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A 20 anni salti le buche, a 102 fai slalom tra le auto: se Palermo è "nemica" dei disabili

Non solo problemi di accessibilità a monumenti e servizi, per chi cammina a 4 ruote la città è una giungla. Il reportage, tra storie di tutti i giorni e possibili soluzioni

  • 30 maggio 2024

Auto parcheggiate in doppia e tripla fila, su scivoli, strisce pedonali e persino marciapiedi.

Da via Notarbartolo a via Dante, la Palermo dei parcheggi è una giungla. E per chi si sposta in carrozzina muoversi diventa un calvario.

Le zone del centro, del Policlinico e del Civico sono le più caotiche. Il risultato è una città in doppia fila, paralizzata dal traffico, soprattutto vicino a scuole, panifici e bar. Costretti a fare slalom tra le auto, i disabili si ritrovano spesso bloccati tra soste selvagge e marciapiedi pieni di buche.

Lo sa bene Carmelo Forastieri, ex poliziotto, campione di vela, in sedia a rotelle dopo un incidente stradale. «Proprio nella mia zona - racconta - in via del Bersagliere e a piazza Don Bosco i marciapiedi sono distrutti e per me è impossibile transitare».

Carmelo si ritrova costretto a camminare in strada, insieme alle auto: «Non è il massimo della sicurezza - afferma - proprio ieri ho rischiato un incidente vicino la Cala, venivo da piazza Marina verso piazza Fonderia, anche lì i marciapiedi non sono accessibili perché mancano gli scivoli o quando ci sono, sono occupati dalle auto».
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Spostandosi verso il Politeama, tra via Sammartino e via XX Settembre la situazione è la stessa.

Parcheggi improvvisati e scivoli occupati rendono impraticabili i marciapiedi anche in zona Notarbartolo. Ogni giorno, nel primo pomeriggio, Giacinto Vaccarella va a trovare il papà 102enne in una casa di riposo, tra via Lo Jacono e via Nunzio Morello. Insieme i due fanno quattro passi fino al bar vicino.

Una visita di piacere che spesso diventa una Via Crucis: «Devo circumnavigare i marciapiedi per trovare un varco libero - racconta - I quadrivi non esistono, le strisce pedonali sono diventate dei parcheggi. Alla fine mi ritrovo a camminare con papà in mezzo alla strada con il rischio di essere investito».

Vaccarella ha scritto, più volte, al comando dei vigili urbani per segnalare le criticità. «Manca una certa sensibilità - sottolinea - Hanno aperto l'ingresso sul retro dell'ex Villa Trabia senza considerare i problemi di accessibilità per chi si sposta in carrozzina: in via Damiano Almeyda ci sono ancora le strisce blu davanti al cancello e le macchine parcheggiate».

Nel giugno 2021 il Comune aveva messo a disposizione un'applicazione per segnalare gli incivili.

La funzione permetteva, attraverso l'app PalerMobilità, di segnalare, inviando massimo tre foto, non solo i parcheggi per disabili occupati illecitamente da chi non ne ha alcun diritto, ma anche di scovare i "furbetti" delle doppie file e chi lascia la propria auto in prossimità o davanti agli scivoli.

Il progetto sperimentale purtroppo però non è arrivato neanche a "festeggiare" i sei mesi. E ad oggi, non c'è possibilità di poter comunicare in modo tempestivo un illecito se non quello di dover chiamare la municipale ed attendere una loro volante sul posto.

«In quattro mesi - spiega il comandante della polizia municipale, Angelo Colucciello - abbiamo contestato quasi il 20% in più di violazioni al Codice della Strada; doppie file, passi carrabili e posti H: quasi il 30% in più (rispetto al 1° quadrimestre del 2023).

Sono dati riferiti a tutto il territorio cittadino - continua Colucciello - in particolare al quadrilatero formato da via Libertà, via Sammartino, via Dante e via La Farina».

Per gli automobilisti sembra essere finita la pacchia anche grazie al nuovo sistema di videosorveglianza: «La control room funziona - rassicura il comandante - le telecamere attive sono 840 ed è in corso un progetto di implementazione, saranno 1400 complessive».

Nella giungla intanto ognuno fa il meglio per sopravvivere: così Mattia Vernengo, che con i suoi esperimenti sociali sulla disabilità è diventato virale sui social, ha dovuto imparare a saltare gli scalini dei marciapiedi.

«Sin da piccolino ho imparato a fare tutto da solo - racconta - a essere autonomo, so scendere e salire i gradini da solo». Dai centri commerciali della periferia palermitana al centro storico, Mattia si sposta spesso in città. Per camminare utilizza una carrozzina che lui stesso guida (come dimostrano i bicipiti allenati).

Prende bus, metro, treni senza problemi, anche se non sono accessibili. Per muoversi in autonomia si allena in palestra. Ma non tutti possono fare come Mattia: per chi ha disabilità importanti le barriere architettoniche diventano un grande limite.

Con la legge 41/1986 è stato imposto agli Enti locali di redigere un apposito Piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche esistenti, prevedendo le misure volte alla identificazione e all'eliminazione di ostacoli e barriere all'accessibilità in edifici pubblici quali scuole, alloggi, strutture sanitarie e luoghi di lavoro, viabilità e trasporti.

Ma nel capoluogo siciliano, a distanza di quasi trent'anni dall'emanazione del precetto normativo, la redazione del Piano dev'essere ancora avviata.

«Il comune di Palermo è sordo ad adempiere a quest'obbligo - spiega l'avvocato Salvatore Di Giglia, presidente dell'Ente nazionale tutela disabilità, che da oltre 30 anni si interessa di legislazione sociale in materia di handicap - a distanza di 28 anni di questo piano non c'è neanche l'ombra».

Il piano servirebbe ad individuare i luoghi accessibili e non. È il primo step per rendere la città disabled friendly, ma per redigerlo mancano i finanziamenti.

«Nel prossimo assestamento di bilancio l'area della pianificazione urbanistica chiederà al Consiglio Comunale l'appostamento delle risorse necessarie per redigere il PEBA - spiega l'assessore Maurizio Carta - così come esplicitamente stabilito anche dalle direttive generali per il PUG approvate dalla Giunta il 15/12/2023.

Una volta assegnate le risorse procederemo alla redazione del PEBA anche attraverso risorse esterne e con la consultazione dei portatori di interesse e delle realtà associative».

Ma il problema delle barriere architettoniche spesso tocca anche i privati, all'interno dei condomini: «In città vige una sorta di egoismo collettivo - continua Di Giglia - ci capitano tantissimi casi di persone con disabilità osteggiate all'interno dei condomini.

A parole tutti si mostrano gentili ma quando si tratta di fare spese condominiali per eliminare le barriere iniziano i problemi».
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