AMBIENTE
È un simbolo di Palermo (da secoli): come sta l'albero più grande d'Europa
Tra le ragioni per cui questa pianta a raggiungere dimensioni mastodontiche c’è anche un segreto che è stato ignorato dalla comunità scientifica per decenni
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Albero più grande d'Europa
Di dimensioni davvero enormi – la sua chioma estesa copre un’area di 2.900 metri quadrati ed è alta oltre 25 metri – questa pianta esotica è originaria dell’Australia meridionale e continua a mantenere il record di grandezza tra le piante europee perché a differenza delle specie nostrane continua a crescere a un ritmo sostenuto, impossibile da raggiungere per qualsiasi altro albero locale.
Le ragioni storiche che portarono i botanici palermitani a importare quest’esemplare, quando era giovane, dall’altro capo del mondo sono alquanto note.
Nella prima metà dell’Ottocento, a seguito della spinta economica data dall’esplorazione mercantile nei paesi esotici, un gran numero di scienziati europei raggiunsero le colonie e fecero importare nei loro corrispettivi paesi diverse piante esotiche, da cui dipendeva anche la loro stabilità economica.
Tra le ragioni che hanno portato questa pianta a raggiungere tali dimensioni mastodontiche, rispetto altri Ficus presenti in città, c’è anche un segreto che è stato ignorato dalla comunità scientifica fino a qualche decennio fa. Le sue radici, infatti, si diramano all’interno dell’orto per oltre 60 metri e hanno raggiunto una falda acquifera locale, da cui attinge giornalmente un volume molto elevato di acqua.
Una peculiarità che ha permesso all’Università di risparmiare sull’irrigazione e alla pianta di sopravvivere anche alle numerose stagioni siccitose che hanno colpito la Sicilia, in particolare negli ultimi decenni.
Come sta però oggi il Ficus macrophylla più importante del continente europeo? Alla fine abbastanza bene, secondo i curatori dell’orto botanico di Palermo.
Di recente il principale problema che ha riscontrato è stata la caduta di diversi rami, evento che è avvenuto per via dell’aumento costante delle dimensioni delle sue fronde e a seguito di uno squilibrio idrico dovuto alle variazioni di temperatura durante l’estate. La caduta di alcuni rami è però un fenomeno naturale, all’interno di questa specie, che si va a collegare al comportamento assunto da questa pianta per crescere di dimensioni.
Dalle sue fronde si formano infatti delle radici aeree, che una volta toccato il suolo si trasformano in dei tronchi secondari, simili a colonne (da qui deriva il nome della sottospecie).
Esse si formano anche quando i rami risultano troppo pesanti, per sostenere il corpo stesso della pianta che tende ad occupare tutto lo spazio disponibile a sua disposizione.
Non sempre le radici aeree riescono però a raggiungere il suolo in tempo. Proprio per non rischiare che qualche ramo cada fra i visitatori dell’orto, i dirigenti hanno già deciso di delimitare l’area a cui possono accedere i turisti quando si avvicinano alla pianta.
D’altronde gestire un albero così grande e alla ricerca costante di spazio non è un’impresa semplice ed è per questa ragione se il lavoro dei giardinieri e dei curatori dell’orto risulta molto importante, anche per il benessere degli altri esemplari di Ficus macrophylla f. Columnaris presenti in città, tra cui il Ficus di Villa Garibaldi e l’Albero Falcone, la cui gestione è molto simile.
L’estate scorsa, alle prime ore del mattino, quando c’erano fortunatamente pochi turisti all’interno dell’orto, proprio uno dei rami più grossi del Ficus dell’orto botanico è caduto, dimostrando che le scelte fatte dai curatori sono efficaci.
Per permettere all’albero di continuare a crescere, senza optare per la potatura, è stata già chiusa la stradina che separava il muro di contenimento dell’orto dal tronco.
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