Un museo futurista: le visita guidate per scoprire il Palazzo delle Poste

Una delle sale interne del Palazzo delle Poste a Palermo
Torna la manifestazione de "Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), che apre le porte dei luoghi d'arte di Palermo, di quelli dimenticati e di quelli normalmente chiusi: per tutti i weekend della manifestazione, sarà possibile visitare il Palazzo delle Poste.
Il Palazzo (prenota la visita) è stato definito da diversi storici dell’arte un piccolo museo futurista. Futurista perché nelle proprie sale accoglie cinque capolavori di Benedetta Cappa Marinetti, esposti pochi anni fa anche al Guggenheim Museum di New York.
Futurista anche per la presenza di arredi originali, tendaggi, pannelli di chiara matrice futurista. Ma anche un piccolo museo tout-court per l’insieme delle opere d’arte che vi si possono ammirare fra le quali due quadri di Tato (Guglielmo Sansoni) aeropittore futurista, una tela di Piero Bevilacqua dedicata all’avveniristica televisione, una scultura di impronta classica di Corrado Vigni.
Opere e arredi incastonati in un edificio che nel giorno dell’inaugurazione, il 28 ottobre del 1934 alla presenza del Ministro delle Comunicazioni Umberto Puppini, incanta e sorprende anche per le soluzioni policrome e polimateriche degli interni e degli arredi, con una caleidoscopica esplosione di colori che fa da contrappunto ad una facciata aulica e monumentale.
Il Palazzo (prenota la visita) è stato definito da diversi storici dell’arte un piccolo museo futurista. Futurista perché nelle proprie sale accoglie cinque capolavori di Benedetta Cappa Marinetti, esposti pochi anni fa anche al Guggenheim Museum di New York.
Futurista anche per la presenza di arredi originali, tendaggi, pannelli di chiara matrice futurista. Ma anche un piccolo museo tout-court per l’insieme delle opere d’arte che vi si possono ammirare fra le quali due quadri di Tato (Guglielmo Sansoni) aeropittore futurista, una tela di Piero Bevilacqua dedicata all’avveniristica televisione, una scultura di impronta classica di Corrado Vigni.
Opere e arredi incastonati in un edificio che nel giorno dell’inaugurazione, il 28 ottobre del 1934 alla presenza del Ministro delle Comunicazioni Umberto Puppini, incanta e sorprende anche per le soluzioni policrome e polimateriche degli interni e degli arredi, con una caleidoscopica esplosione di colori che fa da contrappunto ad una facciata aulica e monumentale.
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