La storia di un rito arcaico e rivoluzionario: "Baccanti", la tragedia di Euripide al Teatro Biondo
"Baccanti" (foto di Antonio Parrinello)
Baccanti parla di un rito arcaico. Questa tragedia ci appare oggi misteriosa e rivoluzionaria in quanto l’autore sembra rinunciare definitivamente all’idea che vi sia una forza ordinatrice alla base del Cosmo.
La tragedia di Euripide approda nella Sala Grande del Teatro Biondo di Palermo dall'1 al 6 febbraio, con la traduzione e l'adattamento di Laura Sicignano e Alessandra Vannucci e per la regia di Laura Sicignano.
In scena sul palco gli attori Aldo Ottobrino, Manuela Ventura, Egle Doria, Lydia Giordano, Silvia Napoletano, Alessandra Fazzino, Franco Mirabella, Silvio laviano. Le musiche originali sono eseguite dal vivo da Edmondo Romano. Lo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile di Catania.
Bacco è un’entità androgina ed eversiva: è il regista che tiene segretamente le fila di tutti gli eventi. La divinità dai molti nomi e dalle molte storie, che più di tutte tra i greci rappresenta il Caos, è al tempo stesso il legame con la Zoè, la forza vitale che tutto attraversa. Dio e disordine finiscono per identificarsi, così come Penteo e Dioniso si contrappongono e si rispecchiano come due opposti che si attirano e si respingono.
Nella stanza di un museo infestato da presenze malefiche, che forse è la traduzione spaziale della mente di Penteo, si manifestano apparizioni e scomparse di sogni e di inconfessabili desideri. Siamo in un circo demoniaco, dove regnano metamorfosi e travestimento.
Baccanti è la celebrazione del mistero prepotente fino all’assurdo di Dioniso, della Zoé che non ha morale, la cui sacerdotessa è la potenza dell’imprevedibile forza eversiva femminile. Baccanti è una distruzione e una rinascita. In quest’opera Euripide sembra esprimere l’intuizione che nella cultura occidentale stia avvenendo una fine e un nuovo inizio.
La tragedia di Euripide approda nella Sala Grande del Teatro Biondo di Palermo dall'1 al 6 febbraio, con la traduzione e l'adattamento di Laura Sicignano e Alessandra Vannucci e per la regia di Laura Sicignano.
In scena sul palco gli attori Aldo Ottobrino, Manuela Ventura, Egle Doria, Lydia Giordano, Silvia Napoletano, Alessandra Fazzino, Franco Mirabella, Silvio laviano. Le musiche originali sono eseguite dal vivo da Edmondo Romano. Lo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile di Catania.
Bacco è un’entità androgina ed eversiva: è il regista che tiene segretamente le fila di tutti gli eventi. La divinità dai molti nomi e dalle molte storie, che più di tutte tra i greci rappresenta il Caos, è al tempo stesso il legame con la Zoè, la forza vitale che tutto attraversa. Dio e disordine finiscono per identificarsi, così come Penteo e Dioniso si contrappongono e si rispecchiano come due opposti che si attirano e si respingono.
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Baccanti è un mondo rovesciato dove il razionale, virile, Penteo, il re dalle certezze assolute, viene sedotto dall’ambiguo straniero, che lo irretisce in un gioco al massacro, dove sarà proprio la madre Agave a smembrarlo gioiosamente, mentre i vecchi Cadmo e Tiresia sono follemente sapienti e amorali, le donne non rispettano le regole e si inebriano danzando e fondendosi con la natura.Nella stanza di un museo infestato da presenze malefiche, che forse è la traduzione spaziale della mente di Penteo, si manifestano apparizioni e scomparse di sogni e di inconfessabili desideri. Siamo in un circo demoniaco, dove regnano metamorfosi e travestimento.
Baccanti è la celebrazione del mistero prepotente fino all’assurdo di Dioniso, della Zoé che non ha morale, la cui sacerdotessa è la potenza dell’imprevedibile forza eversiva femminile. Baccanti è una distruzione e una rinascita. In quest’opera Euripide sembra esprimere l’intuizione che nella cultura occidentale stia avvenendo una fine e un nuovo inizio.
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