I pupi siciliani a Palazzo Riso: la Compagnia Argento porta in scena "L’Incanto di Orlando"

Due attori della Compagnia Argento
Prosegue al Museo Riso di Palermo la programmazione di "Settembre al Riso".
In scena, venerdì 24 settembre, arriva L’Incanto di Orlando, spettacolo di pupi siciliani, scritto, prodotto e portato in scena dalla famiglia Argento.
Si inizia con la narrazione dell’intro dell’Orlando Furioso e un monologo di un’attrice sino alla battaglia tra Orlando e Rinaldo impersonati da i pupari Nicolò e Dario Argento, che vestono le armature fuori scena. Durante la battaglia il narratore racconta le gesta dei due cavalieri che tra i tanti battibecchi si viene a creare una vera e propria lotta, sempre per contendersi la bella Angelica.
Con il canto de “I pirati a Palermo” una seconda narrazione introduce la battaglia in scena dei pupi.
Al termine con un monologo si tolgono i pupi morti dal campo, ma nel frattempo Angelica fugge dal campo e si ritrova in un bosco dove Medoro, un cavaliere pagano, è riverso ferito per terra, lei lo cura, trovano rifugio in una grotta dove un pastore gli da ospitalità, così i due si innamorano, ma nel frattempo Orlando cerca disperatamente Angelica e quando si accorge che lei si è innamorata di un altro uomo impazzisce.
Così entra in scena Astolfo che guidato da un ippogrifo alato va fin sulla luna a riprendere il senno dell’amico Orlando, li tra tante peripezie riesce a trovarlo e lo porta sulla terra e quando Orlando lo respira torna in se e così sono pronti per ripartire per altre avventurose battaglie in difesa della corona di Carlo Magno.
Termina con un monologo dell’attrice Falbo e un canto del maestro Cusumano.
In scena, venerdì 24 settembre, arriva L’Incanto di Orlando, spettacolo di pupi siciliani, scritto, prodotto e portato in scena dalla famiglia Argento.
Si inizia con la narrazione dell’intro dell’Orlando Furioso e un monologo di un’attrice sino alla battaglia tra Orlando e Rinaldo impersonati da i pupari Nicolò e Dario Argento, che vestono le armature fuori scena. Durante la battaglia il narratore racconta le gesta dei due cavalieri che tra i tanti battibecchi si viene a creare una vera e propria lotta, sempre per contendersi la bella Angelica.
Con il canto de “I pirati a Palermo” una seconda narrazione introduce la battaglia in scena dei pupi.
Al termine con un monologo si tolgono i pupi morti dal campo, ma nel frattempo Angelica fugge dal campo e si ritrova in un bosco dove Medoro, un cavaliere pagano, è riverso ferito per terra, lei lo cura, trovano rifugio in una grotta dove un pastore gli da ospitalità, così i due si innamorano, ma nel frattempo Orlando cerca disperatamente Angelica e quando si accorge che lei si è innamorata di un altro uomo impazzisce.
Così entra in scena Astolfo che guidato da un ippogrifo alato va fin sulla luna a riprendere il senno dell’amico Orlando, li tra tante peripezie riesce a trovarlo e lo porta sulla terra e quando Orlando lo respira torna in se e così sono pronti per ripartire per altre avventurose battaglie in difesa della corona di Carlo Magno.
Termina con un monologo dell’attrice Falbo e un canto del maestro Cusumano.
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