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Prima volta a Palermo: le opere di Giacomo Serpotta in mostra all'Oratorio dei Bianchi

Oltre 100 opere tra dipinti, marmi, stucchi, oreficerie, avori, coralli, disegni, stampe e testi antichi, raccontano Giacomo Serpotta in una grande esposizione a Palermo

  • 26 giugno 2017

Palermo è una città ricca di cultura sedimentata grazie alla presenza delle più grandi civiltà del passato. Lo straordinario connubio tra le arti e l'interazione tra le raffinate maestranze nella capitale siciliana tra Seicento e Settecento vedono il barocco siciliano come stile rappresentativo del periodo in cui si identifica la mostra "Il tempo di Serpotta".

Oltre 100 opere tra dipinti, marmi, stucchi, oreficerie, avori, coralli, disegni, stampe e testi antichi che raccontano, per la prima volta in una grande esposizione a Palermo nella bellissima cornice dell'Oratorio dei Bianchi e rimane fruibile al pubblico fino all'1 ottobre, uno dei momenti più affascinanti e significativi della cultura figurativa a Palermo.

L’esposizione curata dallo studioso Vincenzo Abbate è promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro, in collaborazione con la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, è organizzata da Civita Sicilia ed è visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 20. Il costo d'ingresso è di 8 euro intero, 6 euro ridotto e 4 euro ridotto speciale.
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La mostra è un'ulteriore tappa dell'impegno della Fondazione e del suo presidente Emmanuele F. M. Emanuele per la valorizzazione della cultura siciliana e delle sue espressioni artistiche più alte e a essa verrà collegato un percorso di visita dei più importanti oratori serpottiani della città.

«Sono molto lieto - afferma il presidente - di inaugurare a Palermo questa imponente e raffinata esposizione, che ha peraltro come cornice principale un luogo meraviglioso, ovvero l'Oratorio dei Bianchi fondato a metà del Cinquecento dalla Compagnia del Santissimo Crocifisso».

Giacomo Serpotta contribuì non solo a rivoluzionare l’arte dello stucco, facendolo assurgere alla dignità stessa del marmo, ma a dare elegante veste decorativa a chiese e oratori grazie anche alla sensibilità e alla disponibilità economica di importanti ordini religiosi e di facoltose confraternite e compagnie.

Il percorso della mostra, al piano terra dell’Oratorio dei Bianchi, è interamente dedicato a Serpotta e vi si possono ammirare a distanza ravvicinata gli stucchi provenienti dalla chiesa delle Stimmate, staccati prima della distruzione di fine Ottocento per far posto al Teatro Massimo.

Al primo piano, invece, si trovano sezioni tematiche strettamente correlate ma non standardizzate: molti dipinti che provengono da edifici religiosi sono messi a confronto con le grandi architetture esemplificate in mostra dagli splendidi disegni preparatori di Giacomo Amato, di cui evidenziano il vero portato innovativo.

«Questa mostra - conclude il presidente Emmanuele F. M. Emanuele - documenta stupendamente anche i profondi rapporti intercorsi tra la Sicilia, il Mediterraneo e la Spagna in età moderna, attraverso la committenza privilegiata dei Viceré spagnoli, che richiesero più volte la collaborazione professionale della Bottega Amato».
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