Un viaggio a ritroso nella "età a rischio": Claudio Morici sul palco dello Spazio Franco
Claudio Morici
Nell'ambito di "Scena Nostra", la rassegna prodotta da Babel in collaborazione con Rete Latitudini, con il sostegno di Regione Siciliana e Ministero della Cultura, appuntamento con lo spettacolo dal titolo "La malattia dell'ostrica", di e con Claudio Morici.
Lo spettacolo va in scena venerdì 19 aprile, alle 21.00, sul palco dello Spazio Franco ai Cantieri culturali alla Zisa.
Dopo aver studiato decine di biografie per un programma tv sui libri, Claudio ha avuto una sorta di illuminazione: gli scrittori sono tutti matti. Hanno subito guerre mondiali, miseria, traumi infantili, hanno avuto genitori terribili, come minimo un paio di grandi amori non corrisposti. È gente che sta malissimo, parliamoci chiaro.
Ne trova conferma anche nella letteratura scientifica: percentuali di suicidio altissime, ricoveri superiori alla media, disturbo bipolare quasi sicuro, alcolismo diffusissimo.
Il problema è che Claudio, scrittore anche lui, ha un figlio di 4 anni che manifesta già velleità autoriali. Che fare? Come comportarsi?
Ed è proprio sulle vite di questi scrittori che Claudio, durante tutto lo spettacolo, interviene con rapide e significative schede biografiche.
Si parla di Cesare Pavese che si è imbottito di farmaci in una squallida stanzetta d’albergo torinese. Di Emilio Salgari che si è sventrato con un coltello da cucina. Psicotici come Campana, paranoici come Gadda, narcisisti come Gabriele D’annunzio. Giovanni Pascoli è morto di cirrosi epatica: il “fanciullino” era un’alcolista cronico che veniva raccattato per strada.
Quanti lo sanno? Perché ci concentriamo sulla bellezza della perla e nascondiamo ai nostri figli e (e spesso a noi stessi) la malattia dell'ostrica che l’ha prodotta? Ma sopratutto, perché nonostante tutto questo, quando stiamo male ancora andiamo in libreria?
Attraverso incursioni nella vita dei grandi della letteratura, Claudio troverà un modo per accompagnare suo figlio nella tempestosa età preadolescenziale.
Ma soprattutto compie un viaggio a ritroso nella propria "età a rischio", ripercorrendo un disagio personale che, come accade a milioni di persone, è stato curato proprio grazie alla bellezza dei libri, grazie al lavoro di centinai geniacci che hanno prodotto perle della letteratura. Perché gli scrittori ci salvano la vita.
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