L'arte senza tempo di Salvatore Caputo: la mostra "Patchwork" allo Steri di Palermo
Dettaglio dell'opera "Entroterra" di Salvatore Caputo
La Sala delle Verifiche di Palazzo Steri accoglie un viaggio attraverso sessant'anni di creatività con la mostra "Patchwork" di Salvatore Caputo, un artista che ha saputo intrecciare passato e presente in opere dense di significato e suggestione.
Inaugurata venerdì 11 ottobre 2024 alle ore 18.00, l'esposizione, curata da Danilo Maniscalco, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Palermo e del Centro Internazionale di Etnostoria – Fondazione Aurelio Rigoli, invita il visitatore a immergersi in una narrazione artistica che attraversa il tempo. Un omaggio alla sacralità dell'arte che si radica nella tela e parla attraverso colori e forme.
«Quel che oggi l’artista si propone di mostrare al pubblico - spiega Maniscalco nel suo testo critico - è il messaggio trasversale che il culto dell’arte mediterranea reca con sé attraverso i secoli distanti e gli anni a noi più prossimi, è cioè, quella capacità di divenire cosciente registro del proprio tempo in accordo con le trasformazioni incidenti il proprio spazio e la cultura comune».
A colpire è la capacità di Caputo, di rimanere fedele alla sacralità tipica del lavoro d’artista, quella freschezza di significato impresso attraverso composizioni “parlanti” nell’incontro della massa pittorica che si radica alle trame della tela per raccontare una storia; quella capacità di destare “interessi” diversi, da fruitore in fruitore da opera in opera».
La mostra è visitabile dal 14 ottobre al 14 novembre, tutti giorni esclusi sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
Inaugurazione venerdì 11 ottobre 2024, ore 18.00. Finissage con presentazione delle opere mercoledì 13 novembre alle 18.00, tra la Sala delle Verifiche e la Biblioteca di Etnostoria Vittorietti, entrambe all’interno del complesso di Palazzo Steri.
Inaugurata venerdì 11 ottobre 2024 alle ore 18.00, l'esposizione, curata da Danilo Maniscalco, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Palermo e del Centro Internazionale di Etnostoria – Fondazione Aurelio Rigoli, invita il visitatore a immergersi in una narrazione artistica che attraversa il tempo. Un omaggio alla sacralità dell'arte che si radica nella tela e parla attraverso colori e forme.
«Quel che oggi l’artista si propone di mostrare al pubblico - spiega Maniscalco nel suo testo critico - è il messaggio trasversale che il culto dell’arte mediterranea reca con sé attraverso i secoli distanti e gli anni a noi più prossimi, è cioè, quella capacità di divenire cosciente registro del proprio tempo in accordo con le trasformazioni incidenti il proprio spazio e la cultura comune».
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«Sono tutte opere “rubate” al tempo - prosegue - superstiti di tempi passati, e sono tutte animate dal sogno e dispiegate insieme a risuonare in questo suggestivo spazio raccolto.A colpire è la capacità di Caputo, di rimanere fedele alla sacralità tipica del lavoro d’artista, quella freschezza di significato impresso attraverso composizioni “parlanti” nell’incontro della massa pittorica che si radica alle trame della tela per raccontare una storia; quella capacità di destare “interessi” diversi, da fruitore in fruitore da opera in opera».
La mostra è visitabile dal 14 ottobre al 14 novembre, tutti giorni esclusi sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
Inaugurazione venerdì 11 ottobre 2024, ore 18.00. Finissage con presentazione delle opere mercoledì 13 novembre alle 18.00, tra la Sala delle Verifiche e la Biblioteca di Etnostoria Vittorietti, entrambe all’interno del complesso di Palazzo Steri.
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