Una collettiva di artisti per "L'immagine e la pelle", la mostra al Teatro Garibaldi firmata Camera Lucida

"Luogo fuori" (part. olio su tavola, 2019) di Giuseppe Vassallo
Al Teatro Garibaldi di Palermo è allestita la mostra "Camera Lucida #1. L'immagine e la pelle", dove gli artisti dialogano in un percorso suggestivo che guida il pubblico in un viaggio e una riflessione sull'uso sociale e culturale del corpo.
L'esposizione, visibile fino al 14 settembre, nasce dall'idea dell’associazione culturale Camera Lucida, che in occasione della messa in scena delle repliche degli ultimi due lavori - "Le Serve" di J. Genet e "Art" di Y. Reza, per la regia di Franco Reina a Santa Maria dello Spasimo nel mese di agosto -, ragiona da tempo sulla natura delle immagini nelle arti visive.
In "Éloge de la simulation", Philippe Quéau afferma che «il progresso della tecnica passa attraverso la progressiva derealizzazione dell’uomo e l’incessante simulazione del reale. La simulazione non è affatto il simulacro della realtà, poiché è essa stessa a crearla». E quindi, forse, la rappresentazione della figura suggerisce un metodo di avvicinamento all'umanità.
L’allestimento della mostra è stato curato da Giuseppe Vassallo, con il contributo, per gli aspetti attinenti i testi, la presentazione e divulgazione delle opere, di Lucia Corsaro, Germana Sfameli e Serena Bartolomei, tutti soci fondatori dell'associazione.
Oltre gli artisti Marcello Buffa, Luca Crivello e Sarah Ledda, espongono i propri lavori alcuni dei soci fondatori: Franco Reina, Vittoria Spoto e Giuseppe Vassallo.
Costituita con l'obiettivo di realizzare un progetto di promozione culturale nell’ambito del teatro, delle arti visive e, in generale, degli altri linguaggi artistici e letterari, l'associazione Camera Lucida prende il nome da uno strumento di metallo, lenti e specchi, utilizzato in passato dagli artisti per sovrapporre l'immagine reale alla superficie in cui essa veniva disegnata.
Opposto alla camera oscura, per la quale il buio è essenziale, la camera lucida è un sistema in cui la luce è indispensabile per consentire all’artista di mantenere contemporaneamente fisso lo sguardo sulla realtà. Per i soci fondatori, l'associazione, quindi, rappresenta lo spazio in cui la realtà viene vista con altri occhi, dove la luce permette la riflessione di altre immagini e la riflessione per altre idee.
In analogia con lo strumento adottato dai disegnatori e pittori dell'Ottocento, la modalità di lavoro si concretizza attraverso la costante interazione, quasi una sorta di sovrapposizione, fra idea progettuale e laboratorialità, in un contesto inclusivo ed attento alla valorizzazione di talenti che collaborano all'allestimento di opere teatrali e all'organizzazione di mostre ed eventi.
Un dialogo continuo, aperto e partecipativo, che permette a giovani (e non) di sperimentare le proprie attitudini e capacità, di partecipare alla costruzione del progetto, formandosi, affinando gli strumenti e, al tempo stesso, diventando coprotagonisti nella realizzazione di un'idea.
L'esposizione, visibile fino al 14 settembre, nasce dall'idea dell’associazione culturale Camera Lucida, che in occasione della messa in scena delle repliche degli ultimi due lavori - "Le Serve" di J. Genet e "Art" di Y. Reza, per la regia di Franco Reina a Santa Maria dello Spasimo nel mese di agosto -, ragiona da tempo sulla natura delle immagini nelle arti visive.
In "Éloge de la simulation", Philippe Quéau afferma che «il progresso della tecnica passa attraverso la progressiva derealizzazione dell’uomo e l’incessante simulazione del reale. La simulazione non è affatto il simulacro della realtà, poiché è essa stessa a crearla». E quindi, forse, la rappresentazione della figura suggerisce un metodo di avvicinamento all'umanità.
L’allestimento della mostra è stato curato da Giuseppe Vassallo, con il contributo, per gli aspetti attinenti i testi, la presentazione e divulgazione delle opere, di Lucia Corsaro, Germana Sfameli e Serena Bartolomei, tutti soci fondatori dell'associazione.
Oltre gli artisti Marcello Buffa, Luca Crivello e Sarah Ledda, espongono i propri lavori alcuni dei soci fondatori: Franco Reina, Vittoria Spoto e Giuseppe Vassallo.
Costituita con l'obiettivo di realizzare un progetto di promozione culturale nell’ambito del teatro, delle arti visive e, in generale, degli altri linguaggi artistici e letterari, l'associazione Camera Lucida prende il nome da uno strumento di metallo, lenti e specchi, utilizzato in passato dagli artisti per sovrapporre l'immagine reale alla superficie in cui essa veniva disegnata.
Opposto alla camera oscura, per la quale il buio è essenziale, la camera lucida è un sistema in cui la luce è indispensabile per consentire all’artista di mantenere contemporaneamente fisso lo sguardo sulla realtà. Per i soci fondatori, l'associazione, quindi, rappresenta lo spazio in cui la realtà viene vista con altri occhi, dove la luce permette la riflessione di altre immagini e la riflessione per altre idee.
In analogia con lo strumento adottato dai disegnatori e pittori dell'Ottocento, la modalità di lavoro si concretizza attraverso la costante interazione, quasi una sorta di sovrapposizione, fra idea progettuale e laboratorialità, in un contesto inclusivo ed attento alla valorizzazione di talenti che collaborano all'allestimento di opere teatrali e all'organizzazione di mostre ed eventi.
Un dialogo continuo, aperto e partecipativo, che permette a giovani (e non) di sperimentare le proprie attitudini e capacità, di partecipare alla costruzione del progetto, formandosi, affinando gli strumenti e, al tempo stesso, diventando coprotagonisti nella realizzazione di un'idea.
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