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Catania, la stilista Cori Amenta: "Io, umiliata ai controlli dell'aeroporto perché sono trans"

In un video pubblicato sui social la denuncia di Cori Amenta, stilita originaria di Noto e che da anni vive a Milano, contro un atto di trasfobia che l'ha riguardata personalmente

Balarm
La redazione
  • 27 novembre 2020

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Il racconto di Cori Amenta, stilita originaria di Noto e che da anni vive a Milano, che di rientro per motivi familiari in Sicilia ha passato dei brutti momenti all'aeroporto Fontanarossa di Catania.

È nato tutto quando l’addetto al metal detector ha sentito la voce profonda della stilista e, racconta in un video, ha deciso di chiamare i colleghi con tono divertito e iniziando a usare espressioni come: “Vieni qua subito! Ci sono calamari, ci sta il signor calamaro!”.
In Sicilia, appellativi come “calamaru”, “puppu”, “serve il prezzemolo”, “porta il limone”, sono tutte espressioni che, ha precisato dalla donna, sottintendono un’unica offesa: frocio.

“Per lo Stato Italiano – dice la stilista – io sono una donna a tutti gli effetti, anche sui documenti. Vivo da dieci anni con il mio compagno, non ho mai dato fastidio a nessuno. Trovo assurdo dover fare questi video. In un momento in cui si contesta che ci possa essere o meno una legge contro l’omotransfobia e le discriminazioni, io mi chiedo: se chi mi dovrebbe proteggere è il primo che mi insulta urlando in un aeroporto, di chi dovrei fidarmi?”
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