STORIE
Canta nella lingua usata in un piccolo borgo in Sicilia: Eleonora e la musica "resistente"
Il progetto musicale arriva dopo 15 anni di lavoro. Il galloitalico è parlato da un piccola comunità ai margini del bosco dei Nebrodi e ha radici piemontesi e liguri
Eleonora Bordonaro con i "Giudei" di San Fratello
Eleonora Bordonaro, cantautrice e interprete di Paternò, che si occupa di musica world reinterpretando canti siciliani di tradizione orale, dalla poesia popolare a quella dei cantastorie, dal repertorio contadino a quello sacro, con particolare attenzione al racconto del mondo femminile.
Dopo un lungo lavoro di ricerca, ha appena dato alla luce 'Roda' – che in gallo italico significa "Lei" - il nuovo album che conta nove brani inediti ed è cantato in una lingua 'resistente', che vive e si sviluppa esclusivamente in un Comune di poco più di 3500 abitanti, San Fratello, in provincia di Messina.
Già autrice di 'Moviti ferma' (con cui è stata finalista a 'Targhe Tenco 2020', il riconoscimento assegnato dal 1984 ai migliori dischi italiani di canzone d'autore di cui decreta la vittoria non il Club Tenco ma un'ampia e rappresentativa giuria di giornalisti musicali) e 'Cuttuni e lamé.
Lo scorso anno, nel marzo 2023, si è esibita al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia per la Giornata Internazionale della Donna, in diretta televisiva e radiofonica su Rai1.
Un bel momento, che testimonia il suo impegno dedicato alle tematiche femminili. Dal 2008 è cantante solista dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, diretta da Ambrogio Sparagna. È stata anche nominata Cavaliere al Merito della Repubblica, per le sue composizioni in siciliano, e la ricerca sul galloitalico ha vinto la sezione musica del premio "Salva la tua lingua locale" promosso dall’Unione delle Pro Loco d’Italia.
Nel percorso di esplorazione delle isole linguistiche ancora vive in Sicilia, ha preso parte al progetto 'Skanderband', che indaga il repertorio arbëreshë.
Tante le sue esperienze artistiche passate: nel 2013 ha inciso 'La Custodia del Fuoco' con il Majarìa Trio, in cui si rielaborano i testi delle raccolte ottocentesche dei demologi Lionardo Vigo, Salomone Marino e Giuseppe Pitrè in chiave etno jazz.
Con il PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble, ha preso parte alle opere contemporanee 'I was looking at the ceiling and then I saw the sky' di John Adam all’Auditorium Parco della Musica e al 'Satyricon' di Bruno Maderna per il Festival Pucciniano 2022.
Inoltre, ha fondato la Casa Museo del Cantastorie di Paternò, centro di creazione dell’arte della narrazione, producendo 'L’Orlando Innamorato' per la regia di Mimmo Cuticchio al termine di un semestre di formazione per attori, musicisti, videomaker e scenotecnici, e ha cantato le colonne sonore di film per il cinema, documentari e video d’arte tra cui 'Mine Vaganti' di Ferzan Ozpetek e 'Romanzo criminale' di Stefano Sollima.
Nel suo nuovo album, uscito il 1° marzo, l’elettronica convive felicemente con alcuni strumenti tradizionali siciliani e con le trombe dei Giudei, quelle ad un solo pistone modello 1884.
Intorno al loro 'sgrigno' (così i sanfratellani chiamano lo squillo), Puccio Castrogiovanni, arrangiatore e coautore delle musiche, ha costruito l’intero mondo sonoro che caratterizza il progetto da cui emergono nove brani originali che spaziano tra il rock, il pop e la world.
Il galloitalico è parlato da un piccola comunità ai margini del bosco dei Nebrodi e di fronte alle Isole Eolie, e ha radici piemontesi e liguri.
