Un omaggio alla Sicilia più autentica e all'animo umano: tre grandi artisti al "BarbablùFest"
Donatella Finocchiaro, Adriano Giannini e Pippo Kaballà
Giunta al suo secondo anno è una delle manifestazioni più attese dell’isola. Ritorna il BarbablùFest nell'area archeologica di Morgantina, e ritorna, sibillino e irriverente.
È questo il mood creato dai suoi ideatori, Pietrangelo Buttafuoco e il regista e drammaturgo Giuseppe Dipasquale: una miscela inestricabile di musica popolare e colta, teatro classico e palcoscenico impegnato, ovvero tutto quello che la testa ci fa dire sul mito, teatro, musica e altro, lontani dallo scontato, dalla stagione preordinata, dal cartellone costruito a tavolino.
Dieci serate di grande teatro e musica fino al 7 agosto.
Il 26 luglio, nella cornice di Villa romana del Casale, a Piazza Armerina l'eclettico musicista siciliano Pippo Kaballà accompagnato dal pianista e fisarmonicista Antonio Vasta propone un "Viaggio immaginario nella Sicilia della memoria", dove contaminerà di frasi, parole, stili, brani e poesie di Sciascia, Pirandello, Consolo e Brancati, le sue canzoni riarrangiate in modo essenziale e raffinato, che sfiorano i confini della colonna sonora e ricche di citazioni di musica colta, mentre su uno schermo scorrono immagini dai film storici di Visconti, dei Taviani, di Straub e Huillet fino ai cinegiornali.Tutto questo per narrare di una terra, un popolo, un “modus vivendi” dove la canzone diventa presupposto per un viaggio immaginario sul filo della memoria.
Oggi come ieri, "La Lupa" è la donna che non si vergogna della sua sensualità e viene per questo additata dal contesto sociale perché libera, strana, diversa. Lei, che di quella tentazione amorosa e carnale per Nanni si considerava la vittima. L’ossessione la spinge fino al gesto estremo di dargli in sposa la figlia Mara, per non perderlo.
Anche Nanni cade in questo vortice, si trascina a ginocchioni in penitenza lungo la processione, ma non riesce a liberarsi dalla tentazione della Lupa. Il gioco tra vittima e carnefice è un gioco al massacro. Insieme vivono nel “peccato”, e nella follia. Forse solo la morte potrà salvarli.
Un'altra pagina teatrale molto attesa sarà affidata a Adriano Giannini, il 29 luglio con "Lo straniero di Camus" (ancora al parco archeologico di Morgantina). Meursault è un terribile innocente: straniero alla società ed anche a se stesso. È un apatico, un uomo senza qualità e senza guizzi, un “terribile innocente” per dirla con Sartre, uno che non cerca giustificazioni né difese, persino la menzogna gli è estranea e finirà nel grigiore di una mancata difesa.
Nel 1957 Albert Camus vince il Nobel perché “La sua opera mette in luce i problemi presenti ai giorni nostri alla coscienza degli uomini”. I giorni nostri di allora si riflettono nei giorni nostri di oggi, nell’uomo di ieri un presente che è un passato a noi caro per chiederci dei perché. Un romanzo tradotto in quaranta lingue, da cui Luchino Visconti ha tratto nel 1967 l’omonimo film con Marcello Mastroianni
È questo il mood creato dai suoi ideatori, Pietrangelo Buttafuoco e il regista e drammaturgo Giuseppe Dipasquale: una miscela inestricabile di musica popolare e colta, teatro classico e palcoscenico impegnato, ovvero tutto quello che la testa ci fa dire sul mito, teatro, musica e altro, lontani dallo scontato, dalla stagione preordinata, dal cartellone costruito a tavolino.
Dieci serate di grande teatro e musica fino al 7 agosto.
Il 26 luglio, nella cornice di Villa romana del Casale, a Piazza Armerina l'eclettico musicista siciliano Pippo Kaballà accompagnato dal pianista e fisarmonicista Antonio Vasta propone un "Viaggio immaginario nella Sicilia della memoria", dove contaminerà di frasi, parole, stili, brani e poesie di Sciascia, Pirandello, Consolo e Brancati, le sue canzoni riarrangiate in modo essenziale e raffinato, che sfiorano i confini della colonna sonora e ricche di citazioni di musica colta, mentre su uno schermo scorrono immagini dai film storici di Visconti, dei Taviani, di Straub e Huillet fino ai cinegiornali.Tutto questo per narrare di una terra, un popolo, un “modus vivendi” dove la canzone diventa presupposto per un viaggio immaginario sul filo della memoria.
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Causa covid, viene rimandato a lunedì 1 agosto lo spettacolo La Lupa firmato da Donatella Finocchiaro e Luana Rondinelli, che sarebbe dovuto arrivare sul palco mercoledì 27 luglio). Chi ha già acquistato i biglietti può conservarli e utilizzarli l’1 agosto, oppure chiedere il rimborso scrivendo a info@terzomillennio.infoOggi come ieri, "La Lupa" è la donna che non si vergogna della sua sensualità e viene per questo additata dal contesto sociale perché libera, strana, diversa. Lei, che di quella tentazione amorosa e carnale per Nanni si considerava la vittima. L’ossessione la spinge fino al gesto estremo di dargli in sposa la figlia Mara, per non perderlo.
Anche Nanni cade in questo vortice, si trascina a ginocchioni in penitenza lungo la processione, ma non riesce a liberarsi dalla tentazione della Lupa. Il gioco tra vittima e carnefice è un gioco al massacro. Insieme vivono nel “peccato”, e nella follia. Forse solo la morte potrà salvarli.
Un'altra pagina teatrale molto attesa sarà affidata a Adriano Giannini, il 29 luglio con "Lo straniero di Camus" (ancora al parco archeologico di Morgantina). Meursault è un terribile innocente: straniero alla società ed anche a se stesso. È un apatico, un uomo senza qualità e senza guizzi, un “terribile innocente” per dirla con Sartre, uno che non cerca giustificazioni né difese, persino la menzogna gli è estranea e finirà nel grigiore di una mancata difesa.
Nel 1957 Albert Camus vince il Nobel perché “La sua opera mette in luce i problemi presenti ai giorni nostri alla coscienza degli uomini”. I giorni nostri di allora si riflettono nei giorni nostri di oggi, nell’uomo di ieri un presente che è un passato a noi caro per chiederci dei perché. Un romanzo tradotto in quaranta lingue, da cui Luchino Visconti ha tratto nel 1967 l’omonimo film con Marcello Mastroianni
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