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Attività con le scuole e dialogo col territorio: il Parco di Tindari diventa una "meravigliosa cerniera"

Domenico Targia, neo direttore del Parco Archeologico, punta a farlo diventare una "luogo di tutti", aperto al dialogo con le altre identità del territorio

  • 5 febbraio 2021

Domenico Targia

Le parole d’ordine per il nuovo incarico dell’architetto Domenico Targia, neo direttore del Parco Archeologico di Tindari, sono confronto e conforto, che riceverà - ne è sicuro e lo ha già sperimentato - dalla squadra di lavoro che lo affiancherà.

«Parlo sin da adesso - ci ha detto il direttore Targia - a nome di tutti coloro che coadiuveranno, non voglio essere solo, e non lo sarò, nella gestione di questo prestigioso incarico».

Domenico Targia conclude con questa nomina l’arco di lavoro, durato 15 mesi, come direttore di Palazzo D’Aumale, Museo regionale di Terrasini.

«Mi preme precisare che quando si lavora con passione e dedizione l’attività quotidiana si alleggerisce di tutte le difficoltà che, fisiologicamente, si possono incontrare.

L’esperienza a Terrasini mi ha rivelato molte cose e fatto scoprire strumenti importantissimi che intendo impiegare anche nella conduzione del Parco Archeologico di Tindari.
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Assumo il nuovo incarico in punta di piedi, come si suol dire, rispettando il lavoro svolto dai colleghi che mi hanno preceduto e mettendo su una squadra di lavoro con cui lavorerò in stretta vicinanza, anche fisica, con il Dipartimento.

La fatica paga sempre”: è la frase che il direttore ripete frequentemente mettendo in campo i primi obiettivi, indispensabili, in vista dell’assunzione formale che avverrà nei prossimi giorni.

«L’esperienza al Museo regionale di Terrasini, centro virtuosissimo e culturalmente molto vivo, mi ha insegnato che è fondamentale instaurare un dialogo con il territorio a 360 gradi.

A cominciare dalle amministrazioni degli enti locali, coinvolgendo tutti gli altri enti a vario titolo (GAL, Parchi, Distretti, produttori) fino ad arrivare ai singoli cittadini.

Tra i punti che intendo avviare sin da subito c’è quello di coinvolgere tutte le scuole di qualsiasi ordine e grado perché quel fatidico “rapporto con il territorio” va costruito dai primi anni di formazione, nel rispetto di un bene che è di tutti».

Nella fattispecie il Parco Archeologico di Tindari offre delle opportunità eccezionali di promozione e sviluppo generale per la Sicilia tutta, essendo un eccezionale biglietto da visita.

A tal proposito il direttore Targia punta su un altro strumento.

«È necessario, soprattutto in questo momento di crisi generalizzata, riuscire a programmare per tempo attività e iniziative mettendo a frutto il confronto e il dialogo con tutte le realtà che si rivelano potenziali risorse del territorio.

Il Parco Archeologico di Tindari ha il privilegio di ricadere in un territorio estremamente ricco e diversificato; voglio lavorare nell’ottica di renderlo un organismo vivo che interagisca con le attrazioni legate ai Nebrodi, ai Peloritani e non ultime alle isole Eolie.

Può diventare una cerniera meravigliosa con le altre identità paesaggistiche e culturali che lo circondano; deve essere un luogo di tutti, non un luogo delle “istituzioni” ma del territorio.

Nell’ottica di una gestione che tenga sempre presente, infine, non solo la semplice attività amministrativa ma soprattutto la tutela, la valorizzazione e la promozione di un patrimonio culturale complesso e ampio voglio coinvolgere, nel rispetto dei luoghi ovviamente - così come già si fa da tempo in altre realtà del territorio nazionale dove ho avuto modo di fare esperienza - i produttori artigianali del patrimonio eno-gastronomico dell’Isola.

Frequentare un luogo di cultura deve essere anche un’ulteriore opportunità per conoscere aspetti nuovi di questa terra che è veramente ricchissima».
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