L’antico maniero di re, nobildonne e cavalieri: le visite al Castello Ursino di Catania

Il Castello Ursino di Catania
Katane – questo uno dei nomi d’origine di Catania, che in greco antico significa “grattugia”, probabilmente per le irregolarità del territorio lavico su cui sorge – fu distrutta più volte da eruzioni, terremoti e invasioni. Quella che vediamo oggi è il risultato dell’ultima splendida ricostruzione del 1693. "Le Vie dei Tesori", quest’anno dal 4 ottobre al 3 novembre, apre oltre quaranta luoghi: anfiteatri, chiese, cupole, palazzi nobiliari: un’occasione unica per scoprire una città dall’inconsueta bellezza.
Voluto dall’imperatore svevo Federico II nell’ambito di un piano difensivo a protezione della Sicilia orientale, il Castello Ursino diventò in epoche successive residenza di sovrani, viceré e potenti nobili.
Fu perfino sede di Parlamento, dopo rivolte e rivoluzioni, e una parte venne adibita a prigione con anguste celle e condizioni disumane, come attestato da numerose testimonianze e dagli stessi graffiti dei carcerati.
L’antica fortezza – l’origine del nome è ancora controversa – subì gravi danni tra terremoti e colate laviche, ma riuscì a resistere, se pur ricostruita. Dal 1939 il castello è stato acquisito dal Comune che lo ha restaurato e trasformato in Museo civico, custodendovi le raccolte Biscari e dei Benedettini. Negli anni scorsi, nuovi interventi di riqualificazione.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
Voluto dall’imperatore svevo Federico II nell’ambito di un piano difensivo a protezione della Sicilia orientale, il Castello Ursino diventò in epoche successive residenza di sovrani, viceré e potenti nobili.
Fu perfino sede di Parlamento, dopo rivolte e rivoluzioni, e una parte venne adibita a prigione con anguste celle e condizioni disumane, come attestato da numerose testimonianze e dagli stessi graffiti dei carcerati.
L’antica fortezza – l’origine del nome è ancora controversa – subì gravi danni tra terremoti e colate laviche, ma riuscì a resistere, se pur ricostruita. Dal 1939 il castello è stato acquisito dal Comune che lo ha restaurato e trasformato in Museo civico, custodendovi le raccolte Biscari e dei Benedettini. Negli anni scorsi, nuovi interventi di riqualificazione.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
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