Visita alla Chiesa di Santa Maria dell'Itria di Trapani: alla scoperta delle reliquie dei martiri

La Chiesa di Santa Maria dell'Itria a Trapani
La città di Trapani ha deciso di partecipare alla sua prima edizione de "Le Vie dei Tesori", ogni venerdì, sabato e domenica dal 14 al 30 settembre.
Diciannove siti, per iniziare, soprattutto chiese, ma anche torri, palazzi, cappelle, biblioteche segrete, sulle tracce dell’antico ghetto.
Esempio di barocco siciliano, Santa Maria dell’Itria, o Santa Rita, com’è più conosciuta per la grande devozione alla santa di Cascia, fu edificata sui resti di una chiesa bizantina dedicata a Santa Maria dell’Odigitria, ceduta agli agostiniani nel 1621. Proprio qui, per sottrarle ai saccheggi delle Catacombe di Santa Priscilla a Roma, furono trasportate e custodite molte reliquie di martiri.
Vi è anche sepolto il venerabile fra’ Santo di San Domenico. La facciata barocca venne progettata dall’architetto Pietro Castro e completata nel 1745. All’interno, numerosi dipinti. Spicca il Sant’Agostino di Pietro Novelli e, fra le sculture, il Crocifisso secentesco di Pietro Orlando, con il particolare rivestimento della croce in guscio di tartaruga. Si narra che, nel tentativo di spostarlo, Gesù in croce avrebbe aperto gli occhi, per manifestare il suo dissenso.
La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
Diciannove siti, per iniziare, soprattutto chiese, ma anche torri, palazzi, cappelle, biblioteche segrete, sulle tracce dell’antico ghetto.
Esempio di barocco siciliano, Santa Maria dell’Itria, o Santa Rita, com’è più conosciuta per la grande devozione alla santa di Cascia, fu edificata sui resti di una chiesa bizantina dedicata a Santa Maria dell’Odigitria, ceduta agli agostiniani nel 1621. Proprio qui, per sottrarle ai saccheggi delle Catacombe di Santa Priscilla a Roma, furono trasportate e custodite molte reliquie di martiri.
Vi è anche sepolto il venerabile fra’ Santo di San Domenico. La facciata barocca venne progettata dall’architetto Pietro Castro e completata nel 1745. All’interno, numerosi dipinti. Spicca il Sant’Agostino di Pietro Novelli e, fra le sculture, il Crocifisso secentesco di Pietro Orlando, con il particolare rivestimento della croce in guscio di tartaruga. Si narra che, nel tentativo di spostarlo, Gesù in croce avrebbe aperto gli occhi, per manifestare il suo dissenso.
La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
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