ATTUALITÀ
Disastri, errori, inadempienze: il Piano Giovani è servito
Portale in down, giovani sgomenti e in ebollizione: questo è il risultato del secondo click day del Piano Giovani: da giorno di gloria a Waterloo con un solo colpo di mouse
Click. Digitare www.pianogiovanisicilia.com. Click. Sperare che possa esserci un futuro. Click. Rimanere inevitabilmente delusi. Continuano le polemiche sul Piano Giovani, che ha promesso le stelle ma che, fino ad adesso, ha lasciato tutti gli iscritti all'interno delle stalle, con tanto d'amaro in bocca.
Ottocento tirocini per i quali doveva essere corrisposta una somma di 500 euro al mese per sei mesi: queste le assegnazioni del secondo click day, che hanno scatenato sul portale una vera e propria corsa disperata che ha dato esito negativo: il sito web è rimasto bloccato, soffocato, mentre giovani ed aziende non potevano fare altro che guardare a bocca aperta il segnale d'errore sullo schermo del computer.
Il "Piano Giovani" doveva rappresentare un'alternativa "pulita" al solito tran tran siciliano: si presentava come una novità per il netto stacco con il passato, che ha visto ogni bando formativo passare per le mani dei privati. Ma le cose non sono andate per nulla bene.
La protesta è esplosa, il web si è scatenato, i social network hanno mostrato che i giovani palermitani hanno raggiunto il punto d'ebollizione. E tutti gli occhi si sono rivolti a Nelli Scilabra, assessore alla Formazione, che non ha potuto che mostrare «lo sdegno più profondo rispetto alla gestione amministrativa e tecnica dell'iniziativa».
«Il Piano Giovani - continua l'assessore Scilabra - rappresenta per i giovani della mia terra una grande opportunità, una piccola speranza di cambiamento che oggi si scontra con l'assoluta inadeguatezza di chi dovrebbe gestire le nostre azioni politiche».
Nelli Scilabra declina qualsiasi responsabilità: «Sono stanca di dovermi assumere responsabilità non proprie di chi, come me e altri in questa Sicilia, esercita un ruolo politico e non tecnico. Mi sono assunta responsabilità enormi, non era facile a 28 anni sfidare un sistema di clientele, affari e truffe».
Ragazzi e ragazze di ogni parte della Sicilia vedono la situazione desolantemente ferma: fino a quando i problemi del portale non saranno risolti non sarà possibile visualizzare gli oltre ottocento incroci e l'ipotesi di aprire una nuova finestra per altri duecento tirocini è stata nettamente respinta.
In stile puramente siciliano, dunque, la situazione sembra arrivata ad un'impasse, mentre le responsabilità rimbalzano da un punto all'altro e volano accuse di incompetenza, superficialità, ostruzionismo e sabotaggio.
La Scilabra ha affermato: «non permetterò a nessuno di sabotare il Piano Giovani, costi quel che costi. Lavoro ogni giorno, senza sosta, per restituire la speranza alla mia generazione, [...] una generazione che oggi si trova a dover pagare decenni di malapolitica, di mancate programmazioni, di evidenti truffe e scandali che hanno arricchito i potenti della Sicilia e del nostro Paese e che hanno impoverito le speranze di intere generazioni».
«Accetto la rabbia dei miei coetanei - ha continuato l'assessore - ma non accetto l'inadempienza di chi, per dovere, deve garantire standard minimi di efficienza rispetto a questa Regione. Non pretendiamo di risolvere la questione giovanile in Sicilia con il Piano Giovani,ma intendiamo accendere un nuovo percorso. Adesso basta, non abbiamo più altro tempo e neanche la voglia di restare a guardare».
Di chi è dunque la colpa di questo scempio? Sono ben cento i milioni di euro che dovrebbero essere stanziati per i tirocini, eppure sino ad adesso rimangono niente più che un miraggio in un deserto di sconforto e di dita puntate. Certe volte, perdonate l'uso del titolo di una commedia, non ci resta che piangere.
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