ARTE E ARCHITETTURA
C'era un opificio, oggi un istituto di credito: Palazzo Petyx, frammento Liberty a Palermo
Tutto il mondo culturale e imprenditoriale parlava il linguaggio sinuoso dei rimandi naturaleggianti animate nella pienezza del mito della dinastia dei "re senza corona"
Palazzo Petyx
Tutto il mondo culturale e imprenditoriale parlava il medesimo linguaggio sinuoso e aggraziato dei rimandi naturaleggianti commisti a texture e superfici animate dal medesimo sogno dilagante nella pienezza del mito della dinastia dei "re senza corona".
L’architettura ne rappresentò segmento trainante lasciando giungere ai nostri giorni, nonostante la bulimia cupa dell’oscura stagione del sacco edilizio, parecchie testimonianze distinte e distanti tra loro per configurazioni e metrica ma tutte pienamente addensate attorno all’idea decorativa insita concettualmente nel dinamismo floreale.
Ne rappresenta singolare caso studio l’ex-opificio Dagnino costruito dall’ingegnere Giacomo Nicolaci nel 1906 per il mobiliere Nicolò Dagnino con accesso dalla via Enrico Albanese e da quasi un ventennio divenuto sede di Banca Santangelo, prestigioso istituto bancario ramificato in tutta l’isola e che iconicamente ha eletto l’edificio rosso/ocra a sede territoriale aperta a iniziative culturali negli spazi ipogei del piccolo auditorium.
Singolare la fascia decorata "azuolo" a motivi fitomorfici al di sotto della sequenza di mensole reggenti la soprastante copertura a falde lievemente aggettante rispetto al filo perimetrale, canonica la metrica delle cornici avvolgenti le finestre sormontate da finte piattabande dichiaratamente "basiliane", convincente il rigore compositivo complessivo, animato dal desiderio di trasmettere la piena adesione stilistica al lessico costruito all’interno del recinto della Scuola di Palermo, pur nella volontà di autonomia formale con atmosfere quasi ancora tardo-neorinascimentali.
Uno dei punti notevoli del percorso liberty urbano in direzione della prossimità alla linea di costa.
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