Visita guidata alla Chiesa di Santa Cristina La Vetere, uno dei segreti meglio conservati della Palermo normanna

L'interno della Chiesa di Santa Cristina La Vetere a Palermo
Arriva a Palermo #SettembreUnesco, un progetto che mira a valorizzare, oltre ai già noti siti della città, altri tredici luoghi dal grande impatto storico e culturale, ma non ancora iscritti nel percorso arabo normanno. Una manifestazione che si svolge dal 14 al 29 settembre, tra visite, conferenze e la Notte Bianca Unesco (leggi articolo di approfondimento).
Venerdì 20 settembre sarà possibile visitare la Chiesa di Santa Cristina La Vetere.
A pochi passi dalla Loggia dell’Incoronazione e dalla Cattedrale c’è uno dei segreti meglio conservati della Palermo normanna. Fu costruita, secondo la tradizione, tra il 1171 e il 1174 dall’arcivescovo Gualtiero Offamilio per conservare le spoglie di una delle sante patrone della città ,prima di Santa Rosalia.
La chiesa fu affidata per breve tempo ai Cistercensi ma in seguito alla sua espropriazione da parte di Enrico VI, Imperatore e Re di Sicilia, entrò a far parte dei beni della Cattedrale.
Nel 1569 fu consegnata alla neonata compagnia della SS. Trinità, detta “dei Rossi” (dall’abito dei confrati); dieci anni dopo, la compagnia venne aggregata a quella della SS. Trinità dei Pellegrini di Roma, che tra i suoi doveri aveva il seppellimento dei morti del quartiere e l’ospitalità dei pellegrini, per tre giorni.
Venerdì 20 settembre sarà possibile visitare la Chiesa di Santa Cristina La Vetere.
A pochi passi dalla Loggia dell’Incoronazione e dalla Cattedrale c’è uno dei segreti meglio conservati della Palermo normanna. Fu costruita, secondo la tradizione, tra il 1171 e il 1174 dall’arcivescovo Gualtiero Offamilio per conservare le spoglie di una delle sante patrone della città ,prima di Santa Rosalia.
La chiesa fu affidata per breve tempo ai Cistercensi ma in seguito alla sua espropriazione da parte di Enrico VI, Imperatore e Re di Sicilia, entrò a far parte dei beni della Cattedrale.
Nel 1569 fu consegnata alla neonata compagnia della SS. Trinità, detta “dei Rossi” (dall’abito dei confrati); dieci anni dopo, la compagnia venne aggregata a quella della SS. Trinità dei Pellegrini di Roma, che tra i suoi doveri aveva il seppellimento dei morti del quartiere e l’ospitalità dei pellegrini, per tre giorni.
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