La visione di Dio secondo l'artista Juan Fielitz: l’opera in mostra per "Sacosanctum.13"

Oratorio di San Mercurio a Palermo
In esposizione all’oratorio di San Mercurio di Palermo l’opera di Juan Fielitz per "Sacosanctum.13", rassegna a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto con l'associazione Amici dei Musei Siciliani. La mostra è allestita e aperta dalle 19 di venerdì 30 novembre fino al 20 dicembre.
La sua ricerca estetica, derivata dal Dada e dal Bauhaus, si concentra sulla raccolta e l’archiviazione di immagini, assemblate e rielaborate attraverso la tecnica del collage. Il nascondere, l’evidenziare, il generare e delimitare spazi vuoti, il giocare con le scale di grandezza e l'uso preponderante del colore nero sono solo alcuni degli espedienti che l'artista usa per evidenziare quell’ammontare di dubbi e di sentimenti ambigui che emergono di fronte alla visione di un'immagine.
Juan Fielitz offre un’interpretazione della visione di Dio, ancorato in terra ma al contempo connesso ad un sacro Empireo. Un dito alzato in cielo, di leonardesca memoria, sembra indicare una via. È un gesto che condensa in sé una spiritualità pura ed energica, il cui perfetto contrappunto sta in una singola gamba, in equilibrio sulla cima di un piccolo promontorio.
Cofondatore insieme a Erika Bernhardt dello studio di design “Estudio Blende” (Montevideo, 2017), Juan Fielitz (1990) ha esposto dal 2015 in collettive e personali in Uruguay e Cile e lavorato in pubblicazioni e progetti editoriali in Uruguay, Germania, Belgio ed Olanda. Nel 2014 è stato vincitore del premio “Diseñadores Emergentes” promosso dal Centro Cultural de España (CCE) di Montevideo.
La sua ricerca estetica, derivata dal Dada e dal Bauhaus, si concentra sulla raccolta e l’archiviazione di immagini, assemblate e rielaborate attraverso la tecnica del collage. Il nascondere, l’evidenziare, il generare e delimitare spazi vuoti, il giocare con le scale di grandezza e l'uso preponderante del colore nero sono solo alcuni degli espedienti che l'artista usa per evidenziare quell’ammontare di dubbi e di sentimenti ambigui che emergono di fronte alla visione di un'immagine.
Juan Fielitz offre un’interpretazione della visione di Dio, ancorato in terra ma al contempo connesso ad un sacro Empireo. Un dito alzato in cielo, di leonardesca memoria, sembra indicare una via. È un gesto che condensa in sé una spiritualità pura ed energica, il cui perfetto contrappunto sta in una singola gamba, in equilibrio sulla cima di un piccolo promontorio.
Cofondatore insieme a Erika Bernhardt dello studio di design “Estudio Blende” (Montevideo, 2017), Juan Fielitz (1990) ha esposto dal 2015 in collettive e personali in Uruguay e Cile e lavorato in pubblicazioni e progetti editoriali in Uruguay, Germania, Belgio ed Olanda. Nel 2014 è stato vincitore del premio “Diseñadores Emergentes” promosso dal Centro Cultural de España (CCE) di Montevideo.
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