"Argonautiche": il mare nei dipinti della artista elvetica Carla Horat a Palazzo Riso
In foto l'opera "Il mare color del sangue"
Il Polo Museale Regionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, ospita, negli spazi della foresteria, la mostra, a cura di Giovanni Bonanno, dell’artista elvetica Carla Horat che ha scelto Palermo come sua casa.
"Argonautiche" è un viaggio nel mito, visioni di mare, di cui l’artista evoca il mistero di colori, forme, riflessi, paesaggi, abissi, vastità, morbidezza e durezza. Un mare le cui acque si tingono del rosso del sangue, quello della Horat, che «nell’unità di una pittura satura di suggestioni e fragrante di blu», come scrive Giovanni Bonanno nell’introduzione al catalogo, individua «due dimensioni semantiche, che ne connotano la valenza all’interno di una propria dialettica.
La prima definita da ampie stesure aeree, che sanno di nuvole danzanti nella spazialità, cadenzate da astrazioni formali à plat. L’altra contrassegnata da scattanti tratti magmatici, il cui dinamismo innerva nella materia un’indomita energia cosmica. Espressioni differenti di un profondo sentire in cui l’artista esplicita la sua concezione del mare, che contempla nella idealità del sogno o nella tormenta che si abbatte sulla vita».
Figlia di un noto acquerellista, nata a Basilea, docente di incisione all'Accademia di Belle Arti di Palermo e al Centro Internazionale di Grafica di Venezia, con la mostra Argonautiche, crea l'anello di congiunzione con il progetto della Sezione della stampa litografica che il Museo Riso è in procinto di inaugurare a Palazzetto Agnello.
La donazione dell'intero mestiere litografico di Maurilio Catalano ha rappresentato il punto di partenza per questa straordinaria esperienza del Museo Laboratorio della stampa litografica».
"Argonautiche" è un viaggio nel mito, visioni di mare, di cui l’artista evoca il mistero di colori, forme, riflessi, paesaggi, abissi, vastità, morbidezza e durezza. Un mare le cui acque si tingono del rosso del sangue, quello della Horat, che «nell’unità di una pittura satura di suggestioni e fragrante di blu», come scrive Giovanni Bonanno nell’introduzione al catalogo, individua «due dimensioni semantiche, che ne connotano la valenza all’interno di una propria dialettica.
La prima definita da ampie stesure aeree, che sanno di nuvole danzanti nella spazialità, cadenzate da astrazioni formali à plat. L’altra contrassegnata da scattanti tratti magmatici, il cui dinamismo innerva nella materia un’indomita energia cosmica. Espressioni differenti di un profondo sentire in cui l’artista esplicita la sua concezione del mare, che contempla nella idealità del sogno o nella tormenta che si abbatte sulla vita».
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«Il Polo del contemporaneo - dichiara la direttrice, Valeria Patrizia Li Vigni - apre una nuova riflessione sull'arte incisoria attraverso l'opera di Carla Horat Albiero che, con i suoi alberi spogli, i suoi paesaggi sempre diversi, i miti, i suoi colori acquerellati e intensi, offre innumerevoli suggestioni.Figlia di un noto acquerellista, nata a Basilea, docente di incisione all'Accademia di Belle Arti di Palermo e al Centro Internazionale di Grafica di Venezia, con la mostra Argonautiche, crea l'anello di congiunzione con il progetto della Sezione della stampa litografica che il Museo Riso è in procinto di inaugurare a Palazzetto Agnello.
La donazione dell'intero mestiere litografico di Maurilio Catalano ha rappresentato il punto di partenza per questa straordinaria esperienza del Museo Laboratorio della stampa litografica».
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