AMBIENTE
Con l'Oreto abbiamo salvato anche Palermo: una città stanca che non si è mai arresa
È successo tanto intorno al fiume: unico sito che ha superato i 50mila voti. Se otterremo la prima posizione, avremo a disposizione 75mila euro per riqualificare l'area
Il fiume Oreto a Palermo
Oltre 50mila persone hanno votato il fiume di Palermo e se il 21 novembre eravamo terzi con 36.448 voti, il primo dicembre siamo primi con 58.281 voti. Il parziale da brivido è stato di 21.833 voti in nove giorni.
Queste cifre dicono più di quello che sembra.
Raccontano di una città stanca, ma non arresa. La costanza di questi mesi alla fine ha convinto i concittadini anche più riottosi: un cambiamento, oltre ad essere necessario ed irrinunciabile, è possibile a Palermo.
A chi dice che non dobbiamo fare politica io rispondo che la stiamo facendo. Senza ambizioni elettorali e senza simboli di partito. Il nostro progetto politico è agire contro la rassegnazione diffusa.
E se non saremo ascoltati con 58.281 voti, ne metteremo insieme 5 milioni.
Questa speranza di cambiamento risiede in realtà assopita in fondo al cuore di ogni cittadino e basta una scintilla perché si attivi. Salviamo l’Oreto è stata per questi giorni quella scintilla.
La nostra storia è piaciuta, ha convinto ed emozionato scienziati di fama mondiale, cito Florin Florineth e Gioia Gibelli, ed ha messo al lavoro con entusiasmo le professionalità cittadine, ma soprattutto reso chiaro che occupandoci del bene comune possiamo raggiungere risultati insperati.
Per essere chiari Palermo è prima nella classifica provvisoria, prima nella classifica web definitiva, unico sito ad avere superato i 50mila voti e con 14mila voti di vantaggio sulla seconda.
La classifica finale prevede anche il conteggio dei voti cartacei, e lì può succedere di tutto. Ma certamente in questi mesi ed in questi ultimi giorni la città ci ha messo il cuore, dimostrando di averne tanto. Era il nostro reale obiettivo e lo abbiamo raggiunto.
Se otterremo la prima posizione, avremo a disposizione 75mila euro: 50mila per il primo posto, 20mila per il primo posto di un sito d’acqua, 5mila per avere superato i 50mila voti.
75mila euro sono tanti e sufficienti a creare un’oasi alla foce e mettere a punto degli itinerari nei comuni di Altofonte e Monreale. Perché, ricordiamolo, il fiume non è e non deve essere solo di Palermo.
Ma è bene essere chiari, 75mila euro sono meno di una firma del sindaco o dell’assessore al Territorio.
Attualmente è in discussione una mozione che obbliga il Sindaco a destinare alle riserve naturali e ai parchi della città (Fiume Oreto e Monte Pellegrino) il 20% della tassa di soggiorno. Un importo che vale 700mila euro l’anno.
Manifesta è costata quattro milioni di euro, ed è passata via senza lasciare tracce.
Immaginate quei quattro milioni investiti nel nostro fiume. Ed anche in progetti di riqualificazione delle periferie. In progetti educativi nelle scuole.
Storie recenti di città Europee come quelle delle Città di Dresda e Madrid, Barcellona, se teniamo conto anche della costa, per non ricorrere a casi cinesi o americani, insegnano che da questi interventi le città possono rinascere.
Noi ci crediamo.
Salviamo l’Oreto è un brand collettivo, non appartiene a me o a ciascuno del comitato più di quanto non appartenga all’intera città, che voglia attivarsi per provare a disegnare una Palermo diversa e migliore.
Salviamo l’Oreto per cambiare Palermo: è una avventura appena iniziata che non intende lasciare nessuno fuori.
Neanche chi ad oggi con i suoi atti e le sue omissioni si è reso responsabile di questo degrado.
Concludo con le tre parole con le quali abbiamo condotto quattro mesi di campagna e che spero continuino ad accompagnarci: #ForzaPalermo #ilNostrOreto #SalviamolOreto.
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