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Era il mare dei palermitani: all'Acquasanta c'era lo "chalet" (e ci andava donna Franca)

Quel porticciolo così elegante dove oggi è sede rimessaggio per qualche barca di lusso, un tempo, era il mare dei palermitani. Vi raccontiamo la sua storia

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 29 agosto 2024

Lo "chalet" all'Acquasanta

Quel porticciolo così elegante dell'Acquasanta, dove oggi è sede rimessaggio per qualche barca di lusso, un tempo, era il mare dei palermitani della zona Fiera odierna.

Arrivavano in quella borgata marinara che vuole significare "sorgente d'acqua" dalla via Montepellegrino e la via Sampolo.

Quell'acqua di quella grotta in riva al mare si diceva fosse terapeutica, addirittura compisse miracoli e per questo chiamata "acqua santa" e quei bagni erano nominati "i bagni della salute".

Nel 1774 il Barone Mario Lanterna acquisisce la proprietà della chiesetta della Madonna dell'Acquasanta e di un terreno vicino dove si trovava la grotta e la sorgente dell'acqua miracolosa.

Quasi 100 anni più tardi, nel 1871, sia la residenza del Barone che la sorgente passano alla gestione dei "Sacerdoti fratelli Pandolfo" che ne realizzano un centro termale con dei veri e propri "bagni" a scopo curativo. Esiste ancora una targa in marmo con la dicitura: "Ingresso ai Bagni Minerali Caldi e Freddi".
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Nella seconda metà del '900, alla morte dei fratelli Panodolfo lo stabilimento viene chiuso mentre la dimora del barone viene trasformata in "Villa Lanterna" ancora esistente. Così racconta "Cara Palermo".

L'Annuario Sicilia "Trinacria" del 1905 riportava questa descrizione : «l'acqua così pura e limpida che si stenterebbe credere acqua di mare e il fondale di sabbia così morbida da somigliare ad un vero tappeto persiano, il sito è incantevole ai piedi del Monte Pellegrino che si innalza maestoso sul mare»; questa rara perla storica si può leggere ancora nei social in "Palermo di una Volta".

Nei primi del '900 si poteva raggiungere la spiaggia dell'Acquasanta con il vaporetto Corvaja o con il tram elettrico. Negli ultimi tempi, parliamo degli anni '50 epoca in cui purtoppo inizia il decadimento dei bagni dell'Acquasanta la gestione è stata "Miloro". Infatti si legge nei social che il Lido del'Acquasanta fu "cunzato" per l'ultima volta nel 1968 mettendo fine ad un'epoca rigogliosa della natura di quel tratto di mare e alla nascita del porto turistico dei nostri giorni.

Anche se oggi non si direbbe, al posto del porticciolo esisteva uno stabilimento con delle palafitte in legno. Una valida alternativa alla spiaggia di Mondello.

Purtoppo oggi quella spiaggia è stata coperta dal cemento compreso buona parte del mare.

Le palafitte dell'Acquasanta venivano chiamate chalet con un numero interessante di cabine e l'immancabile scaletta che portava fin dentro l'acqua. Le donne facevano il bagno in una zona denominata "dame" dove gli uomini non potevano entrare.

Poche di quelle donne sapevano nuotare e andavano al largo sostenute da una zucca come salvagente. Si dice che quello dell' "Acquasanta" fosse uno stabilimento chic perchè frequentato anche da Donna Franca e Ignazo Florio.

All'Acquasanta i costumi da bagno si potevano noleggiare, come le camere d'aria delle auto per essere utilizzate come salvagente! La sabbia morbida era di un colore rossiccio e il mare era sempre cristallino.

Resta la storia del nostro mare, l'immaginazione di chi non c'era e i ricordi sbiaditi di qualcun'altro, ma è indubbiamente la memoria di quella borgata dove magari si va per comprare un buon pollo, fare un po' di jogging o ammirare la vicina e maestosa Villa Igiea e quel mare che brilla ancora tra barche, sole e qualche pescatore che con la canna a traino pesca ancora bei pesci.
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