SPORT
Palermitano e campione di windsurf nel mondo: la (nuova) vita di Riccardo Giordano a Bangkok
Tutti ricordano il grande Riccardo Giordano, orgoglio sportivo dei palermitani (e non solo). Abbiamo intervistato il campione che oggi è un manager di successo in Thailandia
Riccardo Giordano
Il mare è da sempre la sua grande passione. Ancora ragazzino, è tra i primi ad iscriversi al Circolo Albaria pochi giorni dopo la sua apertura e conserva gelosamente la sua prima tessera, numero 0003.
«Da quando ho iniziato a regatare ho vissuto all’Albaria dodici mesi l’anno – racconta – perché il windsurf, come tutti gli sport di mare, diventa uno stile di vita. Adesso lavoro dal lunedì al venerdì ma nel weekend sto in acqua tutto il giorno, facendo tutto ciò che è possibile con le attrezzature da watersport: kite, windsurf, surf. Per mantenermi in forma faccio anche un po’ di corsa, mi piace sciare, ma preferisco stare in mare più di qualsiasi altra cosa».
«Quando è nata la nostra prima figlia eravamo lì – ricorda – abbiamo anche vissuto un anno sabbatico tra l’Inghilterra e Palermo, ma pensavamo sempre alla Thailandia e così abbiamo deciso di cambiare vita e tornarci per restare».
Poco dopo ha iniziato a lavorare per Cobra International, ovvero l’azienda più importante al mondo nella realizzazione di attrezzature per sport acquatici, dalle tavole da windsurf a canoe, barche e motorized board. Per Cobra Giordano è la persona giusta nel posto giusto. Oggi è manager del dipartimento Custom surfboard, dove si costruiscono tavole da surf fatte a mano con i materiali più innovativi. Uno alla volta, con competenza e passione, Riccardo Giordano ha cercato ed è riuscito a portare in Cobra i top brand di tutto il mondo, che adesso affidano all’azienda la propria produzione.
«Io ho vissuto il mondo del windsurf da professionista, dedicandogli tutta la mia vita, il cliente lo avverte e si sente in buone mani – spiega –. Cobra è la fabbrica più grande e più competente al mondo in questo settore, quindi ho la fortuna di lavorare veramente ad alti livelli, con professionisti orientati verso l’innovazione: ho a disposizione materiali e tecnologie che riesco a mettere in pratica e offrire ai miei clienti e che non avrei in altri posti e soprattutto lavoriamo con i brand più prestigiosi. L’unica pecca è che lavoro troppo, ma ciò che faccio mi piace».
La sua giornata lavorativa negli ultimi due anni è cambiata a causa della pandemia. Prima accoglieva i capi dei brand, gli shaper, in azienda ed insieme decidevano lo sviluppo delle nuove collezioni e i nuovi modelli da produrre; a causa delle restrizioni relative ai viaggi, adesso è lui ad andare nelle varie aziende, soprattutto in Australia e California ma anche in Europa.
«Ho davvero ricominciato a girare il mondo ed è abbastanza faticoso – racconta – ma in un certo senso faccio la vita di sempre, trascorro molto tempo in acqua. Quando vado a trovare gli shaper, che spesso sono ex surfisti, parliamo la stessa lingua che ho parlato per tutta la vita, si parla di tavole, di onde, di mare, capita che ci tuffiamo in mare anche per discutere di lavoro, solo che anziché di gare si parla di produzione».
Una delle prime soddisfazioni in sei anni di lavoro con Cobra è stato il progetto Windsurfer, una rivisitazione della prima tavola da windsurf degli anni 70, resa più leggera, un po’ più larga e con più volume, quindi più facile da utilizzare. «Volevo dare la possibilità ad atleti non più giovani, come me, non molto allenati, di tornare a fare regate – afferma Giordano – ad ottobre 2022 a Mondello ci saranno i mondiali di Windsurfer e sarà molto bello vedere tanta gente da tutto il mondo, fra cui molti ex campioni che gareggeranno e arriveranno con le proprie famiglie. Gareggerò anch’io e il mio prossimo obiettivo è vincere proprio il mondiale a Mondello».
Protagonista della scena internazionale per trent’anni, fra i vantaggi della sua vita da sportivo c’è l’aver viaggiato tantissimo e, grazie al suo carattere molto socievole, anche quello di avere amici in tutto il mondo.
«È vero – conferma – sono cresciuto con gente di varie nazionalità e molti sono ancora tra i miei migliori amici, perché il windsurf detta anche i luoghi dove andare in vacanza, le amicizie, tutto ciò che fai ruota intorno allo sport. Viaggiando ho imparato a pensare in maniera diversa, ad avere una mente più aperta rispetto a chi non viaggia, altrimenti non credo che avrei scelto di vivere in un posto così lontano come Bangkok».
Della Thailandia ama la gente molto calma e rilassata e la qualità della vita «che è molto buona ed è un bene per la famiglia e per le mie due figlie, che hanno cinque e sette anni. La vita da papà la immaginavo così – dice – divertente, ma anche stancante e adesso, compresa mia moglie, ho tre femmine in casa!».
«Non so se rimarremo sempre qui – aggiunge – ma per ora sì. È un popolo gioioso e molto cortese, non c’è quello stress tipico dell’Italia, la confusione, la gente che grida, il nervosismo». Il legame con Palermo è rimasto strettissimo e ama tutto della sua città, dove ci sono ancora i suoi migliori amici e il cibo è eccellente. «Anche se torno raramente è un legame che non finirà mai – afferma – pensa che controllo sempre la webcam dell’Albaria.
Quando sono a Palermo trascorro tre quarti della giornata in acqua a Mondello e per me è meraviglioso. Palermo è davvero bellissima e il centro storico mi sorprende sempre. Mi dispiace solo vederla così abbandonata, con i soliti problemi che anziché essere risolti peggiorano, soprattutto riguardo il decoro. Non ci credo che non si possa trovare una soluzione, non capisco perché la raccolta dei rifiuti non funzioni e neanche com’è possibile che i cittadini lascino per strada qualsiasi cosa, da Mondello al centro, fino alla periferia, dove ci sono montagne di rifiuti ed è scandaloso».
Soddisfatto della nuova vita professionale, magari gli sarebbe piaciuto creare qualcosa di suo, ma riconosce di essere sempre stato impegnato in attività che lo appassionavano - è anche un apprezzato dj ed ha suonato in tanti club - e quindi non averne avuto il tempo. «Inoltre – ammette – non vivo per il lavoro, starei meglio lavorando meno e sinceramente non vedo l’ora di ritirarmi, anche perché mi manca stare in mare, prima vivevo praticamente in acqua mentre, dal mio punto di vista, ormai ci sto pochissimo».
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