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A bordo di Lisca Bianca per salvare la costa: le associazioni di Palermo contro la plastica

Tanti i rifiuti raccolti in mare, dai cotton fioc, alle cannucce, dalle bottiglie ai bicchieri: per dare il buon esempio e per spronare i siciliani si mette in moto la storica barca

  • 9 ottobre 2018

I volontari accanto al Lisca Bianca

Ripulire il mare dalla plastica e dai rifiuti e cercare di sensibilizzare i cittadini a trattare con rispetto e come una grande risorsa il mare.

Accade a Palermo, nelle giornate di sabato e domenica scorsi (5 e 6 ottobre) quando circa 50 volontari sono accorsi per ripulire il tratto di mare di fronte il porticciolo della Cala con un'iniziativa dal titolo "Liberiamoci dalla plastica".

Il mayday è stato lanciato da alcune delle realtà cittadine molto sensibili all'ecosostenibilità come: l’associazione Lisca Bianca, la cooperativa Palma Nana, la Lega Navale italiana di Palermo, l’associazione Mare Vivo, il Garante dell’Infanzia del Comune di Palermo e l’Ecomuseo Mare Memoria Viva, che hanno promosso una veleggiata simbolica a cui hanno aderito una decina di barche.

«Durante l’estate abbiamo navigato a bordo delle imbarcazioni della Lega Navale, tra cui Lisca Bianca, - spiega Lucia Lauro, una delle volontarie - osservando troppo spesso rifiuti in acqua, soprattutto materiale plastico, percorrendo miglia e miglia alla ricerca di un mare pulito in cui poter fare un bagno. Il rientro al porticciolo della Cala ci poneva davanti agli occhi uno scenario aberrante, gli abitanti sembrano essere abituati a buttare in acqua di tutto: carta, cicche, lattine, bottiglie vuote di vetro e chiaramente di plastica».
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Nel tempo, per effetto del moto ondoso e dei raggi solari, le plastiche in mare si frammentano in microplastiche, entrano nella catena alimentare, divenendo cibo per i pesci e un pericolo, oltre che per gli ecosistemi marini, per la salute umana.

Da qui nasce il desiderio dei volontari di non essere osservatori passivi dello scempio quotidiano ma attori del cambiamento.

«Non vogliamo più, con il solito silenzio e atteggiamento di rassegnazione - aggiunge Lauro - essere complici di questo degrado che sta trasformando la nostra amata Palermo, splendida città d’arte, con un litorale invidiabile, in una discarica a cielo aperto».

Muniti di retini e mezzi marinari, i volontari, hanno contribuito all'eliminazione delle seguenti macroplastiche galleggianti: 3O bastoncini da cotton fioc, 24 sacchetti bianchi, colorati e neri, 57 bicchieri monouso (acqua, caffé, cocktail), 19 cannucce, 45 imballaggi (merendine, sigarette, caramelle, cornetti, biscotti), 2 scatole in polisterolo (casse da pesca, contenitore per esca, in quantitá indefinita quello disperso in piccole parti), 10 pezzi di nastro da imballaggio, scotch in parte giá colonizzato da microorganismi, 60 bottiglie e bottigliette, 2 contenitore detersivo, 1 casco, macro Frammenti di frigorifero, 15 tappi, 1 vileda, 2 preservativi, 6 pacchi di sigarette, 1 tappeto.

In quantitá indefinita invece frammenti di sacchetti e plastiche di natura non definita, grandi da 1 a 4 cm, piccoli giocattoli, resti di palloncini e nastro da dolci, 6 lattine bibite, 1 salvagente.

«In sole 4 ore in mare, - continua Lauro - i risultati rispecchiano in gran parte ció che ci aspettavamo».

«É evidente che la maggior parte dei rifiuti trovati siano in gran parte stati dispersi in banchina dai passanti o dal vento - continua - Quello che abbiamo fatto, vorrebbe essere un esempio per evitare l'ingestione accidentale o l'intrappolamento degli animali».

«Tutto finalizato alla tutela e al rispetto dell'ecosistema marino costiero. Ben vengano iniziate di questo tipo, affinché tutti, l'intera comunitá, presti attenzione al corretto e attento conferimento dei rifiuti e magari ad una riduzione e possibile sostituzione, delle materie plastiche».

Come è noto quella del'eccesso di plastiche è un'emergenza globale e l'obiettivo di tutti dovrebbe essere quello di proteggere una risorsa da cui dipende la nostra stessa sopravvivenza e che occupa il 71% del pianeta: il mare.
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