgazione, diversamente è solo uno sterile esercizio di vanità.
Così "La Signora delle monete" (è il nome che ricorre nei messaggi), ha esaudito la richiesta dei suoi preziosi, far conoscere la loro storia, e mostrare la loro bellezza. Ed è qui che risiede l’eccellenza di Rosalba. La passione e competenza acquisita gli sono valse due note di encomio.
Nella prima ricorda che fu chiamata, senza saperne il motivo dalla Direttrice nel suo ufficio, la vide alzarsi in piedi, prendere un foglio e incominciare a leggere: «Costatata la professionalità e accuratezza, verificato l’eccezionale grado di attitudine all’accoglienza… tenuto conto dell’eccellenza con cui la S.V. svolge la propria funzione ecc».
Non è difficile immaginare l’emozione di Rosalba, situazione che si è ripetuta, quando un sabato mattina mescolato agli ospiti, si trovò anche il Direttore Generale proveniente dagli uffici dell’Assessorato di Palermo.
Durante le sue spiegazioni, non palesò la sua presenza, confuso tra le persone, osservò con attenzione questa Signora entusiasta, tanto da inviare la settimana successiva la seconda nota, dove spicca la frase «L’amministrazione deve esserle grata».
Ho chiesto in questi giorni a Rosalba se si sente appagata, ha risposto di sì ma subito dopo ha aggiunto: «Ho ancora tanto da studiare, condividere con gli altri, c’è tanto da fare». Sentirla spiegare è un autentico piacere, lo fa con naturalezza passando da una lingua all’altra, nessuno dei visitatori uscirà dall’antro delle meraviglie senza sapere, a prescindere dal loro paese d’origine.
Mi sembra di vederla mentre con dolcezza descrive la “Lunula”, il ciondolo porta fortuna regalato ai bimbi, o gli orecchini d’oro lavorati con la tecnica della granulazione, o spiegare le monete con le varie effigi dell’Aretusa.
La vedo emozionarsi nel raccontare quella che per Lei è la più bella di tutte: «Aretusa con i capelli al vento, come se fossero stati bagnati dal mare, tra le cui chiome ribelli giocano delfini festanti».
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