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Il ritorno (liberatorio) di "Italia-Brasile 3 a 2": Davide Enia all'Averna Spazio Open

Balarm
La redazione

Davide Enia

Nel 2022 ricorre il doppio anniversario del quarantennale della partita al Sarrià di Barcellona, stadio che oggi non esiste più, e del ventennale del debutto dello spettacolo "Italia-Brasile 3 a 2".

Lo spettacolo, nella nuova messa in scena che rivisita il testo originale è protagonista del secondo appuntamento di "FrancOPEN", la nuova rassegna con cui lo Spazio Franco porta in scena tre spettacoli all'Averna Spazio Open.

Mercoledì 24 luglio, alle 21.30, arriva dunque "Italia - Brasile 3 a 2 - Il ritorno" di e con Davide Enia, con le musiche di Giulio Barocchieri e Fabio Finocchio, luci di Paolo Casati e suoni di Paolo Cillerai. Una produzioneTeatro Metastasio di Prato, Fondazione Sipario Toscana, con la collaborazione della Fondazione Armunia Castello Pasquini Castiglioncello - Festival Inequilibrio.

Regista, drammaturgo, attore e scrittore, Davide Enia ha vinto alcuni tra i più importanti premi nazionali e internazionali (Premio Ubu, Premio Tondelli, Premio Le Maschere del Teatro, Premio Mondello, Prix du Premier Roman Etranger e Prix Brignoles in Francia). Dal 2022 è artista residente al Piccolo Teatro di Milano.

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"Italia-Brasile 3 a 2" opera su un doppio binario.

Il primo è quello della coscienza collettiva, tramite il ricordo di quell'evento specifico, la partita del mondiale del 1982, che segna un atto identitario e comunitario.

Il secondo binario è quello della coscienza intima, ovvero l'operazione privata di scomposizione e ricomposizione dei temi e dei sentimenti affrontati, rapportandoli al proprio vissuto personale.

La partita epica della nazionale contro il Brasile diventa uno strumento liberatorio, il suo ricordo è intriso di gioia e questo restituisce al dispositivo teatrale il suo ruolo di costituente della coscienza comunitaria.

E poi, c'è qualcosa che appartiene a una dimensione più profonda e misteriosa, legata a doppio filo con l'essenza del teatro stesso: il rapporto tra i vivi e morti. La presenza di chi non c'è più continua a vibrare da questa parte della vita, si impone nella memoria, segna traiettorie nel futuro.

A differenza di quando si debuttò nel 2002, sono morti tanti protagonisti di questo lavoro: è morto Paolo Rossi, è morto Enzo Bearzot, è morto Socrates, è morto Valdir Perez, è morto lo zio Beppe.

Eppure i loro occhi, le loro voci, le loro gesta continuano a ripresentarsi come presenze vive, scena dopo scena, parola dopo parola, gol dopo gol, schiudendo le porte dell'inesprimibile, invitando ad abbandonarci al mistero, permettendoci di scorgere ciò che brilla nel buio e non fa male.

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