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Tra videomapping e murales: la promozione di Palermo passa dalle idee dei giovani

I giovani artisti potrebbero essere il più forte dei motori nella promozione dei siti culturali della città tra eventi di nuova generazione organizzati all'interno di monumenti

Giovanni Callea
Esperto di marketing territoriale e sviluppo culturale
  • 6 febbraio 2019

Un momento del videomapping su Palazzo Reale

Circa venti anni fa andai in viaggio in Messico. In una delle piramidi dell’entroterra, mi pare di ricordare Tulum, la sera era organizzato uno spettacolo di luci e suoni, in pratica uno spettacolo evocativo che utilizzava proiezioni di luci e diffusione di suoni più o meno misteriosi.

Uno spettacolo in qualche modo antesignano dei video-mapping attuali (se non sai cosa è un videomapping clicca qui).

Alla fin fine lo spettacolo non fu particolarmente suggestivo, però mi obbligò a trattenermi almeno una notte nella vicina cittadina.

Già ai tempi mi occupavo di marketing turistico, e mi convinsi che operazioni come quelle sarebbero state di grandissima utilità per luoghi, ad esempio, come la Valle dei Templi di Agrigento, che troppo spesso paga il costo di essere una destinazione non finale.

Ovvero una destinazione che il turista tende a visitare come tappa giornaliera del viaggio in Sicilia.

Per quanto possa sorprendere, già venti anni fa il Messico era molto più avanti della Sicilia nel marketing e nella promozione e valorizzazione del territorio.
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Questa storia mi è venuta in mente leggendo la proposta di una associazione cittadina di Palermo, la Compa, molto attiva nella quinta circoscrizione, sull’utilità e opportunità di arricchire l’offerta dei nostri monumenti, nella fattispecie del patrimonio Unesco, con attività di intrattenimento rivolte ai turisti. Attività che avrebbero, se ben pensate, un immediato risvolto anche occupazionale.

Nei giorni scorsi, ad esempio, ha avuto luogo alla Zisa il progetto Aziz, che ha previsto una serie di attività a cura di Babelcrew nel castello della Zisa.

Va da se che un conto sono le attività programmate e periodiche, un conto le attività spot, che non avendo continuità nel tempo poco impatto possono avere sui flussi turistici.

Io credo che assessorato alla Cultura ed assessorato al Turismo Regionali dovrebbero considerare l’importanza di attività come queste, che se ben pianificate e programmate nel corso dell’anno, potrebbero essere un volano essenziale per la valorizzazione in termini di ricaduta turistica e di fruizione del nostro patrimonio.

E che una volta avviate potrebbero tranquillamente auto-finanziarsi con i biglietti.

Ancora una volta non servono grandi risorse, ma la capacità da parte dell’amministrazione di mettere in rete i problemi, le risorse, le opportunità e la voglia e la capacità di operatori turistici e culturali di risolverli.

Servirebbe una pianificazione di medio periodo e la capacità di comunicare in modo unitario queste e le tante attività che hanno luogo sui territori.
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