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Vive negli Usa, ha visto 46 Stati: Daniele, gira il mondo ma torna sempre in Sicilia

Di origine catanese, ha 45 anni e da quasi venti vive negli Stati Uniti. Lavora nella ristorazione e ama viaggiare per il mondo ma ogni anno torna nella sua terra

Sara Abello
Giornalista
  • 20 settembre 2024

Daniele con dietro la bandiera degli Stati Uniti

Vive da quasi vent’anni negli Stati Uniti ma per Daniele, catanese di quarantacinque anni, vale davvero il detto “moglie e buoi dei paesi tuoi”. Era il 2006 quando è arrivato a Miami al culmine di un bel numero di esperienze all’estero iniziate addirittura nel 1999.

Tutto è partito da Catania, dove è nato e cresciuto in una famiglia per bene come tante, alla quale deve un’infanzia felice e un’adolescenza fatta di avventure, amici e sport. Tutto nella norma insomma. Dopo il diploma Daniele inzia a frequentare la facoltà di Lingue e letterature straniere a Catania ma, dopo circa un anno e mezzo, per quanto amasse l’inglese - che alcuni anni dopo diventerà la sua lingua, o quasi -, si accorge che con la letteratura e la filosofia non aveva grande feeling.

Quella fase di cambiamento inzia a fargli sentire quanto forse a Catania non avesse i giusti stimoli e, complice anche uno zio che viveva nel Regno Unito con la famiglia, nel 1999, il giorno dopo aver compiuto vent’anni, dà inizio alla sua prima esperienza all’estero, precisamente a Southampton.
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Nonostante fosse la città da cui salpò il Titanic, per lui c’era in serbo un’esperienza con una fine sicuramente migliore. Per la prima volta su un aereo, Daniele, una volta atterrato in UK, si confronta con una realtà molto diversa da quella italiana. Si è divertito, ha lavorato e conosciuto parecchie persone, ma dopo 7 mesi per lui era arrivato il momento di salutare tutti e tornare in Italia a vivere l’esperienza del servizio civile.

Poco dopo, nel novembre del 2000, in cerca di un nuovo stimolo, decide di confrontarsi con una realtà per lui davvero seria: Londra. Nella capitale inglese ha trascorso due anni che ricorda come spettacolari sotto tutti i punti di vista, professionale, umano, sociale e anche economico, lavorando nel suo primo vero ristorante, un posto di livello che lo ha formato e gli ha dato le basi per una carriera che prosegue ormai da venticinique anni nel mondo della ristorazione.

Era il Ferragosto del 2002 quando è tornato in Italia, e da lì, nel giro di quattro anni, ha vissuto parecchie esperienze ed altre ne ha mancate, come sempre accade nella vita.

Ha lavorato a Disneyland Paris per un breve periodo, poi due contratti a bordo delle navi da crociera della Princess Cruises, arrivando fino all’Alaska e alla Polinesia Francese, una vacanza tra California e Las Vegas per tre settimane, l’idea di trasferirsi in Australia con un working holiday visa, un quasi lavoro come assistente di volo dell’Alitalia... insomma una vita avventurosa, fatta di esperienze vissute per lo più da solo.

Come è comprensibile infatti, gli amici di Daniele erano troppo legati alla famiglia e anche un po’ mammoni, in alcuni casi troppo fifoni, in altri troppo squattrinati per poter intraprendere un viaggio dei suoi e seguirlo, in altri ancora più semplicemente non coltivavano la sua stessa curiosità che gli ha dato l’interesse giusto per scoprire altre realtà fuori dall’Italia.

Nel 2006, in occasione del suo ultimo contratto sulle navi, tramite un pizzaiolo sardo che ritroverà in Florida quindici anni dopo, riceve il contatto di un ragazzo di Catania che si era trasferito a Miami dopo aver lavorato come lui sulle navi. Considerato che nel frattempo aveva anche conosciuto una ragazza di Miami, insieme al suo sognare la Florida già da un po’, viene spinto e parecchio verso gli Usa da questo insieme di fattori.

A inizio di agosto del 2006 - abbiamo capito quanto forse questo per Daniele rappresenti il mese dei cambiamenti e dei viaggi - con biglietto alla mano, due valigie e un po’ di contanti è partito e ha di sicuro fatto una sorpresa a quella fanciulla che lo attendeva senza però alcuna data prevista.

Miami è stata la sua prima città negli Stati Uniti, dove è rimasto a vivere per nove anni. È risultato molto facile ambientarsi, anche perché avendo una persona del luogo insieme a lui, molti aspetti della vita quotidiana venivano semplificati. È partito da turista ma ha successivamente deciso di iscriversi all’università ottenendo un visto da studente, e così, due anni dopo, nel maggio del 2011, si è laureato in International Business con grande felicità dei suoi genitori e dei fratelli, che per l’occasione sono andati a trovarlo a Miami.

