ITINERARI E LUOGHI
Dove si raccoglie il sale al chiaro di luna in Sicilia: un panorama che non puoi perdere
Un'avventura che vede i salinari, eredi di un mestiere antico e affascinante, effettuare la raccolta del sale dal pomeriggio alla mezzanotte, in oltre cento vasche
La raccolta del sale allo Stagnone in notturna
Il sole, il vento e il mare sono da secoli gli ingredienti naturali delle saline del litorale trapanese e marsalese, in particolare, dove viene coltivato e lavorato un sale marino unico.
Le saline "Ettore e Infersa" iniziano adesso una nuova avventura che sa già di leggenda: la raccolta a mano del sale in notturna.
I salinari, eredi della tradizione di un mestiere antico e affascinante, faticoso ma ricco di significati storici e culturali, effettueranno la raccolta del sale dal pomeriggio alla mezzanotte, muovendosi tra le oltre cento vasche nel cuore dello Stagnone, con pale piatte alla mano, per dare corpo a un progetto ribattezzato “Il sale incontra la luna”.
Per offrire a tutti i visitatori un’esperienza senza pari, consentendo ai salinari di lavorare in condizioni climatiche ottimali per estrarre il sale marino che verrà poi confezionato negli stabilimenti della “Sosalt” di Trapani.
In uno dei luoghi più belli e immortalati della Sicilia, dunque, si fondono tradizione, turismo, memoria e industria.
La raccolta del sale è viva nel DNA dei salinari di Trapani, Nubia e Marausa, e Marsala con quest’attività è pronta a offrire il tutoraggio necessario per la formazione delle figure professionali legate al mestiere del salinaro, per tramandare tradizioni e tecniche che non possono scomparire.
Uno spettacolo nello spettacolo unico delle Saline - luogo di migrazione e stazionamento dei fenicotteri rosa e di altre ottanta specie di uccelli, con le isole Egadi e il Monte Erice a fare da sfondo naturale - quello dei salinari al lavoro, eredi di un’attività che conserva riti e segreti inalterati negli anni.
Con la visita alle diverse vasche del luogo si potrà partecipare a un esercizio unico ribattezzato “Saliturismo”: neologismo coniato nel 2016 su ispirazione dello scrittore e filosofo francese Voltaire che disse: «Chi di saline vuole veramente discorrere, occorre che giunga qui, nell’occidente della Sicilia… Vecchie, vecchissime saline, fondate già dai Fenici».
Il sale coltivato e confezionato è unico per sapore e proprietà nutrizionali, l’unico in Italia a denominazione Igp (Indicazione geografica protetta).
Diverse le fasi del processo - il lavaggio del sale appena raccolto, l'essiccazione, lo stoccaggio e il confezionamento – che avvengono tutte in un ambiente chiuso che garantisce il perfetto controllo igienico-sanitario.
Le saline di Marsala, come quelle di Trapani e Paceco, ricadono nelle Riserve Naturali Orientate che sono tra le aree più incontaminate della Sicilia Occidentale, e caratterizzate al contempo dal millenario lavoro dell’uomo in tali "impianti".
Qui, infatti, dal tempo dei Fenici conoscenza e tradizione si uniscono in maniera armoniosa alla natura per dar vita al sale marino, utilizzato da tutta la filiera alimentare italiana, e che poi si trova sugli scaffali di molti supermercati, nelle gastronomie e nei ristoranti di tutto il mondo.
E nelle saline Ettore e Infersa dello Stagnone di Marsala nasce il sale marino Integrale, una piccola ma preziosa frazione dell’intera produzione, rigorosamente raccolto a mano con metodi tradizionali tramandati da generazioni. Il mulino d’Infersa, ancora oggi perfettamente funzionante, è il punto di partenza delle attività di “Saliturismo” e ospita anche un museo multimediale.
Il sale è servito nella storia a tutti i popoli. Plinio il vecchio parla della sua coltivazione già in epoca romana in Italia, citando anche Trapani.
Ci sono altre prove scritte dell’esistenza delle saline nel trapanese risalenti all’epoca della dominazione musulmana in Sicilia; il noto cronista arabo Edrisi, nel 1154, quando descrive Trapani, cita “proprio davanti alla porta della città si trova una salina”.
La costruzione delle saline Ettore e Infersa, lungo la costa dello Stagnone, fu autorizzata tra il 1492 ed il 1508 dai viceré spagnoli di Sicilia. E qui il sale viene raccolto con il metodo tradizionale, a differenza delle altre saline che hanno dismesso i mulini.
Sperimentare una visita dei luoghi resterà indimenticabile: oltre ad assistere al processo produttivo, è possibile farne parte, indossando gli appositi stivali in gomma e raccogliendo il sale nelle acque basse, secondo le istruzioni dei salinai professionisti.
Le saline, com’è noto, si possono ammirare sia camminando sui percorsi di confine delle vasca sia navigandoci a fianco durante il percorso che porta all'Isola di Mozia.
Preziose le parole delle guide, che forniscono ogni indispensabile informazione per capire quello che si sta ammirando, mentre ci si immerge in un luogo dalla bellezza unica che ci racconta, passo dopo passo, cos’è il sale: “il mare che non ha potuto fare ritorno al cielo”.
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