Comunità e insularità: la dodicesima edizione del "SalinaDocFest", il festival del documentario narrativo

Il musicista Mario Incudine
A partire dal binomio comunità e insularità partirà la XII edizione del "SalinaDocFest - Festival del Documentario narrativo", che si svolgerà dal 13 al 15 settembre a Salina (leggi il programma completo).
Il tema scelto per questa edizione è "Comunità - Isolani sì, isolati no!": ritrovare il senso della Comunità è il presupposto che ha mosso dalle origini il "SalinaDocFest" e che quest’anno viene ribadito con forza per ricominciare a raccontare il nostro paese e ricostruire quell’orizzonte comune, che passa attraverso la memoria, lasciataci in eredità dai nostri padri.
Su questa linea ad aprire il festival il 13 settembre, Mario Incudine, da quest’anno alla direzione artistica della sezione Spettacoli e Musica del SalinaDocFest, con il celebre “U lamentu pi la morti di Turiddu Carnevale”, scritto dal poeta Ignazio Buttitta per il cantastorie paternese Ciccio Busacca, e ispirato alla vita del sindacalista Turiddu Carnevale ucciso dalla mafia nel 1955 e protagonista di "Un uomo da Bruciare" (1962), il primo lungometraggio dei fratelli Taviani, che sarà proiettato in apertura del festival, in omaggio a Gian Maria Volonté (protagonista del film) e Vittorio Taviani recentemente scomparso.
Mario Incudine, con Gaspare Balsamo e Giovanni Calcagno, porterà al festival la tradizione dell’arte dei narratori orali e poeti popolari passati attraverso la moderna rivisitazione dei grandi maestri Mimmo Cuticchio e Ciccio Busacca. Gli eroi dei narratori sono gli stessi cavalieri carolingi dell'opera dei pupi, ma non solo. Un “contro-cunto” itinerante in acustica tra le cantine delle Malvasie delle Lipari con Gaspare Balsamo, Giovanni Calcagno e Mario Incudine, che con la chitarra e la voce scandirà i tempi del racconto. In chiusura del festival il cunto del narratore orale iracheno-palermitano Yousif Latif Jaralla, della scuola di Mimmo Cuticchio, con Roberto Alajmo.
Il tema scelto per questa edizione è "Comunità - Isolani sì, isolati no!": ritrovare il senso della Comunità è il presupposto che ha mosso dalle origini il "SalinaDocFest" e che quest’anno viene ribadito con forza per ricominciare a raccontare il nostro paese e ricostruire quell’orizzonte comune, che passa attraverso la memoria, lasciataci in eredità dai nostri padri.
Su questa linea ad aprire il festival il 13 settembre, Mario Incudine, da quest’anno alla direzione artistica della sezione Spettacoli e Musica del SalinaDocFest, con il celebre “U lamentu pi la morti di Turiddu Carnevale”, scritto dal poeta Ignazio Buttitta per il cantastorie paternese Ciccio Busacca, e ispirato alla vita del sindacalista Turiddu Carnevale ucciso dalla mafia nel 1955 e protagonista di "Un uomo da Bruciare" (1962), il primo lungometraggio dei fratelli Taviani, che sarà proiettato in apertura del festival, in omaggio a Gian Maria Volonté (protagonista del film) e Vittorio Taviani recentemente scomparso.
Mario Incudine, con Gaspare Balsamo e Giovanni Calcagno, porterà al festival la tradizione dell’arte dei narratori orali e poeti popolari passati attraverso la moderna rivisitazione dei grandi maestri Mimmo Cuticchio e Ciccio Busacca. Gli eroi dei narratori sono gli stessi cavalieri carolingi dell'opera dei pupi, ma non solo. Un “contro-cunto” itinerante in acustica tra le cantine delle Malvasie delle Lipari con Gaspare Balsamo, Giovanni Calcagno e Mario Incudine, che con la chitarra e la voce scandirà i tempi del racconto. In chiusura del festival il cunto del narratore orale iracheno-palermitano Yousif Latif Jaralla, della scuola di Mimmo Cuticchio, con Roberto Alajmo.
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