"Odyssey", l'istallazione realizzata da Ai Weiwei per Palermo
Oltre mille metri quadrati di floorpaper con un motivo iconografico composto da un intreccio di immagini tratte dai social media e dal materiale raccolto dall'Artista Ai Weiwei nel corso dei suoi viaggi nei diversi campi profughi del mondo: l'Artista realizza questa istallazione dal titolo "Odyssey" per la città di Palermo, organizzata da ruber.contemporanea, in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Palermo dICODA Dipartimento di Comunicazione e didattica dell'Arte.
"Odyssey" nasce da un progetto di ricerca sui rifugiati e sui campi profughi nel mondo, avviato nel 2015 dal grande Artista cinese che vive e lavora tra Berlino e Pechino ed è stato promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e da Amnesty International Italia nell’ambito di "Diritti in Cantiere", una ricca serie di iniziative culturali ed educative che ha preceduto i lavori della sua 32esima Assemblea generale.
Le illustrazioni stilizzate in bianco e nero presentano immagini giustapposte, come nella pittura vascolare greca, e i contenuti rimandano all'immaginario mediatico del XXI secolo, rappresentato da scene di militarizzazione, migrazione, fuga e distruzione.
Un progetto di ricerca che ha radici profonde, come spiega lo stesso Artista: «Ho pensato alla mia esperienza come rifugiato. Quando sono nato, mio padre, Ai Qing, è stato denunciato come nemico del partito e del popolo. Siamo stati mandati in un campo di lavoro in una regione remota lontano da casa [...] È un'esperienza terribile essere considerato straniero nel tuo paese, nemico della tua gente e delle cose che più mio padre amava».
Ai Weiwei, da sempre impegnato tra attivismo politico e ricerca artistica, è forse l’Artista cinese oggi più famoso nel mondo. Il suo interesse per lo studio di questo tema nasce nel 2011 quando viene arrestato, e si concretizza nel 2015 quando gli viene restituito il passaporto e la possibilità di viaggiare fuori dalla Cina per visitare i campi profughi di diversi paesi.
"Odyssey" nasce da un progetto di ricerca sui rifugiati e sui campi profughi nel mondo, avviato nel 2015 dal grande Artista cinese che vive e lavora tra Berlino e Pechino ed è stato promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e da Amnesty International Italia nell’ambito di "Diritti in Cantiere", una ricca serie di iniziative culturali ed educative che ha preceduto i lavori della sua 32esima Assemblea generale.
Le illustrazioni stilizzate in bianco e nero presentano immagini giustapposte, come nella pittura vascolare greca, e i contenuti rimandano all'immaginario mediatico del XXI secolo, rappresentato da scene di militarizzazione, migrazione, fuga e distruzione.
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L'istallazione realizzata per Palermo rappresenta una straordinaria forza che condensa in una grafica allo stesso tempo terribile per la forza dei contenuti e accattivante per la pulizia della forma, le immagini raccolte in questi anni di ricerca.Un progetto di ricerca che ha radici profonde, come spiega lo stesso Artista: «Ho pensato alla mia esperienza come rifugiato. Quando sono nato, mio padre, Ai Qing, è stato denunciato come nemico del partito e del popolo. Siamo stati mandati in un campo di lavoro in una regione remota lontano da casa [...] È un'esperienza terribile essere considerato straniero nel tuo paese, nemico della tua gente e delle cose che più mio padre amava».
Ai Weiwei, da sempre impegnato tra attivismo politico e ricerca artistica, è forse l’Artista cinese oggi più famoso nel mondo. Il suo interesse per lo studio di questo tema nasce nel 2011 quando viene arrestato, e si concretizza nel 2015 quando gli viene restituito il passaporto e la possibilità di viaggiare fuori dalla Cina per visitare i campi profughi di diversi paesi.
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