CINEMA E TV
Daniela e Celeste (e Vittoria) protagoniste di un film sui diritti Lgbt: da Palermo alla Tv
Nell’ultimo anno si è tanto parlato di “L’unione falla forse”: film documentario di Fabio Leli che racconta dell'Italia delle unioni civili tra favorevoli e contrari
Il suo sguardo, questa volta, cerca di comprendere appieno la distanza tra le coppie di fatto e i contrari, quelli per cui l’omosessualità è una devianza dell’individuo, all’indomani dell’entrata in vigore della legge Cirinnà, approvata il 20 maggio del 2016 ma effettiva solo dal 5 giugno di quell’anno.
Tra le famiglie incontrate dal regista, ce n’è anche una palermitana, quella di Daniela, sua moglie Celeste e di Vittoria, la figlia. Chiacchierando con la prima, viene fuori che non c'è stata alcuna interpretazione nel film di Fabio Leli.
«Si è trattato di un reality, più che di un film -commenta la coppia arcobaleno - Dovevamo solo vivere la nostra quotidianità, come i due ragazzi di Trani, coppia complementare alla nostra, nel film».
Il film-documentario tenta di rappresentare questa normalità che contrapposta alle altre, tante "normalità" del quotidiano, per giungere ad una riflessione, in primis quella dello spettatore, per meglio affrontare e parlare di omogenitorialità che, anche alla luce della vittoria politica di due anni fa, è sempre più frequente.
La ricerca del film, pertanto, si pone l’obiettivo di mettere di fronte tre famiglie omosessuali e vari movimenti associativi eterosessuali la cui voce è arrivata a programmi televisivi, pubblicità, campagne mediatiche via social e la cui preoccupazione concerne l’incolumità della famiglia tradizionale e dei suoi figli.
Si è cercato dunque di denudare uno stereotipo: non c’è mostruosità, solo normalità in una famiglia arcobaleno, oltretutto perfettamente integrata in una comunità, quella palermitana, che di certo non può essere catalogata come omofoba o anche solo scettica nei rispetti delle unioni civili.
«È una società molto più aperta di quanto si pensi - dice Daniela, che continua precisando come - ci sia un’accettazione totale nel quotidiano».
«Alla gente - conclude - non frega nulla il più delle volte. In Qatar, ad esempio, è stato bellissimo far giocare Vittoria con dei bimbi di una famiglia musulmana, che pure dovrebbe essere assai più chiusa rispetto a noi e al nostro modo di pensare».
La verità paga, insomma. È questo il motto di Daniela, che non vive con alcuna conflittualità il proprio status, riuscendo, insieme a Celeste, a crescere Vittoria in un ambiente sano e, con l’ausilio di prodotti come "L’unione falla forse", mostrare a tutti la semplicità del quotidiano di una famiglia come le altre.
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