Il fotografo Flavio Tiberti interviene con le sue opere sulle vecchie mura del Castello Luna di Sciacca

Uno scatto del progetto "Oltremuro" di Flavio Tiberti
Armato di apparecchiature anni '70 e negativi in bianco e nero, il fotografo torinese propone un abile intreccio tra il ritratto e un inusuale still-life rivolto verso composizioni sempre più minimal, sfruttando le diverse potenzialità della fotografia che diventa così mezzo d’interpretazione e di rappresentazione del mondo.
Profondità psicologica e ricerca introspettiva sono il suo tratto caratterizzante.
«Flavio Tiberti - spiega lo storico dell'arte Anthony Francesco Bentivegna nel suo testo critico - ricerca una spasmodica spazialità in schemi rigidi, rigorosi, centrali, quasi matematici, simili a quelli della prospettiva di Piero della Francesca. E in questa esperienza 'in prima persona' gioca con la percezione cognitiva mettendola continuamente alla prova.
Flavio Tiberti propone una prospettiva diversa sul mondo, filtrata dalla sua stessa analisi perchè crede che attraverso la fotografia si possa raggiungere una contaminazione dei sensi che rompe la sintesi del fotogramma e libera reazioni inaspettate.
Il fotografo torinese ha esposto in gallerie e spazi privati e pubblici in tutta Italia, da Torino a Palermo, in Germania e negli Stati Uniti. Collabora in svariati ambiti artistici con diversi professionisti, dalla pittura al teatro alla musica.
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