ITINERARI E LUOGHI
"Cu mancia fa muddichi" e Bagheria non si ferma: la riqualificazione urbana a colpi di murales
L’arte urbana che fino a non molto tempo fa era considerata una forma di vandalismo, scarabocchi al muro praticamente, oggi viene considerata come un prezioso strumento di riqualificazione
Si tratta di un binomio al quale ormai ci stiamo abituando sempre più, a buon ragione. L’arte di strada nasce negli Anni Settanta in America come vero e proprio strumento di denuncia, grazie al quale appropriarsi di uno spazio urbano che diveniva “carta sulla quale scrivere il proprio messaggio”.
In Europa inizia a diffondersi negli anni Ottanta e poi arriva in Italia tra gli anni Novanta e i Duemila. Noi non siamo noti proprio per la nostra precocità... Così si è assistito al crescente fenomeno non solo dei privati ma anche delle amministrazioni comunali che hanno accolto la street art, non più da punire, ma allo scopo di riqualificare intere aree urbane.
Tra i più noti rappresentanti di questa “nuova” pagina artistica palermitana ci sono senza dubbio, tra gli altri, Igor Scalisi Palminteri e Andrea Buglisi che, come è ormai risaputo, qualche cusuzza anche a Bagheria l’hanno fatta. Ma andiamo per gradi... Il passo più significativo verso la “legittimazione” della street art è avvenuto proprio pochi anni fa a Palermo, dove si è reso necessario regolamentare questa forma artistica così da valorizzarla attraverso le “Linee Guida Street Art Palermo”.
In poche parole si era parlato di istituire un vero e proprio albo di artisti da strada così, individuati dei siti di aggregazione ed espressione culturale, 28 all’inizio, questi sarebbero stati assegnati ad altrettanti street artist singoli o in gruppo che, liberi nella tecnica artistica da utilizzare, avrebbero potuto dar voce al proprio estro. Tutto ciò ovviamente prevedeva una sorta di mappa all’interno della quale gli artisti si sarebbero dovuti muovere per le loro produzioni.
Col Covid di mezzo non è chiaro come sia finita, però sappiamo per certo che la stagione della street art di Palermo e provincia è ancora così fiorente che Bagheria, sarebbe improprio dire “nel suo piccolo”, può contare già diversi esempi significativi che hanno, negli ultimi tempi, attirato anche un flusso turistico nuovo per la cittadina. Sapevate che siamo inseriti tra le mete mondiali per cui la più grande community di street art consiglia la visita? Io non sapevo neanche che esistesse un itinerario di street art! A partire dal 2020 l’architetto Cettina Castelli ha infatti ideato il progetto “Fuori cornice”, patrocinato dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Filippo Maria Tripoli.
Tutto è iniziato con il grande murale dedicato al maestro Ennio Morricone, nel cuore di Bagheria, realizzato da Andrea Buglisi che, proprio con Igor Scalisi Palminteri ne ha appena realizzato un altro sito all’ingresso autostradale di Bagheria. Da qualche tempo infatti chi entra nella “città delle ville” non vede più solo brutture, lasciatemi dire che, traffico a parte, chi non conosce Bagheria e, sbagliando, si ferma alla prima apparenza, non ne resta ammaliato appena varcato l’ingresso autostradale.
Adesso però l’attenzione viene distolta da due grandi pitture simboliche e care alla nostra cittadina proprio per i soggetti che raffigurano: Ignazio Buttitta, realizzato da Andrea Buglisi, e Renato Guttuso, realizzato da Igor Scalisi Palminteri. Più baarioti di così...due grandi e variopinte immagini che raffigurano proprio altrettanti personaggi tra i più noti di Bagheria, ben oltre i nostri confini, e che hanno fatto grande il nome della loro cittadina di origine. Questa occasione è stata inoltre preziosa perchè ha visto lavorare per la prima volta insieme Buglisi e Palminteri, buon per noi visti i risultati.
Che ne dite? All’interno del progetto “Fuori Cornice” si inserisce anche il murale di via Libertà a cura dell’artista Valeria Varagona. Il lavoro della Castelli ha ovviamente ricevuto il plauso dell’Amministrazione e di tanti cittadini ma, prima che qualche mente eccelsa inizi a dire che il sindaco anzichè usare i soldi per cose utili li butta per “mascariare” i muri, è essenziale sottolineare che questi progetti sono finanziati esclusivamente da privati e, per questo, mi piacciono ancora di più, perchè vuol dire che c’è qualcuno che ancora oggi si prende la briga di diffondere bellezza proprio laddove è maggiore la necessità.
Il processo di riqualificazione di tante aree di Bagheria si deve quindi al contributo dei cittadini. Quelli realizzati grazie al progetto “Fuori Cornice” non sono gli unici murales presenti a Bagheria, in piazza Stazione, protagonista sia della trascorsa che della futura stagione di concerti bagherese, è stata realizzata una grande opera da parte dell’artista Loste, poi la giovane bagherese Alessia Bonetta ne ha realizzato un’altra presso il punto di raccolta di Amb di viale Sant’Isidoro, e non va dimenticato il murale di piazza Indipendenza, la cui riqualificazione si è recentemente completata grazie al centro @Ecolab.
A Bagheria abbiamo inoltre visto il passaggio dei termitani “I Pittamuri” che proprio a Guttuso hanno dedicato il loro lavoro, finanziato da Ina e Franco Aliotta. Come sempre accade in questi casi, l’opinione pubblica si divide, la street art poi, già di suo, tende a scatenare commenti non sempre positivi.
A mio avviso, l’importante è fare, tanto come fai fai sbagli sempre, e qualcuno pronto a puntare il suo indicino per criticarti ci sarà in qualsiasi occasione. Ho fresco il ricordo di qualche brillantone che ebbe a dire che Morricone con il suo invito al silenzio fosse assimilabile all’atteggiamento omertoso che ha segnato la storia di noi siciliani... ah se solo si pensasse un secondo prima di aprire la bocca e far uscire tutto quello che passa da lì!
È vero che spesso non si tratta di vere e proprie opere d’arte come sovente i critici sottolineano, perchè non vi è altro che la riproduzione fedele di un soggetto senza il contributo personale dell’autore, quasi un’immagine fotografica trasposta in larga scala.
Più o meno come è avvenuto per i murales di Guttuso e Buttitta. Ciò non ne sminuisce il valore però se ci pensate, in realtà ne accresce il simbolismo proprio perchè si trovano le loro gigantografie, scarne e pure con l’essenza di questi due personaggi bene impressa nelle espressioni dei loro volti, nella posizione di una mano, in uno sguardo. E poi diciamoci la verità: cu mancia fa muddichi, quindi chi non fa per non sbagliare ma è comunque sempre pronto a criticare il prossimo è e sarà sempre in ogni circostanza lì a dire la sua. L’architetto Cettina Castelli ha già anticipato che questo non sarà certo l’ultimo dei progetti di Fuori Cornice ma che anzi già i prossimi mesi vedranno il sorgere di altre variopinte creazioni e noi non vediamo l’ora di scoprire di cosa si tratti.
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