Un progetto nato dopo quindici anni di lavoro e ricerche, che affonda le sue radici nella storia, attraverso un dialetto italiano parlato da non più di 3500 persone, tra giovani, vecchi e bambini, che si concentrano in un fazzoletto di terra di poco meno di 70 chilometri quadrati.
«L’idea – racconta Eleonora Bordonaro - era quella di testimoniare una lingua che combatte per rimanere in vita, testimoniarla attraverso l’integrazione del mondo sonoro tradizionale del luogo, cioè quello dei Giudei, con la creatività contemporanea.
I testi originali sono dedicati al racconto del rito, prendono spunto da episodi vissuti durante gli anni della mia frequentazione della festa di Pasqua e sono stati ispirati da autori locali o semplici informatori».
Così nasce e si sviluppa questo disco, diviso per capitoli, che la Bordonaro definisce poeticamente «un viaggio sgangherato e lussuoso dentro un desiderio».
Che cos’è, dunque, Roda? «È uno squillo, una frustata e un trillo, uno schioccare di fruste e cavalli al galoppo, un urlo gridato in faccia alla morte, alla malinconia, alla solitudine. Con una risata. Vive in bilico tra festa popolare, dancehall, saggio antropologico, raduno rock, fumetto e visione mistica.
Roda è Lei, Adelasia del Vasto, che ha guidato un viaggio di genti e cambiato la storia. Sono le donne che preparano la festa degli uomini. È un villaggio nel cuore, abitato da personaggi seduttivi, solidali, grati, fuori luogo, devoti, folli, orgogliosi e sgraziati, ognuno dei quali è parte e balsamo della mia malinconia».
Il gallotalico parlato a San Fratello è un dialetto composto da frammenti di varie parlate del nord Italia formatosi in seguito all’arrivo nell’isola di soldati e coloni durante la reggenza di Adelasia del Vasto della dinastia Normanna, originaria del Monferrato, a partire dall’XI secolo.
Assolutamente incomprensibile per i non nativi, è ancora oggi quotidianamente utilizzato da tutte le generazioni e da tutte le classi sociali.
Trasmesso oralmente e scritto solo di recente, suona esotico, intatto, contro le insidie della globalizzazione linguistica e mentale, gelosamente protetto dai sanfratellani.
San Fratello è la greca Apollonia, un borgo di antica colonizzazione normanna, in cui si mescolano popolazioni provenienti da un'area dell'Italia nord-occidentale tra Vicoforte (Cuneo), Mombaruzzo (Asti), Sassello (Savona) e Calizzano (Savona).
Potrebbe essere paradigma di tutte le comunità delle aree interne per orgoglio di appartenenza, devozione alla tradizione, sapienza artigianale, fragilità idrogeologica, complessità sociale, eppure è una roccaforte di originalità per peculiarità della lingua, superbo isolamento, unicum di tradizioni, in un territorio naturale selvaggio tra il bosco che lo protegge e il mare, eterna minaccia.
I brani di questo disco sono stati ispirati per la maggior parte da esperienze vissute sul posto, e così, ad esempio, da un incontro notturno con un cavallo bianco è nata 'Iermanimei', brano legato a una leggenda che narra che per decreto il bosco di San Fratello appartiene ai bambini del paese.
Un modo originale ed efficace di promuovere la conservazione del bosco a favore delle generazioni future. Un nuovo, grande, lavoro di gruppo, quello che ha permesso di dar vita a questo nuovo album, con l'intervento di numerosi professionisti che, oltre alla parte prettamente artistica e musicale, hanno collaborato con lei per la revisione dei testi, la trascrizione ortografica delle canzoni e la produzione finale.
«Roda è dedicato a San Fratello e a tutte le cose speciali che lo contraddistinguono: la natura, la lingua, le trombe, i Giudei. È una roccaforte di originalità. Per la creazione di questo disco è stato necessario un villaggio intero che mi ha incoraggiata con racconti, suggerimenti, e rimproveri, lungo questi quindici anni di ricerca. Noi lo abbiamo fatto con amore. Voi mettete la curiosità».
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