STORIE
A Termini è nata "Spiaggetta 21": l'impresa (impossibile) di due amici diventa realtà
Quando la passione supera ogni ostacolo e le imprese impossibili diventano realtà. È quello che è successo a una vecchia Fiat 500 in una piccola officina "artigianale"
"Spiaggetta 21"
Qualche mese addietro due amici, Tony Buttafarro, raffinato carrozziere e figlio d’arte e Vincenzo Aglieri Rinella, nato tra le motociclette della concessionaria del padre e con la passione delle auto d’epoca, hanno iniziato a costruire un sogno, che inseguivano da chissà quanto tempo: “rimettere a nuovo” una vecchia Fiat 500, trasformandola in una decapottabile.
Tutto è iniziato al tavolo di un bar, dinnanzi a un caffè, con uno schizzo realizzato su un tovagliolo di carta: quel disegno era una “Fiat ‘500 in “versione aperta”. Il giorno successivo i due amici erano già a lavoro e sin dal primo momento la loro autovettura è stata soprannominata: Spiaggetta 21.
«In realtà, negli anni’50, questo modello esisteva con il nome di Spiaggina - dice Vincenzo Aglieri Rinella - così ispirandoci a quel modello abbiamo deciso di acquistare una vecchia cinquecento anni Settanta, modello “L”, e abbiamo iniziato a lavorare notte e giorno senza mai fermarci».
Sono stati quattro mesi impegnativi perché si è lavorato allo stesso modo dei "battilastra" di un tempo, quando si plasmava la lamiera “colpo su colpo”.
«La principale difficoltà di realizzazione di questa autovettura è stata nel taglio della carrozzeria e il relativo posizionamento dei rinforzi alla struttura - aggiunge Tony - Altra difficoltà costruttiva: il piegamento del tubolare che abbiamo collocato a protezione della carrozzeria. Una cosa è certa è stato un lavoro pieno di soddisfazioni sin dal primo taglio della lamiera».
Anche il colore scelto è un classico intramontabile: il verde Tiffany.
Terminata la costruzione si è passati alla omologazione del mezzo con la relativa messa su strada, che ha attirato l'attenzione di molti sin dalle prime uscite della '500 decapottabile.
«Questa è una vettura dove è stata modificata la carrozzeria in modo artigianale. Tutto ciò è stato possibile grazie all’abilità di Tony che ha saputo battere la lastra come facevano un tempo», conclude Vincenzo Aglieri Rinella.
«Ma questo è solo l’inizio, perché abbiamo intenzione di cimentarci in una versione elettrica avvalendoci anche di collaborazione esterne specializzate in questo settore».
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