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Nelle acque siciliane spunta una (nuova) specie aliena: qual è e perché è pericolosa

Oltre alla siccità negli invasi della Sicilia arriva una specie euroasiatica che minaccia l'ecosistema autoctono. Gli esperti si dicono preoccupati: cosa sappiamo

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 8 agosto 2024

Un esemplare di abramide

Le condizioni critiche degli alvi fluviali e dei bacini idrici siciliani hanno fatto parlare molto di sé nel corso delle ultime settimane, in particolare in riferimento alla siccità e alla cattiva gestione e manutenzione degli invasi e delle tubature che distribuiscono l’acqua dolce in Sicilia.

Eppure, un’altra grave minaccia sta mettendo in pericolo gli ecosistemi idrici della nostra regione, in grado di cambiare per sempre il loro aspetto e la loro composizione.

Trattasi dell’arrivo di una nuova specie aliena, l’abramide (il cui nome latino è Abramis brama), che giunge in Sicilia come un fulmine a ciel sereno, promettendo di infierire nuovamente su un territorio già devastato dai già citati problemi.

Questo pesce è autoctono della regione euroasiatica, dove viene allevato talvolta per la pesca, ma è completamente estraneo ai contesti italiani e siciliani, le cui popolazioni da anni soffrono per via della realizzazione di diverse strutture artificiali, lungo gli alvei fluviali.
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L’abramide è inoltre in grado di competere con tutte le specie presenti in Sicilia, risultando quindi un potenziale killer per la nostra fauna autoctona.

Alcuni suoi esemplari sono stati trovati nell’invaso di Santa Rosalia, a Ragusa, dove la loro cattura ha allertato le autorità competenti e gli esperti di zoologia acquatica. Il loro arrivo è probabilmente avvenuto grazie a delle introduzioni abusive, legate all’acquariofilia e alla pesca illegale, che spesso arrecano un gran danno agli ecosistemi naturali.

La segnalazione degli esemplari catturati nell’invaso di Santa Rosalia è arrivata da parte di alcuni rappresentanti della Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) di Ragusa, che hanno rapidamente contattato un esperto, Antonino Duchi, che da anni studia la fauna ittica della nostra regione.

In media un abramide può raggiungere una lunghezza di 82 cm e il peso di 6 kg. Egli si nutre da piccolo d’insetti e di crostacei, per poi passare a molluschi e ad altri pesci, una volta adulto. Questo comportamento è ciò che desta maggiore preoccupazione negli esperti, in riferimento alle numerose specie ittiche locali che già soffrono per la carenza di acqua.

Ad oggi non si conoscono gli effetti dell’arrivo di questa specie nelle acque siciliane, ma fra qualche settimana la rivista Cybium della Società francese di ittiologia pubblicherà un articolo intitolato “First record of the alien Abramis brama (L., 1758; Cyprinidae) in Sicily”. Esso verterà proprio sul ritrovamento di questa specie in Sicilia e chiarirà quali saranno i suoi effetti nei bacini siciliani.
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