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Anche i medici siciliani scendono in piazza: solo 10 giorni di tempo per ottenere le assegnazioni

I medici "in ostaggio" del Ministero dell'Università e della ricerca, si uniscono alla protesta nazionale perché si trovano sotto scacco dei continui rinvii

Balarm
La redazione
  • 9 dicembre 2020

Protesta dei medici davanti al Miur

Sono medici laureati e già abilitati che per diventare specialisti hanno sostenuto (dopo un rinvio di due mesi) un concorso nazionale molto selettivo a settembre. Si tratta di figure di cui l’Italia ha disperatamente bisogno visti i 25mila pensionamenti dei prossimi anni.

Vista l’emergenza sanitaria in corso ma – come racconta una delle dirette interessante – soprattutto la disorganizzazione del Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) - quest’anno il concorso, invece di essere a luglio, è stato posticipato al 22 settembre.

La storia, che sembra ingarbugliata, in realtà è molto semplice nei suoi passaggi. L’unica cosa a essere ingarbugliata e assurda è la gestione del Ministero.

I medici il 22 settembre svolgono il test e tra quesiti del concorso annullati perché mal formulati e altri che vengono corretti con relativa modifica che ogni concorrente subisce al proprio punteggio originale, e (classici) ricorsi, la graduatoria definitiva non viene mai pubblicata. L’attesa è estenuante e snervante anche perché il tempo scorre.
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Passa un mese, a fine ottobre, il 26 per la precisione viene pubblicata una graduatoria provvisoria. Restano in attesa di sapere quando potranno indicare le loro scelte (specializzazione e città); inizialmente la data prevista era tra il 12 e il 17 ottobre.

Si arriva invece a novembre e il 9, viene pubblicato un annuncio indicando il "nuovo cronoprogramma (1.0)", che fissa la fase di scelta per il 23-27 novembre e le assegnazioni per il 30 novembre e le immatricolazioni dal'1 al 9 dicembre Primo scaglione straordinario fissato al 17 dicembre.

Il 23 novembre viene aperta la fase di scelta alle ore 22 di sera. Quindi la viene prolungata fino al 30 novembre. Nel frattempo alcuni ricorsi vengono vinti, altri persi: cambia la posizione del singolo candidato in graduatoria che va ricordato, permane provvisoria.

Una settimana dopo, il 30 novembre in seguito all'esito di un ricorso, vengono inseriti in graduatoria alcuni partecipanti e viene prolungata ulteriormente la fase di scelta per permettere a questi di poter esprimere le loro preferenze. La graduatoria subisce ulteriori modifiche

Si arriva a dicembre, segue nuovo cronoprogramma (2.0), che avvisa i candidati che giorno 3 dicembre saranno rese note le assegnazioni e che le immatricolazioni saranno effettuate dal 4 al 10 dicembre. La presa di servizio rimane fissata al 30 dicembre.

Ma il 3 dicembre non c'è traccia delle assegnazioni e il ministero continua a non dare risposte. Lo stesso giorno alle ore 19,30 arriva un nuovo decreto: le assegnazioni non saranno pubblicate prima del 15/12, in attesa della riunione del consiglio di stato. Il tutto accompagnato da un video del ministro Gaetano Manfredi, che si scusa chiedendo alle migliaia di medici di pazientare ancora “qualche giorno”, assicurando che questo ritardo non inficerà in alcun modo la nostra formazione.

Ad oggi i candidati attendono un ennesimo cronoprogramma (era il 3.0 o il 4.0?), con assegnazioni che – si legge nella nota che stanno diffondendo in queste ore – "saranno certamente rimandate a dopo il 15 dicembre, ma con presa di servizio sempre al 30 dicembre (perché altrimenti perdono i fondi)".

«Quindi, i fortunati che, classificandosi nelle prime 14mila posizioni, saranno vincitori di una borsa di studio – prosegue la nota – qualora fossero assegnati in una sede lontana dalla propria provincia o regione, dovrebbero riuscire a:

- immatricolarsi in tempo utile, pena la decadenza, mediante procedura interamente online in segreterie probabilmente in ferie per le vacanze di Natale;
- dare le dimissioni in tempo utile da lavori che attualmente li trovano in prima linea a combattere la pandemia e che risultano incompatibili con la scuola di specializzazione (USCA in primis, che di conseguenza rischiano di trovarsi svuotate con pochissimo preavviso);
- trovare una casa, senza neanche poterla vedere fisicamente perché impediti dal DPCM, in appena dieci giorni, sotto le feste natalizie e in piena pandemia, per essere pronti in reparto a lavorare dal 30 dicembre.

Giovedì 10 dicembre alle 10.00 in piazza Verdi i giovani medici in attesa delle assegnazioni per le scuole di specializzazione faranno un sit-in di protesta.
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