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Ce l'hanno tenuta nascosta (ma ora sta per rinascere): il dono per la festa della Santuzza

C'è una pala d'altare per tanto tempo rimasta fra le mura dell'Albergo delle Povere. La stanno restaurando solo per noi. Scopri perché è importante e cosa rappresenta

Balarm
La redazione
  • 12 luglio 2024

Pala d'altare custodita all’interno della chiesa di Maria Santissima della Purificazione, dentro il complesso dell’Albergo delle Povere di Palermo

Sono infinite le sorprese che il festino di Santa Rosalia quest'anno conserva. Infatti, in occasione del quattrocentesimo anniversario dal ritrovamento delle relique della santa su Monte Pellegrino, è stato presentato il restauro "in itinere" di un'opera molto importante per Palermo e la sua Santuzza.

Si tratta di una pala d’altare assai rara, risalente al diciottesimosecolo, di Pietro e Gioacchino Martorana, rimasta per tanto tempo custodita all’interno della chiesa di Maria Santissima della Purificazione, dentro il complesso dell’Albergo delle Povere di Palermo.

L'opera in questione è un olio su tela raffigurante Santa Rosalia insieme alle sante Ninfa, Olivia e Agata, con la presenza del Santo Agatone papa. I lavori di restauro, già iniziati, sono patrocinati dall'Università Giustino Fortunato, dalla fondazione Salvare Palermo e da Inner Well Palermo Centro.

Gli interventi sono stati attuati in collaborazione con delle studentesse, del quarto anno del dipartimento di chimica e fisica per la conservazione e il restauro dei beni culturali, del corso di laurea in conservazione e restauro dei beni culturali dell'Università degli Studi di Palermo, guidate dalla professoressa Ambra Giordano.
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Domenico Tramontana, direttore della sede di Palermo dell’Università Giustino Fortunato, afferma: «Questa opera vede la presenza del primo santo papa panormita - continua - La pala d’altare è coeva all’edificio mentre tutte le altre purtroppo sono andate perdute. Questo ci ha consentito di poterla salvaguardare al fine di scongiurare anche il perdersi delle immagini proprie dell’autore».

Gli interventi sono stati e saranno realizzati con lo scopo di conoscere le tecniche esecutive dell’opera, i materiali e i fenomeni di degrado a cui l’opera è stata soggetta nel tempo. A tal fine, è stato utilizzato un innovativo metodo, completamente atossico e green, messo a punto dalla docente Ambra Giordano nel 2019, che vede l’uso di alghe e di solventi estratti dalla frutta per la rimozione delle vernici alterate.

«Siamo intervenuti sul supporto, ovvero la tela, e gli stati sovrastanti che hanno chiesto particolare attenzione - dichiara Laura Guastella, restauratrice e allieva del quarto anno di restauro dei beni culturali - L'obiettivo principale è stata la rimozione di una vernice non originale, un po' ingiallita. Abbiamo optato per un metodo "green", che consente di agire solo sulla superficie».

Gli interventi successivi riguarderanno la reintegrazione delle parti mancanti, così da restituire una visibilità unica all’intera opera.

Si tratta di un'importante acquisizione culturale per Palermo. Infatti Daniele Anselmo, presidente della Fondazione Salvare Palermo, spiega: «Abbiamo patrocinato il restauro di una pala d’altare che raramente è stata vista dai palermitani, perché la chiesa è stata per lungo tempo chiusa»

«È stato questo il nostro contributo che abbiamo voluto dare proprio nell’anno del quattrocentesimo anniversario del ritrovamento delle ossa di Santa Rosalia e quindi del Festino di Santa Rosalia» conclude Anselmo.
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