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Da Capaci agli Emirati Arabi: la famiglia Cannella è la storia (centenaria) del "buon gelato"

A pochi passi da Palermo, la tradizione gelataia della famiglia Cannella dura da cinque generazioni e oggi è in mano a Pietro che ne custodisce i segreti e la tradizione della lavorazione artigianale

  • 10 agosto 2021

Uno scatto dell'epoca di Salvatore Cannella

Nella memoria di tanti di noi, a prescindere dalla generazione di appartenenza, c'è il ricordo, soprattuto nei mesi estivi, del momento "dolce" in cui si consumava, acquistato dal venditore ambulante di turno, un gelato che era coronamento di una giornata trascorsa al mare.

Succedeva, poi, che quando il gelato era buono la voce si spargeva e un capannello di grandi e piccini faceva da contorno al punto vendita ambulante. Per quanto qualcuno sia ancora presente tra i venditori ambulanti che sostano nei pressi dei principali luoghi di balneazione, ce ne è uno che ha fatto la storia e che risponde al nome di Salvatore Cannella.

Come spesso accade le grandi imprese si costruiscono a piccoli passi e con la tenacia, e la dedizione, proprie di chi crede fermamente nel proprio lavoro.

Salvatore Cannella risponde pianamente a questa descrizione e la sua storia comincia agli inizi degli anni sessanta quando, con il suo carrettino, tutte le mattine partiva dal quartiere Ballarò, dove è nato, per raggiungere il paese di Capaci e portare le sue dolci bontà.
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Nei periodi più freschi portava bomboloni e ciambelle fritte, ricoperte di zucchero, poi, con l’arrivo dei mesi estivi, Salvatore trasformava il suo negozio ambulante in gelateria.

Si sa poi che a "parlare" sono i prodotti che si offrono e, in breve tempo, quello di Salvatore divenne il “buon gelato”.

Fu così che, nel 1961, decise di trasferirsi in pianta stabile a Capaci dove impiantò la sua gelateria nel posto dove si trova attualmente, cresciuto negli anni e passato dall’essere un'oasi in mezzo ad uno sterrato che portava e si estendeva sino alla spiaggia, ad un locale in pensa regola, punto di incontro di generazioni da allora.

Ma la tradizione del gelato nella famiglia Cannella parte da lontano e affonda le radici addirittura nel 1880. All'epoca era il bisnonno Pietro, che dal produrre bibite gassate (dalla gazzosa allo spumone al caffè) ebbe l’idea di ampliare la produzione con l’offerta del gelato artigianale.

Con i mezzi del tempo, pochissimi - all’epoca il freddo veniva prodotto con ghiaccio e sale, e le materie prime erano il latte, le uova e lo zucchero, oltre alla frutta di stagione estiva - elaborò le migliori ricette che, nel tempo, diedero i loro frutti.

La tradizione gelataia della famiglia Cannella dura da cinque generazioni e oggi è in mano a Pietro, - che come da tradizione porta il nome dell’antenato da cui è iniziato tutto - figlio di Salvatore che, alla sapienza tramandata dagli antenati unisce la tecnologia degli strumenti moderni alla ricerca di nuove ricette sempre nel rispetto delle materie prime e della genuinità.

«Io ho cominciato a lavorare in questa gelateria, 42 anni fa, praticamente prima di nascere. Mamma stava, con il pancione, dietro al banco e posso dire che il mestiere ho cominciato ad assorbirlo così».

Oggi Pietro, con la stessa dedizione che era del papà Salvatore - che, in pensione, va a sedersi in gelateria per stare accanto al figlio e, affettuosamente, supervisionarne il lavoro - custodendo così ancora la sua creatura e sentendo tutto il senso di responsabilità verso questa eredità ricevuta.

«Papà ci ha trasmesso l'idea che la gelateria fosse un membro della famiglia, da curare e far crescere, non solo un’attività - ci dice Pietro sorridendo - e questo credo si senta nel nostro gelato che rimane, ad oggi, una produzione artigianale, nonostante i mezzi di lavorazione e produzione siano più tecnologici. La nostra clientela, infatti, ricerca principalmente gusti della tradizione siciliana, come il torrone, la zuppa inglese e la cannella, che poi è anche il nostro cognome.

L'artigianalità del prodotto per me che sono l’unico erede rimasto della famiglia è il punto cardine su cui non abbiamo mai ceduto il passo; oggi i miei figli, soprattutto il più piccolo Salvatore, che porta il nome del nonno, frequenta la gelateria e comincia, in qualche modo, a prendere in mano il testimone della famiglia Cannella».

Nei mesi passati, nonostante la pandemia, Pietro ha pensato bene di far conoscere ai “palati del mondo” i loro prodotti che, al momento, vengono serviti nei ristoranti degli Emirati Arabi.

«Il mio sogno - ci ha detto Pietro, indaffaratissimo nel suo laboratorio - è quello di esportare il nostro nome nel mondo, realizzando una gelateria con l’insegna della famiglia Cannella; ci abbiamo provato nei mesi scorsi prima dell’arrivo della pandemia che, ovviamente, ha ostacolo tutto, ma non demordiamo. Sono orgoglioso del mestiere che mio padre mi ha tramandato e che sento, anche io, come un componente della famiglia e che, soprattutto, parla della Sicilia di una volta».

A tal proposito Pietro ha fatto riprodurre il carrettino dei gelati che usava il padre Salvatore, quando ancora era un ambulante, e che oggi è il supporto per le granite realizzate sempre in maniera artigianale, così come vuole la tradizione siciliana.
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