STORIE
Da un gruppo WhatsApp nasce un negozio solidale: a Palermo fai la spesa dai contadini
Un punto di incontro tra campagna, comunità contadina e clienti. Vi raccontiamo la storia di "Spaccio Ciauli" una realtà imprenditoriale etica nata dalle relazioni
Contadini e consumatori insieme per "Spaccio Ciauli"
A prima vista sembra un mini-market biologico, eppure, dentro, produttori e consumatori fanno parte della stessa famiglia: una cooperativa che mette assieme piccole aziende, produttori biologici e imprese sociali.
Dall'incontro di due palermitane, Alessia Rotolo e Rosita Marchese, con la Cooperativa NoE Partinico - quattro anni fa - l'idea di mettere insieme contadini e consumatori desiderosi di acquistare cibo biologico e locale.
Con il passaparola prende quindi vita un gruppo di acquisto solidale su WhatsApp dal titolo “L’arca di NoE” che conta circa 200 iscritti. Una realtà che si gestisce da sé: il giovedì sera arriva il listino con i prodotti disponibili, entro domenica si fa l’ordine e il martedì sera si ritirano.
In questi quattro anni il gruppo di consumatori però si allarga e anche i contadini e le piccole aziende che forniscono i prodotti aumentano.
Oggi, in uno spazio di 80 metri quadri in via Cluverio, a Palermo, la cooperativa inaugura la prima comunità allargata di agroecologia alimentare sostenibile cittadina: una rete di duecento privati che assieme a contadini e piccoli produttori gestisce "Spaccio Ciauli".
«La ciaula è un uccello che porta in giro, tra le varie cose, anche semi - spiega Ninni Conti in un'intervista a Italia che cambia - Noi lavoriamo molto sui semi antichi siciliani e simbolicamente la ciaula ci aiuta a portare in giro anche la passione e i valori che ci nutrono».
Pochi prodotti per una spesa locale. Un luogo che accoglie una comunità di contadini e riunisce i prodotti freschi di Ciauli AgriCoop, le marmellate e i preparati di Cuoche Combattenti, ma soprattutto le persone che con i loro acquisti contribuiscono al rispetto e alla cura della terra, delle relazioni e a una maggiore consapevolezza.
«Vogliamo organizzare appuntamenti per raccontare come vengono prodotte le materie prime che vendiamo - continua Conti - perché ne scegliamo alcune e non altre, la storia di alcuni cibi, non sempre tipici siciliani come il topinambur, che nell’economia di una piccola azienda può fare la differenza.
E poi ancora l'amore nello scegliere un prodotto, che non sempre è a favore della nostra economia, ma ci permette di fare del bene all’ambiente perché è a km0 o perché viene coltivato con metodi ecologici».
Da subito la cooperativa ha cominciato a collaborare anche con il Club Itaca, presente in tutta Italia, che si occupa di disabilità psichiche e che a Palermo ha uno spazio nel quartiere San Lorenzo.
Alcuni di questi ragazzi lavorano per preparare le cassette del gas da consegnare tutti i martedì e portano i prodotti di "Spazio Caiuli" nei mercatini del contadino in giro per la Sicilia.
«Alcune aziende della cooperativa si trovano nei territori di Corleone, Partinico, Cinisi, - spiega Conti - tutte zone coinvolte da un'ignoranza strutturale in cui è presente una mentalità mafiosa.
In queste zone mettere in regola una persona che lavora è qualcosa di anomalo, così come pagare una giusta ricompensa alle persone che si impegnano e producono.
Non è facile fare scelte di questo tipo e i nostri produttori, che non sono giovani alternativi, sono davvero ammirevoli per il coraggio e l'impegno che mettono nel prendersi cura della terra, dell'ambiente e del sociale».
Spaccio Ciauli sarà aperto dal lunedì al venerdì fino alle 17. Gli orari sono quelli di chi lavora in campagna: si comincia presto per tornare a casa nel pomeriggio.
Il sabato e la domenica sarà chiuso. Una vera e propria ambasciata del mondo contadino in cui si cerca di diffondere semi di consapevolezza su certi usi, ormai consueti, non sempre sani che spingono ad un acquisto senza senso di prodotti, obbligando anche molti giovani e non a lavorare in giorni in cui ci si dovrebbe riposare o dedicare ore del proprio tempo ad altro.
«Non è facile cambiare il sistema. Siamo una goccia nel mare, ma cosa sarebbe il mare senza la nostra goccia? Noi ci proviamo», conclude Ninni.
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