Da "Rigoletto" al partenopeo "Così fan tutte": le Orestiadi fanno rivivere l'Opera
Serena Pisa e Viviana Cangiano insieme ad Alessandro Butera, Marcello Smigliante Gentile, Gianluca Trinchillo in "Così fan tutte"
Due progetti molto particolari mettono in relazione l’opera lirica con la narrazione e la riscrittura drammaturgica, attraverso due titoli indimenticabili che arrivano alle Orestiadi di Gibellina.
Venerdì 22 luglio le Ebbanensis, duo canoro napoletano, portano in scena “Così fan tutte” nella riscrittura musicale di Mario Tronco dell’Orchestra di Piazza Vittorio, mentre sabato 23 luglio Marco Baliani racconterà in scena una storia ispirata dal protagonista dell’opera di Verdi, il suo "Rigoletto".
Liberamente tratto dall'opera di Mozart, "Così fan tutte" è un'elaborazione musicale arrangiata da Leandro Piccioni e Mario Tronco, con la direzione artistica di Mario Tronco e la regia di Giuseppe Miale di Mauro.
Il filo della matassa segue la strada tracciata dal Maestro De Simone con le sue trasposizioni della musica popolare in forma di melodramma, facendo finta che Mozart abbia ascoltato le melodie del “Così fan tutte” per strada, a Napoli, da musicisti ambulanti. A tal proposito i linguaggi adoperati saranno diversi, pur essendo attinti dalla stessa espressività napoletana.
L’idea è stata quella di trasformare l'opera in una storia cantata e recitata da due sole attrici - Serena Pisa e Viviana Cangiano - che vestono i panni di Fiordiligi e Dorabella, insieme all'ensemble formato da Alessandro Butera, Marcello Smigliante Gentile, Gianluca Trinchillo.
Rigoletto è un monologo, quindi per farlo c’è bisogno di un personaggio in carne e ossa, spirito e materia.
«È uno dei motivi che mi ha spinto a quest’altra impresa - spiega Marco Baliani che insieme a Giampaolo Bandini (chitarra) e Cesare Chiaccheretta (fisarmonica) porta in scena "Rigoletto, la notte della maledizione" -. Poter rivestire per una volta la pelle di un altro e starci dentro dall’inizio alla fine: è una gioia particolare per me che in scena da narratore non ho mai la possibilità di calarmi interamente nelle braghe di chicchessia, sempre devo stare vigile a controllare e dirigere l’intero svolgersi della vicenda».
Domenica 24 luglio spazio al vincitore del premio under 35 #gibellinacittàlaboratorio, giunto alla sua quinta edizione, il progetto che consente al Festival di sostenere, ospitandoli in anteprima, progetti di giovani artisti siciliani.
Quest’anno il premio è andato a Simone Corso che porta in scena “Quando le porte delle case torneranno ad essere aperte".
Nel maggio del 2019 Antonio Stano morirà allʼospedale di Taranto dopo aver passato giorni dentro casa senza sfamarsi.
A Manduria, dove abitava, Antonio era chiamato “il Pazzo” e questo bastava a tutti gli altri per “collocarlo” allʼinterno della comunità, riducendone il suo ruolo, nei risvolti più tragici di questa vicenda, a quello dʼoggetto del giogo dʼuna squadra di giovani che lo perseguitavano col fine di poter filmare e condividere su WhatsApp le loro azioni.
Antonio, per sfuggire loro, si era chiuso dentro casa senza più mettere piede fuori.
Quando le porte delle case resteranno di nuovo aperte prende forma da questa vicenda senza volerne tracciare la cronaca, ma cercando piuttosto di indagare le dinamiche sociali che la connotano: i beni di consumo e la cultura audiovisiva prima, i social poi, hanno ubriacato grosse fette di popolazione di benessere, marginalizzando molti dentro il proprio ego, chiusi dietro delle porte sbarrate a fare da guardia ai propri averi o dietro degli schermi dietro cui imparare a recitare un nuovo se stessi.
BICCHIERE DI VINO
A chi partecipa agli spettacoli del Festival delle Orestiadi viene offerto, in Fondazione, un bicchiere di vino di Tenute Orestiadi (main sponsor del Festival). All'interno del baglio della Fondazione c'è una sala dedicata al vino Ludovico che, prima degli spettacoli, è visitabile gratuitamente.
MUSEO DELLE TRAME MEDITERRANEE
Sempre prima di ogni spettacolo è possibile visitare la collezione di arte contemporanea e di arti decorative del Museo delle Trame Mediterranee all'interno della Fondazione, oltre alle tre mostre allestite al Baglio di Stefano: "Le mura di Sana'a - omaggio a Pierpaolo Pasolini" di Franco Accursio Gulino, "PPP - Il cinema, il teatro: materiali per una ricognizione" a cura di Umberto Cantone e l'esposizione fotografica "Da Beirut ad Aleppo" a cura di Houda Cassatly.
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