CINEMA E TV
Fu il primo a "sbattere il mostro in prima pagina": debutta la serie sul quotidiano L'Ora
Dalla morte di Placido Rizzotto, parte la nuova serie televisiva dal titolo “L’Ora, l’inchiostro contro piombo”, che ha come personaggio principale il Direttore dello storico giornale
Claudioa Santamaria interpreta Antonio Nicastro, ispirato al direttore del quotidiano L’Ora dal 1954 al 1975, Vittorio Nisticò
Fu anche l’artefice dell’umiliazione subita da Luciano Liggio durante una rissa nella piazza centrale del paese. Il corpo di Rizzotto sarà gettato, per occultare la sua morte, in un burrone. Quest’atrocità, però, porterà con sé anche la tragica fine di un dodicenne reo di essere un testimone occasionale. Il ragazzo in preda allo shock per aver assistito al fatto, sarà portato in ospedale e affidato alle “amorevoli cure” del reparto di Navarra.
Il ragazzo morirà poco dopo per tossicosi dopo aver ricevuto un’iniezione che diventerà letale, probabilmente perchè riempita di veleno. Le indagini sulla morte di Rizzotto, individueranno gli esecutori, che reo confessi, ritratteranno e saranno assolti per insufficienza di prove, dalle solite “menti eccellentissime” di Falconiana memoria. Il sodalizio tra Navarra e Liggio terminerà con una guerra di mafia Corleonese, dove Liggio si salverà da un attentato, e nel 1958 il Dottor Navarra morirà in una macchina crivellato di colpi, di ritorno da Prizzi. Con lui sarà ucciso anche un giovane Dottore, Giovanni Russo, altra vittima innocente.
Questa serie ispirata al Romanzo “Nostra Signora della necessità” di Giuseppe Sottile, riannoda il filo rosso iniziato con la mini serie dedicata alla Fotografa Letizia Battaglia. Non a caso entrambe sono a cavallo del trentennale della strage di Capaci. Sono storie diverse, ma che ci presentano due “ Eroi comuni”, che con il loro lavoro sono diventati strumento di lotta indiretta ai soprusi e vessazioni; un occhio privilegiato di chi senza “ lacci e lacciuoli” poteva spiegare cosa stava avvenendo.
Se il personaggio di Santamaria (indimenticabile protagonista de “Lo chiamavano Jeeg Robot”), ricostruisce e documenta attraverso le inchieste del suo giornale, la nascita della nuova mafia, Letizia Battaglia ne ritrae con i suoi scatti le immagini atroci e crude, inserite in un ambiente che diventa manifesto della condizione sociale dei quartieri poveri di Palermo. Immagini senza filtri o censure. Intervistato Santamaria, ha detto che reputa questo suo lavoro un “Impegno Civile”, rivolto soprattutto ai giovani, spesso attratti da eroi negativi.
Riguardo al giornale “L’Ora” fondato dai Florio nel 1900, ricordiamo che sarà il primo quotidiano a “sbattere il mostro in prima pagina” chiamandolo con il suo vero nome. Il giornale spesso si sostituirà con approfondimenti, indagini, ricostruendo fatti ed eventi, ascoltando informatori, agli “organi preposti” spesso collusi e collusori. Un ultimo pensiero và a Corleone, che anche questa volta sarà l’argomento cardine da cui partirà la storia.
Come sempre menzionato per il malaffare, di cui essa stessa è però vittima innocente, speriamo che non sia anche questa volta un “Nomen omen” (un nome, un destino), rispetto a un luogo bellissimo con rocche e cascate, troppo spesso protagonista di un folklore mafioso che vede turisti recarsi nel Comune alla ricerca di macchiette stereotipate, o peggio, solo per farsi fotografare sotto il cartello stradale.
Vedremo se anche in questo caso sarà lo stesso copione, e se questa serie sarà all’altezza del tema trattato, concediamo fiducia.
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