Monumenti scomparsi e antiche vedute cittadine: la Catania del passato in due mostre

Veduta di Catania in una cartografia antica
Tra vedute cittadine, monumenti scomparsi e colate laviche ecco che all’Archivio di Stato di via Vittorio Emanuele a Catania, si compie un viaggio nella Catania del passato con le due mostre "Catania com'era, dalle antichità alle difese della città" e "I monasteri di clausura e gli edifici conventuali di Catania tra Settecento e Ottocento".
Documenti e immagini che consentono al pubblico di osservare le trasformazioni urbane e suburbane del capoluogo sono divisi in tre sezioni: La prima, curata dai professori Enrico Iachello e Paolo Militello dell’università di Catania, è dedicata all’antichità ritrovate nelle vedute cittadine dipinte tra il Cinquecento e il Seicento: l’Anfiteatro, il Colosseo, il Foro o gli Acquedotti, simili a quelli romani.
La seconda sezione è curata dall'ingegnere Salvatore Maria Calogero ed è dedicata alle rappresentazioni cartografiche del castello Ursino e della cinta muraria che dal 1541 al 1553 fu rinforzata, su iniziativa di Carlo V, con i bastioni e la cortina nel lato sud della città.
La terza sezione infine è curata dalla direttrice dell’Archivio di Stato Anna Maria Iozzia ed è dedicata alla documentazione legata all’antichità, ai monumenti scomparsi o non più fruibili e alle difese della città tra atti notarili, concessioni, descrizioni minuziose e corrispondenza.
Documenti e immagini che consentono al pubblico di osservare le trasformazioni urbane e suburbane del capoluogo sono divisi in tre sezioni: La prima, curata dai professori Enrico Iachello e Paolo Militello dell’università di Catania, è dedicata all’antichità ritrovate nelle vedute cittadine dipinte tra il Cinquecento e il Seicento: l’Anfiteatro, il Colosseo, il Foro o gli Acquedotti, simili a quelli romani.
La seconda sezione è curata dall'ingegnere Salvatore Maria Calogero ed è dedicata alle rappresentazioni cartografiche del castello Ursino e della cinta muraria che dal 1541 al 1553 fu rinforzata, su iniziativa di Carlo V, con i bastioni e la cortina nel lato sud della città.
La terza sezione infine è curata dalla direttrice dell’Archivio di Stato Anna Maria Iozzia ed è dedicata alla documentazione legata all’antichità, ai monumenti scomparsi o non più fruibili e alle difese della città tra atti notarili, concessioni, descrizioni minuziose e corrispondenza.
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