Oggi, a distanza di tredici anni dalla laurea e diciotto dal suo arrivo negli Stati Uniti, Daniele è a tutti gli effetti un cittadino americano, sposato con Rosy, anche lei di Catania perché, come vi anticipavo all’inizio, i vecchi detti alle volte non sbagliano, e insieme hanno una figlia di tredici anni.

Daniele e Rosy si sono conosciuti in vacanza in Sicilia nel 2009 ed è da lì che l’ha “importata” negli U.S.A, come ama raccontare lui ironicamente. Quando Rosy è rimasta incinta hanno scelto insieme che la figlia nascesse a cinquanta metri dal mare di Catania, dove ci sono le loro radici e dove si sono incontrati e innamorati.

Daniele detesta il freddo e si divide tra la la vita in Florida, che continua a considerare la sua casa, dove trascorre circa metà dell’anno, e poi New York. Persino gli Stati Uniti non hanno molti segreti per lui, ha infatti vissuto in diverse città della Florida oltre a Miami, come Naples e Fort Lauderdale, e poi ad Aspen in Colorado.

In più ha continuato a viaggiare parecchio facendo dei road trip anche di due mesi alla scoperta di ben quarantasei stati, oggi gli mancano da visitare solo le Hawaii, il Maine, il Vermont e il New Hampshire. Ha continuato a lavorare nella ristorazione che gli consente di guadagnare bene, alternando periodi di lavoro più intensi ad altri in cui riesce a ritagliarsi del tempo libero da dedicare alla famiglia e alle sue passioni.

Il cibo è così divenuto il suo mondo e non potrebbe fare altro, poi non ama svegliarsi presto al mattino, per cui di sicuro dal pomeriggio in poi, con la sua resa che migliora, questo è il settore che al meglio gli si addice.

Negli anni ha collaborato, sempre in sala, con alcuni dei ristoranti di maggior livello, avendo anche l’occasione di imbattersi in star internazionali come Bruce Springsteen, Leonardo di Caprio, Mariah Carey, Lionel Ritchie e David Beckham, oltre a personaggi di casa nostra come Bobo Vieri, Fedez e Chiara Ferragni, solo per citarne alcuni...

In passato ha lavorato per un po’ come manager ma si è reso conto di quanto quella non fosse la sua strada e nel futuro, anche se non gli dispiacerebbe, non crede avrà mai un suo ristorante che finirebbe col togliergli tempo ed energie da dedicare agli affetti.

Questa scelta di vita e di lavoro infatti gli permette di tornare in Sicilia abbastanza spesso ed anche per lunghi periodi. È sull’isola che sia lui che Rosy hanno genitori, fratelli e sorelle, nonna, zii e cugini, per questo tornano una o due volte l’anno, per diverse settimane, e a volte anche per un mese o due come avvenne durante la pandemia.

In Sicilia Daniele ha trascorso i primi vent’anni della sua vita e qui sono custoditi ricordi ed affetti importantissimi. Sarebbe impossibile non tornare ogni volta che può. Il suo legame con le origini e la tradizione viene espresso in ognuna delle cose che fa, non è un caso infatti che la figlia sia cresciuta bilingue, e anzi non comprende come molti figli di italiani non conoscano la lingua.

Daniele è un italiano trapiantato in America atipico: beve solo caffè espresso, guida esclusivamente auto manuali e non quelle automatiche, ha la moglie della sua stessa città e a casa sua si parla esclusivamente italiano così che la figlia cresca immersa nella nostra cultura.

Nella stessa maniera ama gli U.S.A., la casa che non gli ha dato i natali ma che lo ha ugualmente accolto. Pensa, in un “domani” non troppo lontano, magari quando la figlia finirà la scuola, di viaggiare di più all’estero, vedere posti che lo affascinano e chi lo sa, magari vivere da expat in un bel posto caldo e non esageratamente costoso come gli Stati Uniti che, ovviamente, qualche difetto lo hanno...forse con un locale da gestire o in pensione, per godere pienamente del proprio tempo.

Guardando indietro, Daniele pensa che gli Stati Uniti fossero il suo destino già scritto, tant’è che vi è arrivato quasi senza accorgersene e, soprattutto considerati i suoi giri prima di approdarvi, poteva finire davvero ovunque...da sognatore anche un po’ fortunato però, è riuscito a concretizzare ciò che sperava e ha fatto del sogno americano una realtà, oltre che la sua storia.
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