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È in una via di Palermo e fa miracoli: storia di una Madonna e del ponte (che non c'è)

La curiosa storia di un quadro e della chiesa intitolata a una Madonna ritenuta miracolosa. Per le vie della città puoi vedere la sua edicola votiva

Antonino Prestigiacomo
Appassionato di storia, arte e folklore di Palermo
  • 22 settembre 2024

Un quadro che riprende l'Immacolata Concezione, in via del Ponticello, a Palermo

«1556. A 16 d'aprile. Cominciò a fare miracoli Nostra Signora della Pietà al Ponticello». Così leggo dal diario di Filippo Paruta e Niccolò Palmerino. Giorni fa un ragazzo ha tirato fuori dall'immondizia un quadro a stampa con l'immagine della Vergine Maria. Si tratta dell'Immacolata Concezione di Pietro Novelli che si trova attualmente nella chiesa omonima al Capo.

In maniera spontanea l'ha appesa su un muro di una casa di fronte al suo pub, in via del Ponticello, e ha detto: «Non me la sono sentita di lasciarla là, in mezzo all'immondizia». Così facendo, involontariamente, ha ridato vita ad una storia legata proprio a quel luogo.

La via e l'adiacente piazza del Ponticello devono il loro nome a un piccolo ponte realizzato con "pietre lunghe" che univa la Guzzetta, il quartiere ebraico, alla città antica, il Cassaro degli Arabi. A sua volta, il ponticello caratterizzò il nome di una chiesa costruita nelle sue immediate vicinanze, la chiesa di "Nostra Signora della Grazia detta del Ponticello". Sul muro di una casa adiacente a questa chiesa pare vi fosse dipinta una sacra immagine della Vergine.
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Non è, invece, molto chiaro dove fosse collocato il ponticello, sebbene mi sembra di averne rintracciato una sua rimanenza nell'arco di un muro, realizzato in mattoni di cotto, che si trova all'interno di un piccolo laboratorio artistico, proprio di fronte all'immagine sacra che ha dato spunto a questo articolo.

È certo, però, che il ponticello fosse utilissimo per attraversare il fiume Cannizzaro, ovvero il Kemonia, il quale scorreva nell'attuale via Porta di Castro (un tempo detta via dei Tedeschi), proseguiva per la via Ponticello e da qui si dirigeva verso il porto meridionale della città, dove sfogava la sua forza nel mar Tirreno.

Alla fine del XVI secolo, quando il fiume fu prima tombato e poi deviato a causa dei danni che provocava straripando, il ponticello divenne inutile e perciò si pensa che fu interamente demolito.

Pietro Cannizzaro racconta che nel 1540 «era quest'immagine di Maria Vergine dipinta in un muro d'una casa presso l'accennato Ponticello, nel cui destro lato si vedeano S. Giovanni Apostolo, Evangelista, e S. Paolino, e nel sinistro S. Filippo d'Argirò, e S. Vito».

Sulla chiesa e sulla sacra immagine di Nostra Signora del Ponticello scrive anche Antonino Mongitore: «Si venera in questa chiesa un'Immagine di Nostra Signora della Grazia [...] quest'Immagine è antica sin dal 1400, quando fu dipinta a guazzo nel muro di alcune case nella via pubblica (via Maqueda), che ora si frammezza tra la Corte del Pretore, e la Casa Professa della Compagnia di Gesù.

Chiamasi del Ponticello, perché levatasi dalla pubblica strada, fu collocata in una chiesa vicina, non più che cinque canne distante, dinanzi a cui era l'accennato ponte di pietre lunge, coperto a volta, da cui pigliò il nome».

Quindi, nell'attuale via del Ponticello, vi era una chiesa distante circa 10 metri dal ponte e in prossimità della quale fu collocata l'immagine della Vergine che anticamente era stata dipinta nel muro esterno di una casa in via Maqueda.

Pare, dunque, che la chiesa originaria di Nostra Signora del Ponticello, non sia quella che vediamo nell'omonima piazza, ma che fosse costruita in prossimità dell'immagine a stampa appesa recentemente sul muro di una casa in via del Ponticello, all'altezza del civico 45.

Osservando la "supposta" rimanenza del ponticello si nota come questo taglierebbe ortogonalmente la via Ponticello in direzione del quadro appeso. Alla fine del ponticello individuato, sulla sponda nord del fiume, potrebbe esserci stata la chiesa originaria di nostra Signora delle Grazie detta del Ponticello.

Stando ai cronisti, l'immagine della Madonna del Ponticello fu ritenuta miracolosa e perciò molto venerata dai palermitani e dai forestieri. Tra tutti i miracoli tramandati vi è quello di «una povera donna della Terra di Ciminna, ossessa, e fieramente tormentata dì, e notte, da sette spiriti, fu consigliata di ricorrere a questa SS. Immagine. Tentarono i maligni spiriti impedire la sua venuta con vie più vessarla, prevedendo dovere essere astretti ad abbandonare quell'infelice: ma i suoi parenti non lasciarono di portarvela a forza; e in arrivare a piè della Vergine, gli spiriti d'un subito fuggendo, la lasciarono affatto libera, e senza più molestarla».

In virtù di tali eventi miracolosi i fedeli elargirono tante di quelle elemosine da potersi costruire una nuova e più bella chiesa e nella quale si fondò la Confraternita dei Musici. Durante la costruzione della nuova chiesa «i muratori avevano fatto un ponte di legno per comodo di far la sua volta: ma forse per non essere ben fermo, rovinò tutto il ponte strascicando seco a terra i muratori, che v'eran sopra. Gridaron tutti allora ad una voce: Madonna del Ponticello ajutateci: e per miracolo della Vergine si trovaron tutti a terra senza lesione veruna».

In seguito a tali miracoli l'Immagine venerata fu custodita all'interno della chiesa di Nostra Signora della Grazia detta del Ponticello. Intorno al 1638 il pittore monrealese Pietro Novelli dipinse una pala d'altare, raffigurante la Vergine circondata da putti e affiancata da santa Rosalia e San Giovanni Battista, proprio per la chiesa della Madonna del Ponticello. Oggi questo quadro è custodito al museo di Palazzo Abatellis.

Non sappiamo che fine fece l'affresco quattrocentesco di Nostra Signora delle Grazie al Ponticello, però se passeggiando nella via alzate la testa al civico numero 22, troverete un'edicola votiva incastonata nel muro, all'altezza del primo piano. Sembra abbandonata da tempo, ma rispondente in piccola parte alla descrizione che il padre Domenico Stanislao Alberti fece di Nostra Signora della Grazia al Ponticello: «Vi si vede la Madre Ss. col volto a color di grano, e come suol dipignersi la Madonna della Grazia, col Bambino Giesù alla mammella, e sul capo due Angioli che sostengono una corona».

Infine tra i tesori della Cattedrale di Palermo esiste una maiolica dipinta o "mattonella murale di censo" del XVII secolo raffigurante la Madonna del Ponticello.

Se passerete un giorno dalla via del Ponticello per osservare quest'edicola votiva, oppure il quadro a stampa di nessun valore artistico né materiale, o ancora la maiolica della cattedrale, ricordatevi che da qualsiasi cosa può nascere un sussulto e, perché no? Una storia.
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